Provincia verso il nuovo presidente: Angori pensa al bis ma c’è Pontedera, Giglioli incandidabile

Psi: “Un progetto unitario che coinvolga sindaci e consigli comunali, nelle maggioranze e nelle opposizioni, per colmare almeno in parte il deficit di rappresentanza degli organi”
Tempi sempre più stretti per l’elezione del nuovo presidente della Provincia di Pisa. Manca infatti appena un mese per l’elezione di colui o colei che potrebbe succedere al sindaco di Vecchiano e attuale presidente Massimiliano Angori, giunto a scadenza naturale del mandato.
Eppure quella che dovrebbe essere una passeggiata per il Partito Democratico, data l’evoluzione del quadro provinciale delle amministrazioni e il ‘ritorno all’ovile’ di comuni elettoralmente pesanti come Cascina, potrebbe rappresentare uno scontro fra territori, figlio dei nuovi equilibri fotografati dalle elezioni regionali e nazionali, oltre che della carenza di posti buoni a rappresentare le aree dopo la riduzione dei parlamentari.
Il presidente, si sa, dopo le riforme che hanno investito la Provincia e ne hanno fatto un ente di secondo livello, è eletto dagli amministratori, sindaci e consiglieri dei comuni del territorio. La data delle elezioni è fissata per il prossimo 10 dicembre.
L’unica candidatura sul piatto, al momento, è quella dello stesso Angori, che alcuni giorni fa in un intervento ha dichiarato la sua messa a “disposizione per un secondo mandato, con la consapevolezza della importanza di rivestire il doppio ruolo istituzionale”. E ha aggiunto che “In questi ultimi 4 anni non sono mancate le difficoltà e ancora oggi stiamo gestendo una crisi economica dagli effetti sempre più imprevedibili, con i mezzi che ci ha lasciato la riforma del 2014 dell’ente provinciale”.
Parole che dentro il Pd qualcuno avrebbe preso come una fuga in avanti, lamentando apertamente una discussione mai avvenuta all’interno del partito su un tema così dirimente. Nel contempo, dai territori maggiormente sottorappresentati, sono spuntati in maniera ufficiale una serie di nomi. E’ il caso del Comprensorio del Cuoio, che al momento non può vantare rappresentanze in parlamento (come Pisa) e a livello regionale certo ha molto meno peso della Valdera. Nel caso del Cuoio il nome che qualcuno avrebbe fatto è quello del sindaco di San Miniato Simone Giglioli, che però non sarebbe candidabile per le complesse burocrazie previste per questo genere di elezione, che tengono di conto delle scadenze dei mandati degli amministratori.
Il diretto interessato, poi, smentisce: “Credo che si possa affrontare questo tema anche all’insegna della continuità” dice Giglioli “Approfittando anche di un momento storico in cui alcuni finanziamenti e opportunità si stanno aprendo anche per la provincia”. A creare il maggiore scompiglio all’interno del Partito Democratico però non sarebbe tanto il Cuoio, quanto Pontedera, che con il sindaco Matteo Franconi avrebbe intenzione di tirare la volata, forte anche dei consensi ottenuti nelle ultime votazioni del consiglio provinciale, di cui fa già parte. La nuova elezione di Angori, invece, sarebbe caldeggiata anche da tutti coloro che la vedrebbero come un chiaro messaggio in vista delle prossime elezioni a Pisa, che decideranno il prossimo sindaco nel 2023. C’è poi, fra i potenziali outsider, anche il sindaco di Volterra Giacomo Santi, penalizzato dallo scarso peso che da sempre contraddistingue la Val di Cecina in termini di amministratori.
In tutto questo in queste ore si inserisce l’appello di Carlo Sorrente e Maria Vanni, che rispettivamente come segretario provinciale e responsabile enti locali del Partito Socialista chiedono a tutto il fronte progressista di farsi partecipe di una riflessione in merito. “Purtroppo – dicono – a livello nazionale non sono state messe in moto azioni legislative di riforma per il ripristino della partecipazione democratica e popolare dei cittadini delle province. A livello locale in questi anni non vi sono state aperture per includere gli elettori nelle scelte per garantire una rappresentatività della volontà popolare. Il Psi rinnova l’invito ai sindaci, che vogliono o possono partecipare, viste le limitazioni dell’astruso regolamento e dalla data decisa per le elezioni che limitano le candidature possibili, ad aprire un dibattito pubblico sul programma di mandato nella drammatica congiuntura economica internazionale che evidenzia l’aggravarsi a livello regionale del divario fra l’area fiorentina della Toscana e quella della costa. Proponiamo un progetto unitario che coinvolga sia i sindaci che i consigli comunali, nelle maggioranze e nelle opposizioni, per colmare almeno in parte il deficit di rappresentanza degli organi e accoglieremo favorevolmente quei sindaci che in queste elezioni provinciali intendono muoversi verso un progetto dell’area vasta costiera con un confronto concreto ampio e plurale, pur nella ristrettezza dei tempi, e non solo confinato nelle stanze di un partito”.