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“Pianificare strategie di economia circolare per far sopravvivere il distretto del cuoio”, Soldi Mozzi a un anno dall’inchiesta keu

15 aprile 2022 | 12:06
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“Pianificare strategie di economia circolare per far sopravvivere il distretto del cuoio”, Soldi Mozzi a un anno dall’inchiesta keu

Il comitato propone un incontro pubblico a maggio

Soldi Mozzi “chiede a imprenditori e amministratori di concentrarsi sui progetti di rilancio e rafforzamento delle corrette procedure per sanificare e rispettare l’ambiente e, anche, di pianificare le strategie di economia circolare atte a far sopravvivere il distretto del cuoio“. E suggerisce un “confronto tra le forze sindacali e imprenditoriali, i comitati ambientalisti e le istituzioni, attraverso un’assemblea pubblica da tenersi entro il prossimo mese di maggio”.

L’inchiesta keu compie un anno e, secondo il comitato Soldi Mozzi “Pur se i vertici dell’Associazione Conciatori e il consiglio di amministrazione del depuratore Aquarno sono stati rinnovati dopo l’esplosione del caso keu, non si intravedono segnali di una reale volontà di cambiamento e rinnovamento delle strategie imprenditoriali”.

A metà aprile 2021, ripercorre la storia il comitato, “il comprensorio veniva scosso dalla pubblicazione dell’inchiesta keu, una vasta operazione della Dia che coinvolgeva pesantemente l’intera dirigenza allora in carica dell’Associazione Conciatori, la società consortile preposta alla gestione del depuratore Aquarno, rappresentanti politici e dirigenti di alto livello. Punto nodale dell’indagine era un’azienda privata, la Lerose srl di Pontedera, sospettata di legami con la ‘ndrangheta, alla quale per lungo tempo era stato conferito da Aquarno il keu, sottoprodotto finale del processo di depurazione e trattamento dei fanghi.

Secondo l’accusa, il keu, un rifiuto speciale pericoloso, è stato, dalla ditta Lerose, smaltito illegalmente, senza adeguato trattamento, soprattutto come sottofondo di strade, in diversi siti della Toscana. L’operazione keu ha confermato l’allarme per un pericolo che, come Soldi Mozzi, avevamo già denunciato da diversi mesi. Le organizzazioni malavitose si infiltrano ben oltre i settori considerati finora più a rischio quali movimento terra ed edilizia, smaltimento rifiuti, caporalato, gioco d’azzardo, prostituzione. Segni evidenti di ciò erano infatti già emersi da altre indagini, dalle confische di beni immobili e dalle interdittive antimafia.

L’allarme ha indotto Soldi Mozzi ad inviare l’anno scorso un ordine del giorno ai comuni del Valdarno Inferiore, per impegnarli in un’azione più efficace di prevenzione con interventi e misure precise da prendere. I comuni del Valdarno Inferiore, tranne quello di Fucecchio, hanno portato in discussione il documento e lo hanno approvato, anche se, in un paio di casi, con modifiche che ne hanno svuotato il significato.

Quali delle misure suggerite nell’ordine del giorno approvato dai Comuni, a distanza di quasi un anno, sono state attuate e implementate? Gli episodi di infiltrazione mafiosa dimostrano l’inadeguatezza di un sistema dei controlli di tipo formale ai quali le organizzazioni criminali sono oramai in grado di adeguarsi. È necessario un potenziamento dei controlli reali, da parte degli organi preposti, con ispezioni e verifiche all’interno delle aziende e dei cantieri. Quali novità sono intervenute al riguardo?”.

Soldi Mozzi sottolinea anche un altro aspetto. “È ricorrente la tentazione, rispetto a qualsiasi critica, di rinchiudersi a riccio e accusare chi la rivolge di voler danneggiare il tessuto produttivo della zona. E così Rosy Bindi, che durante un convegno si è permessa di evidenziare quanto ampiamente deducibile anche dall’operazione keu (qui l’intervento) e cioè che la mafia arriva quando ce n’è domanda, è stata prontamente accusata di ‘danneggiare’ il distretto”.