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Alla mostra mercato del tartufo curiosità per le installazioni al Mutart

25 novembre 2024 | 17:11
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Alla mostra mercato del tartufo curiosità per le installazioni al Mutart

Fra queste la riproduzione del super tartufo da 2520 grammi, poi finito nella tavola del presidente degli Stati Uniti Dwight Eisenhower simbolo dell’edizione 2024 dell’evento

Toccare con mano (si fa per dire) il più grande tartufo bianco mai trovato.

Scoprire la classifica dei ritrovamenti più sorprendenti degli ultimi decenni, sentire dalla viva voce del cercatore di tartufi il racconto di segreti e trucchi del mestiere e molto, molto di più. Sono alcune delle cose che anche in questa edizione della Mostra Mercato visitatori e curiosi da mezzo mondo possono saggiare all’ombra della Rocca.

La novità di quest’anno però è che tutto ciò che avreste voluto chiedere sul prodotto più prezioso delle colline sanminiatesi lo si può trovare in un luogo ben preciso: il Museo del Tartufo, Mutart, al numero 20 di via IV Novembre, aperto ufficialmente ad aprile, ma in queste settimane compie il ‘battesimo del fuoco’ per la sua prima mostra mercato. Ed i numeri lo premiano: dalle prime stime, infatti, sono circa 70 i visitatori che varcano la porta nei giorni ‘di piena’ della kermesse, il fine settimana.

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Fra i più incuriositi degli allestimenti, ovviamente, vi sono gli stranieri, che quest’anno sono soprattutto europei; elemento, questo, confermato anche dalle presenze fra banchi e stand nelle varie piazze. D’altronde che numeri, statistiche e record del tartufo fossero nell’aria di questa 54esima edizione lo si era capito anche dal manifesto, che quest’anno ha voluto celebrare l’incredibile scoperta fatta nei boschi di Balconevisi ormai 70 anni fa da Arturo Gallerini detto Bego e dal suo cane Parigi.

Una riproduzione di quel super tartufo da 2520 grammi, poi finito nella tavola del presidente degli Stati Uniti Dwight Eisenhower, fa bella mostra di sé proprio al Mutart, dove allestimenti e mostra cercano di delineare anche altri ‘grandi numeri’, dal più caro al prezzo d’asta mai venduto (1433 grammi esposti dai Savini nel 2007 e venduto a Palazzo Medici Ricciardi per 330mila euro ad un ricco imprenditore cinese) ad altre informazioni su un mondo tradizionale, tipico, ma anche fragile.

La mostra, infatti, ricostruisce attraverso i suoi pannelli le origini attestate della ricerca di questo prodotto in Valdegola e dintorni, a fine Ottocento, ad opera di braccianti emiliani e romagnoli stagionali che periodicamente venivano in questa zona a lavorare le colture estensive, ma ricostruisce anche tutto il lavoro normativo fatto per il riconoscimento di una filiera e di una tipicità appannaggio oggi di una trentina di comuni per quanto riguarda la Toscana.

Parallelamente alla nascita della rete commerciale e alla filera che fra anni Settanta e Ottanta ha portato alla nascita della rete delle Città del Tartufo, di cui San Miniato è parte insieme ad altri 70 comuni italiani. Una visita interattiva ripercorre poi l’epopea del tartufaio nei boschi delle Colline Samminiatesi, tra piante e rumori silvestri. Il museo è visitabile da venerdì a domenica, oltre ai festivi, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.