Il dopo Palio di Fucecchio fra polemiche, delusioni e amarezze

Dal popolo alla politica si sono accese le critiche sulla corsa dei cavalli
Così come ogni palio, che oltre alla gioia di chi ha vinto, si lascia dietro delusioni, amarezze, polemiche e proteste, anche il primo palio post Covid, conclusosi domenica, al tramonto del sole, rispetta questa tradizione.
Mentre San Pierino pensa alla sua festa e il cda dell’evento all’assegnazione dei premi sfilata, alcune contrade recriminano sul cencio sfumato e su alcuni interventi e decisioni ritenuti del tutto fuori luogo. Il dibattito si è da subito fatto acceso sui social, le piazze virtuali: sotto accusa il presidente del Cda, Niccolò Cannella, ed il mossiere, Renato Bircolotti. Al primo viene imputato l’invito al mossiere rivolto dall’altoparlante ad accelerare la partenza della finale in quanto l’oscurità era imminente e la corsa si sarebbe dovuta rimandare al giorni dopo come avvenne nel 2016. Ad essere messo in discussione non è tanto l’invito, quanto il momento in cui è stato rivolto, con il mossiere ed i cavalli che stavano cercando per l’ennesima volta il difficile allineamento per la partenza. L’invito poteva essere rivolto, sostengono i più, con i cavalli fuori dai canapi, come suole dirsi “a bocce ferme”. L’invito, sempre secondo i più, che è arrivato intorno alle 20,36, pochi minuti prima del tramonto previsto alla 20,43, può aver messo pressione al mossiere caricandolo dell’ulteriore responsabilità di trovare la soluzione all’impasse che ormai andava avanti da quasi un’ora e mezza.
Per quanto riguarda il mossiere invece l’accusa è quella di aver fatto partire la finale, forse condizionato dal citato invito, con una mossa frettolosa che ha sorpreso tutti, dopo aver rinunciato ad altre precedenti partenze dallo stesso invalidate in cui l’allineamento, in una di esse in particolare, era, a detta di molti, migliore di quello della finale con tutti i cavalli pronti a partire. Per dovere di cronaca è doveroso osservare che il mossiere non è certo stato aiutato a svolgere al meglio il proprio lavoro in particolare dal fantino di Ferruzza, ma è anche vero che ognuno pensa a fare la sua corsa, ed il mossiere non ha armi per difendersi sul momento, salvo i richiami o le ammonizioni che però non hanno effetto immediato. In parole semplici il mossiere deve fare il pane con la farina che ha in casa.
Di conseguenza è stato un susseguirsi di scambi di posizione, ostruzionismo, nerbate in corsa, e non è mancato neppure chi, dentro i canapi, si è permesso di trattenere le briglie della rivale, e chi si è beccato anche qualche ammonizione. Comportamenti sanzionati dal regolamento e che al prossimo palio potrebbero pregiudicare l’assenza per squalifica di qualche contrada e fantino importante.
Anche la politica, in questo contesto, dal momento che il palio è la manifestazione più importante della città è coinvolge tutti, non resta a guardare. Infatti, pare che il gruppo consiliare di Forza Italia stia preparando un’interrogazione al sindaco dove si chiede conto della gestione della manifestazione da parte del presidente del Cda e del suo intervento finale, anche a loro dire fuori luogo. I consiglieri forzisti chiederanno anche conto circa la mancata erogazione del contributo all’evento da parte dell’amministrazione sebbene ci fossero state precise rassicurazioni al riguardo.