C’è anche una persona residente a San Giuliano Terme tra i 13 finiti nei guai per aver truffato l’azienda Ascit che gestisce la raccolta dei rifiuti nella Piana di Lucca. I 12, tutti dipendetidi dell’azienda partecipata dei rifiuti, sono accusati insieme a un benzinaio di peculato, truffa e uso indebito di carte di credito.
In sostanza i 12 lavoratori avevano trovato il modo di fare il pieno alle proprie automobili con la connivenza del benzinaio e farlo pagare all’azienda con rifornimento che avvenivano prima dell’ingresso al lavoro o subito dopo l’uscita. Si stima che in un’anno siano riusciti a sottrarre all’azienda fino a 80mila euro. Per loro verrà chiesto dal pm il rinvio a giudizio. I carabinieri al termine della indagini durante quasi tre anni e partite su segnalazione della stessa direzione aziendale si sono presentati questa mattina anche a San Giuliano Terme, a casa del dipendete dell’azienda dei rifiuti capannorese per notificare gli atti e compiere una perquisizione durante la quale sono emersi nuovi elementi di prova. Quattro dipendenti Ascit sono stati colpiti anche dalla sospensione dall’attività lavorativa, due per due mesi e gli altri per 6 mesi, con un provvedimento firmato dal gip su richiesta del pm, sul cui tavolo sono finite da tempo le risultanze investigative dei carabinieri, dopo lunghi mesi di indagini delicate.
Secondo quanto accertato, i dodici dipendenti indagati a vario titolo avrebbero utilizzato la fuel card aziendale per rifornire le proprie auto private, a volte presentandosi alla pompa di carburante, fuori orario di lavoro. In altri casi, con la complicità dell’addetto al distributore, avrebbero gonfiato i costi dell’effettivo rifornimento ai mezzi Ascit, facendo risultare spese fino a 70-80 euro in più.
Un litro di carburante per fare 700 metri. La disinvoltura con cui, secondo l’accusa, venivano compiute le truffe era impressionante. Tanto che, prima ancora che cominciasse l’indagine, dai documenti risultava un consumo fuori dal normale di carburante. Secondo i conti fatti dai carabinieri, da quello che emergeva dai documenti contabili taroccati da dipendenti e distributore, un mezzo di media grandezza dell’Ascit non percorreva più di 700 metri con un litro di carburante. Quando invece, a cose normali, quella quantità bastava a coprire più di due chilometri. Cifre apparse immediatamente incongruenti anche alla stessa azienda e numeri improbabili se confrontati con quelli dei mezzi condotti dai dipendenti onesti.
Le perquisizioni. Un copione giornaliero, secondo quanto ipotizzato dai militari che proprio stamani (25 giugno) hanno effettuato le perquisizioni a casa dei 13 indagati, acquisendo in alcuni case, materiale cartaceo e documenti che finiranno agli atti dell’inchiesta. L’operazione ha riguardato anche Montecatini Terme, San Giuliano Terme e Viareggio, dove risiedono tre degli accusati. In quattro casi sono state eseguite anche altrettante misure di sospensione dell’attività di pubblico servizio nei confronti di quattro dipendenti.