Parità di genere e teoria gender, a Castelfranco di Sotto scuola e parrocchia invitano a riflettere

L’incontro in chiesa di giovedì 20 accende il dibattito
C’è un punto in comune: il benessere delle persone, grandi e piccole. Per arrivarci, però, si possono scegliere molte strade. Tutte iniziano con l’ascolto e puntano alla guida, ma i percorsi e gli approcci possono essere diversi. Ed è anche giusto così, perché non può esistere un modello perfetto applicabile a tutti, se consideriamo che ciascuno è diverso, pur meritando le stesse attenzioni e le stesse opportunità.
Se questa è la condivisibile teoria, più scivolosa può essere l’applicazione pratica. E così a Castelfranco di Sotto la parrocchia organizza un incontro per parlare di teoria gender (giovedì 20 aprile nella chiesa collegiata alle 21,15), dedicato in particolare ai genitori dei ragazzi del catechismo, che vuole guidare gli adulti a comprendere per aiutare i bambini ma con un volantino nel quale si citano la scuola e la classe terza elementare, che insieme alla scuola dell’infanzia sta portando avanti un progetto sulla parità di genere.
Più che i detti, almeno finora, sono i non detti a fare male e mentre il parroco don Ernesto Testi difende la libertà sua e della parrocchia di esprimere liberamente il proprio pensiero come sancito anche dalla Costituzione, il dirigente scolastico Sandro Sodini difende la capacità di ascoltare e accogliere che fanno del suo istituto un’avaguardia in Toscana.
Don Ernesto specifica che “il discorso è generale, perché il tema del gender e del gender fluid (l’appartenenza a un sesso a prescindere dalla biologia) è attuale e va affrontato anche per aiutare i genitori a comprendere e parlarne perché certe situazioni cambiano anche il mondo delle relazioni, per esempio e noi abbiamo il dovere di pensare a cosa potrebbe diventare il mondo tra 10 anni. Non ci riferiamo a un contesto specifico, ma a un tema specifico. Alcuni genitori ci hanno manifestato una difficoltà e fatto una richiesta. Noi come parrocchia ci siamo prestati volentieri ad appoggiare un incontro informativo, che aiuti a riflettere e chiarire. Vogliamo dare un punto di vista, come ce ne sono altri, per aiutare chiunque a farsi un’idea propria. Mi sembra giusto che ciascuno sia libero di esprimere la propria idea e fornire un contributo a una discussione perché quando non c’è confronto, manca anche la riflessione”. Ad affrontare il tema sarà Raffaella Frullone. “Alcuni genitori la conoscevano e hanno deciso di invitarla”.
Il fatto però che l’incontro sia stato intitolato “Parità di genere” a scuola ha fatto saltare sulla sedia il dirigente Sodini: nelle classi dell’infanzia e in terza primaria si stanno proponendo letture e attività in cui può succedere che sia la principessa a salvare il principe, che una bambina si immagini di fare da grande l’astronauta ma anche la maestra o che un bambino pensi a sé da adulto come casalingo o come muratore. Parità di genere come pari opportunità insomma, come possibilità di essere realizzati in quello che ci piace e non in quello che il nostro genere, la nostra posizione sociale o qualsiasi altra cosa ci impone. “Nella mia scuola – spiega Sodini -, con i miei impagabili insegnanti, lavoriamo per avere bambini e bambine felici, che si sentano accolti, ascoltati, realizzati e soprattutto protetti“. Tanto che, ormai 3 anni fa, il consiglio di istituto ha deliberato che “per assicurare il benessere di ogni persona considerata nella sua unicità, l’istituto comprensivo accoglie la personalità e l’identità di ciascuna alunna e ciascun alunno, in ogni sua espressione. Nella comprensione e nel supporto a ogni differenza e diversità, con tutti gli strumenti di cui l’istituzione dispone, la scuola tutela il benessere, la serenità e lo sviluppo del proprio sé come persona e futura cittadina e futuro cittadino, credendo che una società inclusiva parta proprio dalla scuola, dalla sua capacità di accogliere tutte le differenze, che sempre arricchiscono ed elevano la nostra comunità”. Senza indirizzare nessuno da nessuna parte insomma, ma aiutando ciascuno a esprimersi.
Da allora, per dirne qualcuno, l’istituto ha deliberato il cambio colore dei grembiuli, che tengono ora conto della classe e non del sesso degli alunni e delle alunne ma anche la partecipazione, prima scuola in Toscana, al progetto ParTime promosso da Indire in collaborazione con la Regione Toscana per promuovere la cultura della parità e del rispetto e il contrasto alla violenza nelle scuole di ogni ordine e grado e nei servizi per l’infanzia. “Stiamo completando il progetto sulla parità di genere, ma abbiamo garantito attività alternative a chi non ha voluto aderire, come è normle che sia”.
Punti di vista diversi ma non troppo lontani, se guardati bene. Ma Scuola e Chiesa sono due istituzioni che, anche se a volte si incontrano, non camminano per forza insieme. Ciascuna ha il dovere di pensare e formare in modo autonomo e di fornire strumenti, soprattutto, per approcciare e interpretare la realtà. D’altra parte l’arricchimento vero arriva proprio dalla capacità di saper accogliere molteplici punti di vista, per formare un pensiero critico senza chiusure e pregiudizi.