Gli Amici del Padule di Fucecchio: “Nel degrado l’area delle Morette”



L’associazione: “Bene gli investimenti per la sicurezza idraulica ma si è trascurata la manutenzione ordinaria”
L’area delle Morette al Padule di Fucecchio nel degrado. E’ quanto sostiene l’associazione Amici del Padule che mette nel mirino la gestione, nonostante i lavori effettuati dal consorzio di bonifica per due milioni di euro.
“Pur apprezzando il fatto che sia stato messo in atto un tale importante impegno di risorse sul Padule di Fucecchio – affermano -, non possiamo fare a meno di notare che, a fronte di una somma ingente spesa per interventi di riqualificazione su terreni privati, non siano state trovate poche migliaia di euro necessarie per eseguire alcuni lavori urgenti, di carattere ordinario, sull’unica area pubblica e di libero accesso del Padule e cioè l’area delle Morette”.
“Questa versa in una condizione di sostanziale abbandono – sostengono -: non è stata sfalciata la vegetazione nel grande specchio d’acqua che si estende dinanzi all’osservatorio; il cannicciato dell’osservatorio non è stato sostituito, nonostante una richiesta formale alla Regione da parte del Centro di Ricerca del Padule di Fucecchio, ed è fortemente degradato; non è stata effettuata alcuna manutenzione dello stagno didattico; la parte esterna dell’osservatorio continua a non avere i requisiti relativi all’accessibilità per persone con disabilità. Non mettiamo in discussione la correttezza e l’importanza delle opere compiute dal Consorzio di Bonifica, ma sottolineiamo che l’omissione di questi modesti, ma urgenti, interventi di gestione ordinaria non giova certo alla fruizione pubblica ed alla buona immagine del Padule di Fucecchio, considerando l’afflusso rilevante di visitatori che si recano all’osservatorio faunistico delle Morette”.
“Un altro aspetto molto grave che vogliamo tornare ad evidenziare – prosegue la note – è il persistente mancato reintegro delle tabelle che delimitano la riserva naturale (le pochissime rimaste in piedi fanno riferimento ad una legge regionale non più in vigore dal 2015). Il ripristino della tabellazione è un aspetto basilare per rendere chiari i confini dell’area protetta, entro i quali si applicano le norme previste dal regolamento; eppure da 4 anni a questa parte, nonostante varie sollecitazioni, nessuno se ne è preoccupato. Tutto questo evidenzia ancora una volta come, a seguito del trasferimento delle competenze dalla Provincia di Pistoia alla Regione Toscana, vi sia una sostanziale assenza di una regia nella gestione dell’area protetta”.
“Questo nostro nostro puntuale intervento – spiegano – è mosso da un intento costruttivo: proprio perché continuiamo ad avere fiducia nelle istituzioni democratiche consideriamo fondamentale la critica argomentata (e non strumentale) alle attività amministrative. Ci auguriamo quindi che vi sia un corale impegno, almeno da parte degli enti pubblici, a perseguire la tutela di questo territorio, nell’interesse collettivo. Tutela che, a nostro modesto avviso, non può prescindere dall’ampliamento della superficie protetta e pubblica e dal recupero di una buona gestione unitaria e coordinata della riserva naturale”.