La replica della palestra: “Gli accordi erano altri, macchinari rotti aggiustati a nostre spese”




Il titolare: “Ci difenderemo dai danni alla reputazione”. Poi rassicura i clienti: “La struttura non chiuderà, anzi”
“Non ha raccontato tutta la verità: manca un tassello fondamentale per capire come sono andate le cose”. Non si fa attendere la replica di Federico Pagliarulo, titolare della palestra The New Infinity fitness di Castelfranco di Sotto, finita al centro della cronaca per il noleggio delle attrezzature che, secondo la società che le ha fornite, non sarebbero state pagate (Qui). “Al mio ingresso – precisa Pagliarulo – ho trovato tutti i macchinari rotti e li ho aggiustati a mie spese: gli accordi erano che questi soldi sarebbero stati scalati dal noleggio”. È per questo, secondo il titolare della palestra, che ancora non c’è stato un bonifico verso la Blue Drink di Stefano Franceschini, società che ha fornito attrezzature e alcuni elementi di impiantistica già al vecchio gestore.
Al centro delle divergenze tra le parti c’è il pagamento di alcune forniture che vanno al di là degli attrezzi da palestra: caldaia, boiler, climatizzatori per cui il titolare ritiene di non dover pagare l’affitto. “Queste cose fanno parte del fondo – è la versione di Pagliarulo – e io le ho acquisite con il passaggio dalla vecchia gestione alla mia: funziona così, non possono rientrare nel contratto. Per di più, quando sono entrato ho trovato caldaia e boiler rotti e li ho dovuti aggiustare di tasca mia. Ho le fatture dei tecnici”.
Sarebbe questo il motivo per cui Pagliarulo non ha ancora firmato il preliminare: “Ci sono scritte delle cose che non ci devono essere. Non appena Franceschini acconsentirà a togliere queste voci dal contratto io firmo”. Oltre all’impianto idraulico Pagliarulo, al suo ingresso, avrebbe trovato anche la maggior parte degli attrezzi in pessime condizioni. “Erano tutti rotti – spiega – non si potevano usare, non potevo proprio aprire una palestra con quelle macchine. Io chiamai Franceschini e lui mi disse di aggiustare tutto e che poi le spese le avremmo scalate dall’affitto. Tra tutto ho speso più di quattromila euro e praticamente, scalando quella cifra, si arriva a coprire l’affitto di otto mesi, che è esattamente quanto è passato da settembre, mese concordato per l’inizio del contratto”. Il rapporto tra i due sarebbe dovuto iniziare da settembre a una cifra di circa 500 euro al mese.
Pagliarulo, infatti, riconosce che l’amministratore delegato della Blue Drink sia venuto incontro alle sue esigenze facendo partire il contratto da settembre. Saltando, cioè, i mesi estivi in cui le palestre sono meno frequentate. Tuttavia, secondo il titolare della The new infinity fitness il fornitore sarebbe rimasto infastidito “da quando – dice Pagliarulo – gli ho detto che avevo iniziato a guardarmi intorno per prendere macchine nuove e che le sue avrebbe potuto riprendersele appena sarebbero arrivate quelle nuove. Da quel momento i rapporti si sono fatti ostili perché lui sa che questi macchinari oggi non valgono più nulla: sono vecchi, rotti, e non saprebbe più a chi piazzarli”.
Dopo aver replicato a quelle che non esita a definire “diffamazioni”, Pagliarulo ci tiene a rassicurare tutti i clienti: “La palestra non chiuderà – afferma con convinzione -. E nemmeno rimarrà vuota da un giorno all’altro: se chiuderò un paio di giorni è perché ci ritroverete con i macchinari nuovi. Anzi, in cantiere ci sono progetti di espansione proprio perché la palestra va bene”. Può stare tranquillo chi ha un abbonamento perché le questioni tra le due società non si riverseranno sui clienti. In tal senso sono profusi tutti gli sforzi del titolare.
C’è amarezza nelle parole di Pagliarulo e in quelle della compagna Elena: “Ho acquisito la palestra dal vecchio gestore quando ancora eravamo in pieno lockdown – questa la cronologia degli eventi -. Quindi per noi era un azzardo aprire senza una prospettiva certa davanti. Ad aprile abbiamo iniziato a lavorare ma solo con gli agonisti, perché tutti gli altri non potevano per decreto. Questo per noi ha voluto dire sostenere dei costi fissi a fronte di entrate molto ridotte, perché in proporzione gli agonisti sono una parte minoritaria di chi frequenta la palestra. Solo a fine maggio siamo riusciti ad aprire per tutti, ma l’estate è un periodo morto.
Ora – continua – dopo tutti gli sforzi che ho fatto per rilanciare una palestra che era malfamata in partenza, per motivi assolutamente non legati a noi, vedere persone che ti diffamano in questo modo non è bello. Diamo lavoro a delle persone, offriamo un servizio al paese che ha una bella palestra funzionante, abbiamo cercato anche di gestire al meglio il passaggio tra la vecchia e la nuova gestione: a tutti i vecchi abbonati abbiamo rimborsato le rimanenze e a tutti i nuovi clienti offriamo un mese gratis. Questo perché la mia filosofia non è quella di arricchirmi con le palestre, ma lo faccio per passione. In così poco una persona ha diffamato una palestra costruita con fatica e ha creato danni a chi lavora”.
Intanto, si fa sempre più probabile una soluzione per vie legali. “Ci dobbiamo difendere dai danni di reputazione”, conclude Pagliarulo.