“Un grande momento ecclesiale e spirituale. Dopo 400 anni, la Chiesa non è invecchiata”: un anno di eventi per il giubileo della Diocesi
Che, per Migliavacca, ha bisogno di un vescovo. La porta del duomo aprirà le celebrazioni: “ci vedrà uscire. Perché la Chiesa si apra al mondo”
“Non una semplice collezione di eventi, ma un grande momento ecclesiale e spirituale“. Lo definisce così, monsignor Andrea Migliavacca, il grande appuntamento per i 400 anni della Diocesi di San Miniato. Programma che inizierà il 4 dicembre prossimo e finirà l’8 dicembre 2023, “segno” continua il vescovo che presto prenderà la via di Arezzo, “di una vitalità della diocesi per la quale la presenza di un vescovo è necessaria”.
E’ questa l’unica concessione che Migliavacca fa, insieme ai continui riferimenti al suo “successore” in merito ad un futuro per San Miniato le cui tinte, comunque, si fanno sempre meno fosche. Momenti di preghiera, mostre, libri sulla storia dei 400 anni. Tante le cose che dal 4 dicembre celebreranno la storia della diocesi.
Un grande programma, che dalla prima domenica di dicembre animerà il vescovado e non solo fino all’8 dicembre 2023, a memoria di quello storico 5 dicembre del 1622 in cui con la bolla papale di Gregorio XV si dette vita alla Diocesi. “Un modo per dire dopo 400 anni che la Chiesa non è invecchiata – ha specificato – ed è ancora in grado di annunciare il Vangelo”.
Apertura che sarà simboleggiata, il 4 dicembre prossimo in occasione della celebrazione eucaristica, anche dall’apertura della porta del Duomo ad inaugurazione dell’anno giubilare: “Sarà aperta dall’interno e ci vedrà uscire – specifica Migliavacca –. Perché la Chiesa si apra al mondo”. A seguire un innumerevole insieme di eventi grandi e piccoli, dal concerto per corali previsto in San Domenico sabato 10 fra musiche di Mozart, Perosi Haydn, alle inaugurazioni nelle prossime settimane e mesi, di varie mostre come quella che sarà dedicata ai ‘sacerdoti scrittori’ della Diocesi nella Biblioteca del Seminario o quella dove farà presto bella mostra di sé il dipinto, recentemente restaurato, di Maria Maddalena d’Austria, vedova di Cosimo II de’ Medici che molto fece per la nascita della Diocesi.
“Vi saranno tanti giubilei – spiega il collaboratore diocesano don Francesco Ricciarelli –, come quello dei politici, l’8 gennaio, con la consegna del messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale della Pace agli Amministratori locali, oppure quello dei lettori il 22 gennaio, o quello del malato, a San Romano in febbraio”. Giornate giubilari saranno dedicate poi ai movimenti e alle aggregazioni laicali (18 febbraio), ai ragazzi e ai Ministranti (15 aprile), alla famiglia (7 maggio), ai musicisti (13 maggio), al volontariato e ai giovani (14 e 20 maggio), allo sport (9 giugno), ai catechisti (23 settembre) con manifestazioni collaterali nate anche dalla collaborazione delle tante realtà che animano la Diocesi.
Occasioni anche per continuare quel viaggio all’interno alla Diocesi che Migliavacca aveva intrapreso appena giunto a San Miniato, ma era stato brutalmente interrotto dalla Pandemia. “In questo spirito – spiega il Vescovo – riprenderemo anche il programma dei pellegrinaggi, a Lourdes in aprile e a Piacenza in ottobre”. Sul fronte degli eventi culturali legati alla storia della Diocesi, di rilievo saranno anche le presentazioni di due pubblicazioni su Pio Alberto Del Corona e su ‘San Miniato 1622: nascita di una diocesi’ lasciati incompiuti da Graziano Concioni, storico archivista della diocesi scomparso nell’ottobre 2017.
“Dispiace molto lasciare San Miniato – ha aggiunto il Vescovo –. Ma lo faccio con tanta gratitudine nel cuore per chi mi ha accolto e ha reso bello il mio cammino, insieme alla gioia che ad ogni uomo di chiesa giunge da una chiamata, quella del Signore, dei quali siamo solo strumenti”.