Biblioteca e archivio, i lavoratori dell’ex appalto mandati a casa pronti alla battaglia di carte bollate

Solo due dei sette ex dipendenti hanno trovato un impiego alternativo
Dovevano essere ricollocati in nuovi posti di lavoro ‘idonei’, con mansioni ‘simili’ a quelle lasciate a maggio, in comuni ‘limitrofi’. Ma le cose, almeno per ora, sono andate in tutt’altro modo. A quasi due mesi dalla brusca chiusura dell’appalto dei lavoratori di biblioteca ed archivio di San Miniato Basso, la maggior parte di loro promette battaglia anche attraverso le carte bollate, per un appalto che i loro legali, che annunciano vertenza entro settembre e hanno già inviato una pec al comune dai medesimi toni, definiscono ‘illegittimo’.
E per buona parte di essi le proposte di ricollocazione non sono andate a buon fine. “Hanno proposto pacchetti di ore decisamente inferiori, spesso in comuni e strutture lontanissimi da casa e da dove abbiamo lavorato per oltre 20 anni, a San Miniato – raccontano. – In molti casi, poi, si tratta di mansioni differenti da quelle per le quali ci siamo formati”.
Il risultato è che ad oggi, dei sette lavoratori tagliati fuori dalla repentina fine dell’appalto, per decisione del comune di San Miniato alla fine di una polemica durata mesi e iniziata con una denuncia sulle condizioni di sicurezza del luogo di lavoro in cui prestavano servizio, solo in due hanno ritrovato una qualche stabilità. Per tutti gli altri, ancora sotto contratto con la cooperativa Promocultura, c’è la via della lotta. In piazza, come avvenuto alcuni giorni fa in occasione del festival letterario Filo d’Identità con un’incursione ‘fuori programma’ di fronte ad una nutritissima platea ai loggiati di San Domenico. O ‘rincorrendo’ questo o quel ‘big’ del Partito Democratico: ultima ‘vittima’ l’assessora regionale al lavoro e alle pari opportunità Alessandra Nardini, presente alla serata sanminiatese e con la quale le lavoratrici chiedono un incontro da tempo. “Cosa dobbiamo fare per essere degne di una parola da Lei? – chiedono le lavoratrici a Nardini tramite i canali social dedicati alla vertenza. – Anche oggi nessuna parola per noi. Ma la lotta è anche sindacale, con la Cgil intenta a breve a chiedere un nuovo incontro al fine di giungere ad un difficilissimo processo di internalizzazione”.
C’è infine la via legale, con l’accusa di comportamento antisindacale nei confronti di un’amministrazione accusata di “atteggiamenti ritorsivi”, ma anche entrando nelle more di ciò che reggeva quel famoso appalto per la gestione di parte dei servizi bibliotecari. “Un appalto di manodopera illegittimo – scrivono i legali dei lavoratori al comune – poichè in violazione dei divieti legislativi ed in danno dei diritti dei lavoratori”. La tesi avversa al comune è quella di aver avuto a che fare con una “interposizione illecita di manodopera”. “Il rapporto di lavoro – continuano – deve intendersi intercorso direttamente fra i lavoratori ed il Comune”. Sulla questione è intevenuto anche il sindacato di base Cub. “Una scelta oculata poteva essere fatta, un bando di concorso per bibliotecari con riconoscimento della anzianità – scrivono dal sindacato. – Al di là dei ricorsi legale dei singoli lavoratori, la Giunta di San Miniato vuole sedersi ad un tavolo e salvaguardare questi posti di lavoro?”.