“La mia classe fu la prima invitata a visitare il consiglio regionale”: il figlio ricorda Giacomo Maccheroni





In una commemorazione proprio nell’aula della Regione
L’assemblea legislativa toscana ha ricordato Giacomo Maccheroni, presidente del consiglio regionale dal 1983 al 1987 scomparso da pochi giorni. Di fronte ai consiglieri regionali, sono intervenuti il figlio Sandro, il presidente della giunta Eugenio Giani, il presidente del consiglio Antonio Mazzeo, la vicesindaca di Pontedera Carla Cocilova e Michele Quirici, che ha recuperato e pubblicato le memorie dei lunghi anni di impegno nelle istituzioni di Giacomo Maccheroni.
Nel corso della cerimonia, il presidente Mazzeo ha consegnato agli intervenuti, e in primo luogo a Sandro Maccheroni, un piccolo fascicolo nel quale sono riprodotte due fotografie di Giacomo Maccheroni, scattate all’epoca in cui era presidente del Consiglio regionale, e gli atti consigliari che riportano la votazione dell’Aula dell’ottobre 1983 e il discorso di insediamento del neoeletto presidente.
“Con grande commozione e gratitudine – ha detto il presidente Antonio Mazzeo – abbiamo pensato di dedicare un momento di commemorazione a Giacomo Maccheroni, il terzo presidente del consiglio regionale dalla sua costituzione nel 1975. Voglio prima di tutto esprimere il cordoglio del Consiglio regionale della Toscana alla famiglia e alla Città di Pontedera che tanto ha amato. Giacomo Maccheroni è stato un protagonista di primo piano della vita politica della Toscana non solo per i ruoli istituzionali che ha ricoperto ma anche per la forza e la passione con cui si è speso per i suoi ideali e per rappresentare al meglio le cittadine e i cittadini del nostro territorio”. Mazzeo ha ricordato il percorso politico di Maccheroni, iniziato quando ancora era giovanissimo, nel 1958 come presidente dell’ospedale Lotti di Pondera e poi nel 1960 come consigliere comunale.
“La storia di Giacomo Maccheroni – ha proseguito Mazzeo – è fatta di radici profonde, maturate e vissute in una comunità che grazie anche al suo impegno è stata capace di guardare avanti e contribuire all’avanzamento della democrazia e dei diritti, ma anche alla ricostruzione materiale del territorio ancora ferito dai danni della Guerra e poi devastato dalla terribile alluvione del 1966. È stato un maestro per le giovani generazioni e il suo impegno politico ha sempre guardato con coraggio a tutte le persone, in particolare le più giovani, sempre pronto all’ascolto”.
Sottolineando che Maccheroni ha “sentito tutto l’onore e la responsabilità di sedere nello scranno più alto dell’Aula consiliare” il presidente Mazzeo ha ricordato l’incontro durante il quale, lo scorso anno, consegnò al suo predecessore la copia della delibera con la quale il Consiglio regionale lo nominò presidente dell’Assemblea nell’ottobre del 1983. “Anche in quella occasione – ha aggiunto Mazzeo – non mancarono le sue parole lucidissime nel tratteggiare le sfide che le Istituzioni della Repubblica devono affrontare, a partire dalla disaffezione al voto e dalla qualità del dibattito pubblico. Nel ringraziarmi mi dette un suggerimento che ho tenuto caro e che ho provato a mettere in pratica: mettere in primo piano i rapporti con le scuole e l’attenzione alle giovani generazioni”.
“La politica – ha concluso Mazzeo – è mettersi a disposizione degli altri, la politica è servizio, e in questa logica c’è un filo rosso che lega l’impegno di tutti noi e anche di chi, in un futuro, avrà l’onore di poter rappresentare, come è successo per Giacomo e come è successo per me, tutte le cittadine e i cittadini della Toscana. Da oggi questo impegno, per tenere viva la sua memoria, sarà ancora più forte”.
Come ha ricordato il presidente della Regione, Eugenio Giani, “Giacomo Maccheroni ha mantenuto il pensiero lucido fino alla fine, restando obiettivo nel cogliere qual era il clima e la situazione politica che abbiamo davanti, e lucido è obiettivo, finito il suo percorso nelle istituzioni, si è sempre mantenuto nelle sue valutazioni circa la vita politica e istituzionale della Regione e della sua città, che esprimeva con la sua autorevolezza innata che denotava il suo grande carisma”. La politica, ha aggiunto Giani, era per Maccheroni “la sua vocazione di vita” e con la popolazione “aveva creato un’empatia naturale”.
“Giacomo Maccheroni non ha mai interrotto la sua attività politica, nemmeno dopo essersi ritirato a vita privata, e ha continuato a stare vicino alla nostra istituzione comunale, non facendoci mai mancare il suo pensiero e il suo contributo ideale”, ha detto la vicesindaca di Pontedera, Carla Cocilova. “La sua cifra politica e amministrativa è un’eredità che non disperderemo e rappresenta il ricordo di uno spaccato di storia del nostro paese. Per questo ci sentiamo impegnati a il patrimonio della sua eredità di valori e ideali”.
Proprio partendo da questo ultimo ricordo Sandro Maccheroni ha voluto esprimere il suo ringraziamento al Consiglio regionale per la cerimonia di commemorazione in memoria di suo padre. “Grazie per questi ricordi di babbo – ha detto con voce emozionata –. Quando presiedeva quest’aula io ero studente e la mia classe fu proprio la prima che invitò a visitare il Consiglio regionale. Ricordo quel portachiavi e quando ancora oggi incontro i miei ex compagni, tutti mi parlano di quel portachiavi che tutti hanno conservato”. Infine, un ultimo ricordo personale: “A volte mi diceva stamani vieni con me e io ho potuto vedere, quei giorni, che mentre io avevo soggezione dell’istituzione in cui mi trovavo, lui si muoveva e si comportava come un buon padrone di casa, con la stessa naturalezza di quando davvero si trovava nella nostra casa”.