Il corteo storico accende il Palio dei barchini, premio per la sfilata a San Bartolomeo

La contrada ha dedicato l’esibizione al passaggio dell’epidemia di peste del 1631. Apprezzate anche le altre iniziative
Il corteo storico ha acceso la mattina il Palio dei barchini a Castelfranco.
Pochi altri momenti riescono a trasmettere la stessa allegria contagiosa. Suoni e colori di un paese in festa, tornato a vivere il piacere di un palio finalmente al completo, aperto questa mattina (27 maggio) dalla sfilata storica che ha attraversato le strade del paese. Musici, sbandieratori e portacolori, seguiti dai temi che le quattro contrade hanno messo in scena per ricordare altrettanti momenti del proprio passato. A conquistare più di tutti i favori della giuria sono stati i contradaioli di San Bartolomeo, vincitori per l’ennesima volta del premio per la miglior sfilata dedicato quest’anno al passaggio dell’epidemia di peste del 1631. Sfilata dedicata al ricordo di Luciano Fenzi e Naro Bilanceri, messa in scena con la consueta recitazione e ironia che ha reso celebre il quartiere rossoblù, con le guardie impegnate a individuare i contagiati per portarli in quarantena, mentre la popolazione preferisce rivolgersi alla fattucchiera nella speranza di qualche pozione guaritrice, fino al carro con la ricostruzione di un lazzeretto carico di appestati.
Molto apprezzata però anche la sfilata delle altre contrade, a cominciare da quella di San Martino che ha portato in scena la figura di Carlo Guerrazzi, il giovane patriota castelfranchese partito volontario allo scoppio della Grande Guerra e caduto sul Carso nel 1916. A partire dalla scena dell’arruolamento i verdearancio hanno portato in sfilata divise e trincee del primo conflitto mondiale, fino al carro finale con l’inaugurazione della targa alla memoria di Guerrazzi sotto le logge del municipio.
I biancazzurri di San Pietro sono tornati invece alla metà dell’Ottocento, per raccontare quanto accaduto all’indomani del terremoto del ’48 che danneggiò gravemente la parte più alta del campanile di porta Vigesimo, simbolo della contrada e di tutta Castelfranco, con il sindaco dell’epoca intenzionato inizialmente a demolire la torre per ricostruirla altrove. Le proteste della popolazione e del parroco convinsero alla fine le autorità a ristrutturare il campanile perché rimasse dove si trova tuttora.
Ben recitata anche la sfilata di San Michele dal titolo Alé biancoverdi, dedicata alla nascita della prima squadra di calcio del paese nel 1919. Una disciplina ancora poco conosciuta nei centri di provincia, portata in paese da un livornese che convinse i castelfranchesi a dar vita alla prima squadra di calcio fra le proteste delle mogli. “Se non andate a lavorare ve lo do io un calcio” lamentava stamani una delle donne della sfilata giallonera, seguita subito dopo dal carro dove si cuciono le prime casacche biancoverdi, fino alla firma dell’accordo tra il Comune e le suore per la costruzione del primo campo sportivo nell’ex orto del convento di San Matteo, chiamato a sostituire il primo improvvisato campo da gioco allestito nell’attuale piazza Garibaldi.






































