La mensa di Montopoli ospiterà gli alunni di Marti. Servirà una settimana per organizzare tutto

Un’ala dell’edificio dedicata ai martigiani. Mercoledì un incontro per capire quali interventi sono necessari secondo la valutazione antisismica
Alla fine, il piano c’è e grossomodo lo avevamo anticipato: i bambini della scuola primaria di Marti saranno ospitati nella sede centrale dell’istituto comprensivo di Montopoli Valdarno(qui). E’ questa la soluzione più veloce emersa nell’incontro tra genitori, amministrazione comunale e dirigenza scolastica di oggi 2 ottobre per garantire agli alunni una scuola, anche se non è poi così semplice da realizzare.
Intanto perché, tranne quelli del tempo pieno, gli alunni perderanno la mensa, nella quale, grazie ad alcuni lavori, saranno ricavate 3 classi con un ingresso e bagni dedicati, creando, cioè, un’ala dell’edificio dedicata ai martigiani. Di sicuro la prima e la quinta, le più “delicate” dal punto di vista della didattica poiché aprono e chiudono un ciclo scolastico e poi anche la terza. Seconda e quarta verranno “ospitate” dalle sezioni di Montopoli, un po’ in ciascuna delle due sezioni (così sarà per tutti fino alla realizzazione delle aule). Poi ci sono dei locali al piano terra, al momento non sfruttati per mancanza di personale, che ora arriverebbe da Marti.
Prima, però, per consentire la nuova gestione, i bimbi resteranno a casa una settimana, il tempo di organizzarsi bene, anche se in fretta.
Perché ci sono le norme anti covid da rispettare anche se aumentano i bambini, gli orari del personale docente e non da rifare e anche il materiale didattico da preparare e recuperare. Un bel banco di prova insomma per la nuova dirigente scolastica. “Abbiamo pensato – ha spiegato ai genitori – di suddividere i bambini di Marti nelle sezioni della scuola di Montopoli che li accoglierà fino al termine dei lavori a Marti. Si tratterà di una suddivisione provvisoria, di circa 7 o 10 giorni, perché nel frattempo una ditta è stata incaricata di estrapolare tre aule dai locali della mensa della scuola di Montopoli eliminando il rientro e mantenendo il servizio solo per le due classi del tempo pieno. Anche il servizio trasporti sarà riorganizzato, quindi garantito”. Anche per chi andava a scuola a piedi.
Ma un bel banco di prova anche per l’amministrazione comunale, che ora dovrà far testare le altre scuole e alla quale i genitori hanno rimproverato un po’ tutto: dalla scelta di far entrare i bimbi in classe ieri, alla tempistica dei sopralluoghi. “Nell’ordinanza non c’è scritto che la scuola sta per crollare” ha precisato il sindaco Giovanni Capecchi spiegando come le norme sull’antisismica siano sempre più stringenti e che per fare queste valutazioni è stato necessario attendere le risorse, quindi non potevano essere fatti prima. Le indagini erano partite all’inizio del 2020 ma è ora che sono arrivati i risultati che obbligano l’amministrazione a far partire i lavori. Tanto che mercoledì, l’architetto responsabile del progetto avrà un incontro con il tecnico per discutere di tutti gli interventi che dovranno essere eseguiti sulla scuola affinché sia messa a norma, in quanto, come affermato dal sindaco: “Negli ultimi anni sono state emanate normative sempre più stringenti per cui noi dobbiamo intervenire per rispettarle e rientrare nei canoni, quindi stiamo procedendo in questa direzione”. Era il 2002 quando, durante il terremoto, crollò una scuola a San Giuliano di Puglia e ci morirono 27 bambini e una maestra e da allora i parametri sono molto cambiati.
Stamattina però i toni si sono fin da subito surriscaldati in quanto i genitori si trovano in difficoltà nella gestione dei figli dal momento che il servizio scolastico non sarà possibile fino a giovedì mattina. “Gli esiti dell’indagine – ha detto il sindaco – fatta su questa scuola sono arrivati solo giovedì 9 ottobre e non potevamo ignorarli perché c’è in ballo la sicurezza degli studenti”. I genitori hanno contestato anche il fatto che il venerdì seguente i bambini siano andati a scuola, ma ciò è avvenuto, come spiegato dal primo cittadino “perché i documenti per l’ordinanza sono arrivati solo giovedì sera e senza quelli la scuola non poteva essere chiusa”.
Il sindaco aveva deciso di chiudere la scuola sotto consiglio dell’ufficio tecnico che, in base ai risultati delle analisi eseguite sulla struttura scolastica grazie a un contributo monetario, non ha più ritenuto opportuno che rimanesse aperta. I genitori si sono infiammati sul tema della sicurezza lamentando che questi controlli dovevano essere eseguiti anche in precedenza, ma soprattutto che, essendo una struttura datata, il sindaco doveva prevedere che non avrebbe superato l’indagine e quindi doveva aver già pronto un piano B soddisfacente.