Droga dalla Colombia, coinvolti imprenditori del Cuoio

29 luglio 2015 | 10:01
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Droga dalla Colombia, coinvolti imprenditori del Cuoio

Quello sequestrato era il primo carico, al cui arrivo stavano lavorando da almeno un anno. L’operazione della Finanza, però, ha stroncato sul nascere il traffico internazionale di droga messo in piedi da un gruppo di colombiani e italiani, compresi cinque imprenditori della zona del Cuoio, intorno a San Miniato, Fucecchio e Santa Croce, che avevano deciso di “arrotondare” in questo modo.

Non sono conciatori, i soggetti coinvolti, ma imprenditori delle confezioni o dei trasporti che operano nel settore, ora gravati da misure cautelari ai domiciliari e in carcere. Secondo quanto ricostruito dalla Finanza durante l’anno di indagini, la droga doveva arrivare al porto di Livorno, per essere stipata nella zona del Cuoio e poi smerciata, non solo in Toscana. Il traffico internazionale di droga dalla Colombia ha portato i finanzieri del comando provinciale di Pisa, con la collaborazione dei colleghi dei reparti territorialmente competenti, a eseguire, nelle province di Pisa, Firenze, Lucca, Livorno, Massa, La Spezia e Ferrara, complessivamente 11 fermi di indiziati di delitto. Il provvedimento riguarda 12 persone di origine italiana e colombiana, accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanza stupefacente. Le attività investigative, condotte dai militari del nucleo di polizia tributaria di Pisa e coordinate dalla Dda della Procura di Firenze, sono iniziate nella seconda metà del 2014 e hanno consentito di portare alla luce la nascente organizzazione criminale, multietnica, con base operativa nella provincia di Pisa. In particolare il sodalizio criminale aveva pianificato di far giungere dalla Colombia, sistematicamente nel tempo, consistenti carichi di cocaina in Italia occultandola all’interno di container dietro appositi carichi di copertura. La pronta ed efficace attività investigativa, ha invece consentito di sequestrare subito il primo dei carichi importati: più di 54 chili di cocaina purissima (che sul mercato dello spaccio avrebbe fruttato circa 10 milioni di euro) e acquisire le fonti di prova per poter smantellare l’intera organizzazione. Per ricostruire la rotta del narcotraffico, i finanzieri si sono serviti di attività di intercettazione e servizi di osservazione e pedinamento. La struttura era articolata su tre gruppi: uno composto da cittadini italiani, imprenditori del settore della lavorazione delle pelli e del trasporto di merci, stanziati nelle province di Pisa e Firenze, uno composto da cittadini italiani, legati alla Mala del Brenta, stanziati nella provincia di Ferrara, che ha instaurato e sviluppato i rapporti con una potente organizzazione di narcotrafficanti colombiani, l’ultimo composto da cittadini colombiani, che gestiva la vendita e la spedizione dello stupefacente dal sud America.