Al Marconi, 4 licei stanno stretti. Il dirigente: “È tempo di una succursale. Servono aule”

Della Marca punta a 7 classi prime e a più spazio. “Siamo nella sede provvisoria”. Sulla maturità: “Favorevole alla prima prova, ma la seconda si poteva evitare”
Messi sui piatti di una bilancia, i nuovi iscritti sono numericamente molto più pesanti rispetto ai maturandi. Segno di una scuola che cresce e che viene scelta da sempre più ragazzi e ragazze. È il liceo scientifico (ma non solo) Marconi di San Miniato, dove tra chi entra e chi esce vincono i primi.
Sono 145 gli alunni delle future classi prime a fronte dei 90 che escono dalle quinte. Una tendenza che conferma la crescita della scuola e si pone in linea con quella degli ultimi tre anni: “Da quando sono arrivato – ha commentato il dirigente scolastico Gennaro Della Marca – abbiamo portato il numero degli alunni da circa 590 a circa 720”. E così il Marconi si conferma un polo di riferimento per tutto il territorio del Valdarno inferiore.
E così come si evolve la scuola, cambiano anche le esigenze: a partire dalla necessità di una struttura. “È tempo di una succursale”: non ha dubbi Della Marca, che rivendica l’impegno speso da parte di tutto il personale. Anche perché “si continua a chiamarlo scientifico – precisa il dirigente scolastico – ma la verità è che ci sono molti altri indirizzi”. Le future prime, per esempio, saranno divise in linguistico, liceo delle scienze umane, liceo scientifico scienze applicate e scientifico. “La speranza, e credo che sarà soddisfatta, è che il ministero ci dia sette classi prime – ha detto Della Marca -. A questo punto dovremmo cominciare ad avere spazi finora mancanti: l’auspicio è di capire a breve se la Provincia provvederà a un plesso separato per un indirizzo, che potrebbe essere il linguistico o le scienze umane.
La scuola sta crescendo – aggiunge – ed è giunto il momento di una succursale. Il liceo lo merita. Chi ha fatto il cambio di sede si ricorda quel giorno e si ricorda che questa struttura doveva essere temporanea. Sono cinque anni che siamo qui; per premiare la crescita e l’impegno del corpo docente è giusto avere una succursale”.
L’esigenza di una struttura adeguata si fa ancora più impellente dal momento che la scuola ha dovuto affrontare il repentino cambiamento di regole e protocolli anticovid, cercando di conciliare le misure didattiche con le misure sanitarie.
La maturità
Intanto, tornano gli scritti per i maturandi 2022: prima e seconda prova fanno nuovamente la loro comparsa dopo due anni di stop dovuti alla pandemia. La principale novità contenuta nella bozza di ordinanza emanata dal ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi che disciplina l’esame di maturità è questa: tema di italiano e seconda prova di indirizzo. Sparisce, invece, la tesina, ma resta l’orale diviso in parti.
“Sono favorevolissimo alla prova di italiano – questa l’idea del preside del Marconi -, ma ho qualche remora sulla seconda prova. In questo momento, dopo due anni di difficoltà anche nella didattica, mi è sembrato prematuro tornare alle due prove scritte. Avrei preferito un percorso graduale, con la prima prova quest’anno per poi arrivare a maturazione l’anno prossimo con le due prove. Così siamo passati da un esame, quello dell’anno scorso, che prevedeva solo il maxi orale, a un esame che prevede orale più due scritti”.
Una posizione in linea non solo con le proteste degli studenti di tutta Italia, ma anche con il Consiglio superiore della pubblica istruzione, organo ministeriale che ha espresso parere contrario all’espletamento della seconda prova. Tuttavia, il parere non è vincolante e il ministro Bianchi sembra determinato a non tenerne di conto.
La prima campanella per gli studenti suonerà alle 8,30 del 22 giugno, data della prima prova. Sette tracce tra cui scegliere suddivise in tre diverse tipologie di testo: analisi e interpretazione del testo letterario, analisi e produzione di un testo argomentativo, riflessione critica di carattere espositivo argomentativo su tematiche di attualità.
Il giorno successivo, il 23 giugno, sarà la volta della seconda prova. La novità qui sta anche nel fatto che le prove saranno disposte dalle singole commissioni, in aderenza al percorso svolto dagli studenti durante l’anno. Le richieste della seconda prova varieranno da scuola a scuola, vertendo su una materia di indirizzo degli istituti e dei licei. Tuttavia, i dettagli sulla materia saranno forniti quando le ordinanze saranno formalizzate. Su questo punto si concentra il ministro Bianchi, cioè sul fatto che le seconde prove sono definite dalle singole scuole e questo legittimerebbe il loro svolgimento a partire già da quest’anno.
Poche, invece, le novità che riguardano l’esame orale rispetto a quello del 2021. La prova inizierà con l’analisi di materiale sottoposto ai candidati dalla commissione per poi passare alle fasi successive: apprendimenti di educazione civica, esposizione delle competenze apprese durante i Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (alternanza scuola-lavoro). Sparisce la tesina preparata dagli studenti, che era il perno attorno al quale ruotava il maxi-orale dell’anno scorso.
Le commissioni saranno composte anche quest’anno da membri interni, a eccezione del presidente che sarà esterno. Cambia, inevitabilmente, il metodo di valutazione: gli studenti possono accumulare nel triennio fino a 40 crediti, le prove scritto peseranno fino a 40 punti, mentre il colloquio un massimo di 20. Anche su questo aspetto si sono concentrate le proteste degli studenti, che chiedevano una maggiore attenzione all’intero percorso scolastico rispetto a quella rivolta all’esame.