Ponte a Elsa, nuova scuola in cantiere per l’estate ma a settembre mancherà la classe prima





Per il secondo anno. “I bambini ci sono. Facciamo un appello ai genitori e alla loro capacità di organizzarsi, di fare passa parola”
Assemblea partecipata e con tanta preoccupazione per una “scuola senza studenti” a Ponte a Elsa di San Miniato, in occasione, ieri 28 marzo, di un incontro organizzato dal comune nella ‘Sala 78’ della Casa del Popolo per fare il punto della situazione dell’atteso cantiere della nuova Collodi. Una buona notizia funestata dall’ombra della ‘crisi delle culle’, che a Ponte a Elsa soprattutto è in realtà dovuta anche ad una forte emorragia di studenti.
“Entro l’estate prevediamo l’avvio dei lavori – ha assicurato il sindaco di San Miniato Simone Giglioli –. Durerà circa 18 mesi”. Occasione anche per delineare la lunga storia dell’approvazione del progetto, finanziato in gran parte dal Pnrr con una ‘giunta’ del comune. “Nessuno di noi, due anni fa, avrebbe mai pensato di veder andare deserta una gara da 3 milioni di euro – ha dichiarato il primo cittadino –. Ma purtroppo per una struttura del genere, fatta prevalentemente in legno, l’enorme rialzo dei prezzi dovuto al post pandemia e alla guerra in Ucraina ha giocato un ruolo fondamentale. Siamo quindi dovuti intervenire noi, che come Comune abbiamo messo un milione e 300mila euro alla cifra iniziale e finanziata. Per un totale di 4,2 milioni. Senza nuova gara con questo aggiornamento di prezzi, il bando sarebbe andato nuovamente deserto. Solo la redazione del progetto esecutivo ci ha permesso di arrivare al terzo posto nella graduatoria dei progetti finanziati, che sono stati in tutto 10”.
La nuova scuola, tecnicamente illustrata dall’ingegnere del comune Iuri Gelli, sarà un polo 0-11 anni, al quale andranno anche i bimbi del nido ‘Il Gatto e la Volpe’. Intanto dall’anno prossimo potrebbero (forse) tornare anche i bambini di San Genesio. In ogni caso una narrazione solo in parte contrappuntata da numerosi interventi dei genitori, alcuni fra i quali contestano al comune l’aver “perso troppo tempo”. “Sono sette anni ormai che aspettiamo” dice la mamma di uno dei bimbi di San Genesio; “Non potevate intervenire prima?” chiede un altro genitore; “anni fa quanto sarebbe costata?” è la domanda che si sono fatti in molti.
A focalizzare l’assemblea, però, è stato quasi subito il tema della formazione della classe prima, che anche per l’anno prossimo non è andata a buon fine. Per il secondo anno di seguito. Secondo alcuni genitori la scuola, oltre a subire una cannibalizzazione da parte di altri (la Don Bosco del lato empolese e la primaria a La Scala) sarebbe ormai vittima della sua ‘fama’. “Quest’anno già da settembre circolava la voce che non ce l’avrebbero fatta” hanno denunciato in molti “è mancata una vera promozione del plesso”. Di qui la proposta di un Open Day da sviluppare. “Sulla comunicazione possiamo sicuramente migliorare e lo faremo – ha assicurato il dirigente scolastico dell’Istituto Sacchetti Andrea Fubini –. Dopodiché l’organico è qualcosa che viene assegnato dall’Ufficio Scolastico Regionale sulla base delle iscrizioni. Non ha niente di politico”.
Fra i temi, poi, c’è stato quello del tempo pieno e tempo corto, introdotto dalla consigliera di Cambiamenti Manola Guazzini. “A La Serra, dove abbiamo lo stesso problema, si è risolto ampliando lo stradario di riferimento del plesso e ampliando l’offerta col tempo pieno. Senza contare che se l’amministrazione comunale avesse finanziato quest’opera con un mutuo a suo tempo, a quest’ora avremmo già la nuova scuola e il recupero dei locali della vecchia”.
“Già lo scorso anno abbiamo giocato la carta del tempo pieno proprio perché lo facevano anche la Don Bosco e La Scala – ha precisato Fubini –. Ma a quel punto parte delle famiglie ci ha contestato”. “E’ chiaro che non è possibile offrire un’offerta individuale che accontenti tutti – ha rincarato la dose il sindaco insieme all’assessora alla scuola Giulia Profeti –. Ciò che ci preme sottolineare è che, a differenza che a La Serra, dove da stradario i bambini sono pochi, nel caso di Ponte a Elsa ci sono. Il bacino è buono. Anche per questo facciamo un appello ai genitori e alla loro capacità di organizzarsi, di fare passa parola. Ne va del benessere di tutta la comunità, che è impoverita fortemente dalla chiusura della scuola”. Niente, per ora, è dato sapere sul futuro della vecchia scuola. “Sarà sicuramente messa a disposizione della comunità di Ponte a Elsa in qualche altro modo – dice Giglioli –. Decideremo in futuro come”.