Nuovo vescovo a San Miniato, Cantarella: “Lo attende una sfida difficile ma alla sua altezza”

L’esperto di chiesa toscana: “Velocità inedita nella nuova nomina, probabilmente dovuta a non dare adito alle voci, mai confermate, di un possibile accorpamento della Diocesi”
Nuovo vescovo a San Miniato, sulla nomina, arrivata la vigilia di Natale, riceviamo e volentieri pubblichiamo il commento dell’esperto di chiesa toscana Michael Cantarella.
Dunque il 26esimo vescovo di San Miniato sarà fiorentino. Nella cronotassi dei presuli che hanno abitato Piazza Duomo non è certo una novità, ma questa nomina, in questo momento, in questo modo, rappresenta un fatto inedito.
In primo luogo per la velocità: solo poche settimane per voltare pagina dopo la nomina di Monsignor Migliavacca ad Arezzo. Un inedito per i tempi della chiesa, probabilmente dovuto a non dare adito alle voci, mai confermate, di un possibile accorpamento della Diocesi.
In secondo luogo, il profilo di Paccosi. La biografia del vescovo eletto parla chiaro: una vita in parrocchia, una forte esperienza missionaria in Sudamerica, la forte appartenenza al mondo di Comunione e Liberazione. Un taglio sicuramente diverso da quello di Andrea Migliavacca, che ha portato nella terra Sanminiatese la freschezza della sua militanza negli scout e delle esperienze di pastorale giovanile.
Una diversità che si innesta in una delle diocesi più tranquille nel panorama toscano, ma con alcuni distinguo. L’assetto di queste terre costellate di paesi sta mutando rapidamente. Le sfide della crescente secolarizzazione, la disaffezione verso la Chiesa, ma anche dinamiche più sociali, di necessaria integrazione di culture diverse, e di carattere economico e sociale avanzano anche nel Valdarno e in Valdera. Si respira, quindi, il bisogno di una voce diversa, sapienziale, che dipinga orizzonti diversi, più alti.
La voce della Chiesa di San Miniato è infatti sempre stata importante nella cultura e nella vita sociale del territorio, proprio per la particolare conformazione della diocesi che ha ispirato nel tempo l’humus culturale, sociale e politico di queste zone.
Ma è all’interno della chiesa che permangono i problemi più seri. Le vocazioni scarseggiano, la trasformazione e l’accorpamento delle parrocchie in unità pastorali è molto complesso, le comunità faticano a trovare un nuovo assetto identitario che non snaturi la presenza stessa della chiesa tra le persone.
Una sfida difficile che tuttavia sembra essere alla portata del nuovo Vescovo Giovanni. In bocca al lupo e buon cammino.