Dalla storia d’amore alla condanna a morte: il libro per finanziare la ricerca

Un libro per ricordare il marito che le è stato portato via da una malattia rarissima. Il ricavato dalla vendita andrà proprio a sostenere la ricerca delle malattie di tipo neurodegenerative. E’ stato presentato in occasione del 25esimo anniversario del loro matrimonio, davanti ai tanti amici e conoscenti, nei locali della biblioteca comunale Adrio Puccini a Santa Croce sull’Arno, il libro “Se tu fossi qui” in ricordo di Luca Nuti scritto dalla moglie, Alessandra Gozzini, con Marco Sabia.
Il libro racconta i momenti di questa terribile malattia contro la quale Luca ed Alessandra hanno combattuto fino doversi arrendere. Il libro parla anche della loro bella storia d’amore, che inizia con lui, “quel ragazzo di appena 20 anni che aveva sempre il latte alla bocca”, lo descrive Alessandra più grande di 6 anni, che al semaforo in piazza Matteotti, quando erano fermi al rosso, con la ruota anteriore del suo motociclo urtava ogni volta leggermente quella posteriore della sua Vespa Piaggio. Una storia che si è interrotta con la morte di Luca colpito dalla rarissima encefalopatia spongiforme sporadica, una malattia che colpisce una persona su di un milione, per la quale non esiste nessun protocollo terapeutico.
Alessandra nel novembre 2018 ha fondato l’Associazione Nuti Luca che, senza scopo di lucro, con finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, ha come obiettivo il sostegno alla ricerca medica e scientifica delle malattie di tipo “neurodegenerative di origine prionica”. Il ricavato del libro è infatti destinato alla ricerca nei confronti di questa malattia in particolare per sostenere i progetti di Gianluigi Zanusso dell’Università di Verona, che con grande umanità e professionalità ha seguito Luca nella sua sfortunata parabola. Lo scopo è dare forza alla ricerca, hanno detto i due autori, per fare in modo che in futuro meno persone debbano confrontarsi con una condanna a morte inappellabile. “E’ qualcosa che sento di dover fare dal profondo del cuore – ha sottolineato Alessandra Gozzini – perché ci sono famiglie che si trovano a vivere quest’esperienza terribile senza poter fare nulla com’è accaduto a noi”.