Oliveri (Asma 2.1): “Inadempienze con l’Inps, si chiarisca se il problema è comunale o nazionale”

Polemiche dopo l’invito a regolarizzare una situazione contributiva riguardante praticamente tutti i dipendenti in servizio all’ente negli anni fra il 2008 ed il 2012.
“L’Inps accusa il comune di inadempienze contributive. Se il problema è comunale è grave, se invece la questione è nazionale viene da chiedersi come mai il comune deve affrontarla da solo e con soldi suoi”. Sono le parole del consigliere di opposizione Enzo Oliveri, gruppo “ASMA” 2.1, riguardo l’ultima ‘bega’ arrivata agli uffici del comune santacrocese, oltre che a quelli di vari altri comuni della provincia. Sulla carta, almeno per quanto riguarda la capitale del distretto, si tratta di un’inadempienza contributiva complessiva di 94 mila euro. Accade a Santa Croce, dove nelle settimane scorse, come in molti altri comuni della provincia, della regione e non solo, l’Inps ha inviato un invito a regolarizzare una situazione contributiva riguardante praticamente tutti i dipendenti in servizio all’ente negli anni fra il 2008 ed il 2012. Una questione non nuova, che in comune già da tempo tentano di affrontare anche in raccordo con gli altri enti coinvolti, tanto che alcuni mesi fa della questione molti sindaci sono stati chiamati a discuterne anche dal Prefetto.
“Un problema che viene da lontano e che non si origina da noi – fanno sapere dagli uffici. – Tutto parte da un ammanco di dati nelle disponibilità di Inps”. Della cosa, in questi ultimi mesi, si è occupata anche l’Anci. In pratica Inps sta chiedendo conto a moltissimi comuni di versamenti previdenziali effettuati per i propri dipendenti, dagli anni Novanta in poi. Un controllo difficile da fare, visti i tanti anni passati. Pratiche che spesso si sono originate nella vecchia cassa previdenziale dei dipendenti pubblici, poi inglobata in Inps. Le richieste per omessi versamenti nascono dal fatto che gli archivi (Cpdel/Inpdap) Inps sono stati alimentati nel tempo con diverse modalità – si è passati dal cartaceo all’informatico, spesso con alcune difficoltà – creando una banca dati di difficile attendibilità. Sulla base di questi archivi l’Inps emette ora gli avvisi di debito ogni volta non riesce a incrociare gli importi versati con quelli dovuti. Nelle comunicazioni di debito, a fronte di retribuzioni imponibili determinate dall’Inps, vengono ricalcolati i contributi suddivisi per anno e per dipendente, e, nel caso di mancata coincidenza con quelli versati, si pone a carico dell’amministrazione la differenza. “In molti casi si tratta di soldi effettivamente versati – spiegano dal Comune – ma dei quali non c’è più traccia, o c’è una traccia elettronica su file che Inps non è più in grado di leggere”.
La cosa riguarderebbe più o meno quasi tutti i comuni della provincia (a Pisa sarebbero stati contestati 1,3 milioni di euro). L’Inps obbliga gli enti a produrre la documentazione utile a dimostrare la regolarità dei versamenti o a saldare entro 90 giorni gli ammanchi contestati. “La prima preoccupazione è stata quella del Durc. Se i comuni non risultano più in regola, non sono più in grado di emettere l’attestazione di regolarità contributiva – fanno sapere dal comune. – e questo ad un certo punto ha messo in dubbio i fondi Pnrr”. Emergenza, nel frattempo, rientrata almeno su quel fronte. Fatto sta che intanto il comune di Santa Croce, per risolvere l’inghippo, ha dovuto avvalersi di un esperto esterno, con una spesa di 15mila euro.
“La regolarizzazione di tali posizioni contributive richiede una specifica competenza ed elevata conoscenza della materia contributiva e ListaPosPA – si legge nella determina – tenuto conto della portata della regolarizzazione che prevede l’invito di circa mille flussi a variazione e nella maggior afferenti mesi in cui il sistema ListaPosPA procedeva le acquisizioni per competenza anziché per cassa, aumentando la difficoltà nella riorganizzazione contributiva del singolo dipendente e pertanto della sua regolarizzazione, nonché tenendo di conto che l’analisi di tali posizioni contributive potrà svolgersi nella prevalenza dei casi soltanto mediante lo studio di materiale cartaceo quali i cedolini stipendiali o cedoloni annuali stipendiali ai fini della ricostruzione della carriera contributiva dei singoli dipendenti per quei mesi lacunosi in Inps”.