Fusione di Comuni, Lajatico e Peccioli verso il referendum

Sarà costituito un unico ente per l’Alta Valdera
La commissione Affari istituzionali, presieduta da Giacomo Bugliani (Partito democratico) ha tenuto questa mattina (19 settembre), l’audizione dei sindaci di Lajatico, Alessio Barbafieri, e Peccioli, Renzo Macelloni, in merito all’istituzione del Comune di Alta Valdera, per fusione dei Comuni di Lajatico e Peccioli. Si tratta di un processo di fusione fortemente voluto dalle due amministrazioni comunali che attende adesso l’espressione del parere del Consiglio regionale riguardo alla formulazione del quesito referendario, attraverso il quale si esprimerà la volontà dei cittadini dei due Comuni. Il referendum avrà valore consultivo e non vincolante, come previsto dalla legge regionale 62 del 2007, ma i due sindaci e i commissari del Partito democratico, attraverso il vicecapogruppo Massimiliano Pescini, hanno affermato nel corso della seduta l’intenzione di seguire l’orientamento che sarà espresso dall’esito del referendum.
L’approdo verso il quale i due sindaci stanno lavorando con determinazione giunge a conclusione di un “percorso molto lungo, iniziato già nel 1997 e da allora gli elementi di valutazione non sono mai venuti meno – dice Macelloni –. Di recente, siamo usciti dall’Unione dei Comuni e abbiamo fatto un passo avanti: da due anni svolgiamo attività comune, con responsabilità incrociate e con l’impegno ben preciso preso alla fine dell’anno passato”. Quello che si profila ora, come spiega Barbafieri, è il confronto con la volontà dei cittadini, con i quali “gli incontri sono già avviati”. L’idea è quella di “dare più servizi, a parità di entrate”. C’è già un progetto dettagliato: “Dei 13milioni che pensiamo di prendere in 10 anni – e ora il Governo ha prolungato i contributi per i Comuni nati da fusione fino a 15 anni, chiarisce Macelloni –, intendiamo riservarne 8 per investimenti nel comune di Lajatico; con altri 2milioni nascerà il primo piano comunità energetica; intorno ai servizi vogliamo più fluidità”.
Il vicepresidente del Consiglio regionale, Marco Casucci invita a “riflettere sul fatto che per la prima volta in questa legislatura arriva in Consiglio una richiesta di fusione di Comuni. Troppe fusioni non sono state fatte nell’interesse dei territori, ma di altri soggetti. Per razionalizzare la macchina amministrativa si possono trovare altre forme. Ma qual è l’idea di sviluppo? – domanda il vicepresidente –. Le nostre perplessità rispetto ai percorsi rimangono, come resta la questione del consenso delle popolazioni”.
“A bloccare le fusioni molto spesso sono i dirigenti dei Comuni – osserva Macelloni –. Le maggiori perplessità arrivano da piccoli potentati. Siamo convinti e andiamo avanti. Le Unioni dei Comuni non funzionano, le fusioni sì. Ci teniamo moltissimo, vogliamo fare una cosa molto seria. Penso che una commissione come questa dovrebbe fare opera di sostegno. Noi siamo disponibili a confronto per mettere in campo le migliori soluzioni. Se non ce la faremo e il referendum non ci darà ragione, ci fermeremo”.
Molte le domande di approfondimento dei commissari. La vicepresidente Elisa Tozzi (Fratelli d’Italia) propone una riflessione più approfondita, sulla scorta delle valutazioni espresse dai primi cittadini, riguardo alle “differenze e criticità tra Unioni e fusioni di Comuni. Condivido la volontà di contare nell’ambito della programmazione regionale”. Dal gruppo di maggioranza, le valutazioni del Partito democratico (Valentina Mercanti, Gianni Anselmi, Massimiliano Pescini) sull’impostazione proposta dai sindaci di Lajatico e Peccioli sono largamente positive. “Confermo il nostro appoggio al percorso intrapreso dai sindaci, sapendo che a loro toccherà ascoltare tutti e avere la forza per raggiungere democraticamente il consenso della popolazione”, dichiara il vicecapogruppo Pescini. E dietro sollecitazione del consigliere Casucci – che auspica una posizione chiara da parte della maggioranza “rispetto all’ipotesi di andare avanti solo nel caso di volontà favorevole di entrambi i Comuni” –, chiarisce: “Aderiamo al pensiero dei sindaci, ci adegueremo, seguiremo quanto ci verrà indicato dall’esito del referendum”.