“Spegni la guerra, accendi la pace”: il Cuoio grida con una voce unica






Sindaci, cittadini e associazioni in piazza con Anpi e Cgil
Siamo così abituati alla pace, che questa guerra ci ha lasciati disarmati. Dissentire è l’unica cosa che possiamo fare, in attesa che la diplomazia riesca a fare la sua parte e magari risolvere il conflitto in tempi rapidi. Ieri 25 febbraio, il comprensorio ha dissentito in massa, al grido di “Spegni la guerra, accendi la pace”. Una manifestazione trasversale, anche se le bandiere non son mancate: hanno invaso lo spazio davanti alla biblioteca di Santa Croce sull’Arno quelle colorate della pace e poi i tricolore, nelle fasce dei sindaci del comprensorio del Cuoio che hanno risposto in massa alla chiamata di Anpi e Cgil.
In molti si sono chiesti a cosa serve una manifestazione. Ma quando ogni piazza ne ospita una, allora la voce deve suonare chiara e forte. D’altra parte, che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa della libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” è scritto anche nella Costituzione. E a scriverlo sono stati quei costituenti che il conflitto non lo avevano scelto, ma avevano anche deciso di non subirlo. E avevano pensato di regalare al mondo un tempo di pace duratura. Ora che in Europa si combatte un’altra guerra, serve riflettere sulla capacità di essere costruttori di pace e di dialogo.
Il Comprensorio si è così unito al coro di chi chiede di evitare l’uso delle armi, di respingere l’odio e la violenza in ogni forma per costruire un nuovo tempo di pace, sempre più duraturo.