Piscina comunale, i lavoratori in piazza: “No alla privatizzazione”





I dipendenti di Aquatempra chiedono garanzie sul loro futuro
Si sono radunati questa mattina (11 maggio) dopo le 10 come avevano preannunciato nei giorni scorsi le lavoratrici ed i lavoratori di Aquatempra davanti il municipio di Empoli in via Giuseppe del Papa insieme al sindacato Slc/Cgil.
Il motivo del presidio, al quale erano presenti oltre una ventina di lavoratori, con i quali si sono intrattenuti a parlare anche tanti cittadini di passaggio nel corso per conoscere le ragioni della protesta, è la contrarietà alla privatizzazione della piscina comunale e la mancanza di risposte per quanto concerne il loro futuro lavorativo.
“No alla privatizzazione della piscina comunale è la parola d’ordine dei lavoratori. Si sa, dicono, che la piscina chiusa dalla scorso 7 marzo riaprirà nel primo fino settimana di giugno, ma non sappiamo altro, eccetto che il consiglio comunale ha deliberato la privatizzazione dell’impianto, e niente sappiamo del nostro futuro”.
I lavoratori di Aquatempra sostengono che “la privatizzazione non favorisce né il servizio né la loro tutela”, e per questi motivi hanno sentito la necessità di scendere per due volte in piazza (l’altro volta avvenne due mesi fa in piazza della Vittoria) per far sentire la loro voce e continueranno a farlo. Aquatempra dà lavoro ad una quarantina di persone che temono di perdere il posto di lavoro.
Cgil e Rsu aziendale si sono fin da subito espresse contrarie alla privatizzazione sottolineando la necessità di mantenere nell’assetto giuridico il controllo pubblico. Dalla loro parte in consiglio comunale si erano espresse Fabbrica Comune ed il Movimento 5 Stelle che però si sono scontrare con il blocco dei favorevoli formato dal partito di maggioranza (PD) sostenuto nella circostanza da Fratelli d’Italia. A favore della privatizzazione si è espresso anche il gruppo Questa è Empoli.
Alle 11,30 il presidio si è sciolto, ma la lotta delle lavoratrici e lavoratori di Aquatempra non si ferma ed è loro intenzione chieder ai sindaci dei comuni coinvolti di tutelare la loro posizione non nascondendo però una certa preoccupazione per gli scenari che potrebbero delinearsi a partire da oggi.