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Tutto pieno per la tesi di Zagaria su CambiaMenti: “Una restituzione al territorio del lavoro svolto”

17 settembre 2021 | 11:38
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Tutto pieno per la tesi di Zagaria su CambiaMenti: “Una restituzione al territorio del lavoro svolto”
Tutto pieno per la tesi di Zagaria su CambiaMenti: “Una restituzione al territorio del lavoro svolto”
Tutto pieno per la tesi di Zagaria su CambiaMenti: “Una restituzione al territorio del lavoro svolto”
Tutto pieno per la tesi di Zagaria su CambiaMenti: “Una restituzione al territorio del lavoro svolto”
Tutto pieno per la tesi di Zagaria su CambiaMenti: “Una restituzione al territorio del lavoro svolto”
Tutto pieno per la tesi di Zagaria su CambiaMenti: “Una restituzione al territorio del lavoro svolto”

Dalla nascita agli interrogativi sul futuro del Comitato: in tanti a Ponte a Egola per capire meglio il nuovo movimento, che punta alle amministrative del 2024

Foto di Simona Centi

Una sala piena come non se ne vedevano da tempo, un colpo d’occhio a cui non si era più abituati, soprattutto visto l’argomento trattato: è stata presentata ieri sera (16 settembre) la tesi di laurea di Giuseppe Zagaria, collaboratore del CuoioinDiretta.it. Un elaborato in cui è inserita anche l’esperienza del Comitato CambiaMenti di San Miniato.

Un momento di restituzione al territorio del lavoro svolto e dei risultati ottenuti a cui hanno partecipato, insieme all’autore, il professore Lorenzo Viviani, docente di sociologia politica all’Università di Pisa,Manola Guazzini, capogruppo di CambiaMenti in consiglio comunale, e Federico Faraoni, presidente del Comitato. L’incontro è stato moderato da Giacomo Pelfer, giornalista del CuoioinDiretta.it. Tra il pubblico anche esponenti di varie forze politiche: dai consiglieri della Lega Roberto Ferraro e Beatrice Calvetti al capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale Marco Greco.

La tesi parte dal racconto delle trasformazioni politiche e sociali del comprensorio del cuoio, definito, un tempo, come una delle aree più rosse della “Toscana rossa”. Quest’ultima, espressione abusata nel parlare comune, fa riferimento a quella che gli studiosi chiamano invece subcultura politica territoriale. Quella fitta rete di rapporti e legami tra i vari attori della società civile con il partito di riferimento, ma anche miti, riti, simboli, trasmissione generazionale di una forma mentis che per decenni hanno caratterizzato l’evoluzione del comprensorio del cuoio.

Da qui è partito l’intervento di Viviani: dal declino della subcultura e dai motivi di questo affievolimento dei rapporti. Dal decongelamento degli schieramenti fino alle trasformazioni dei partiti, non più in grado di farsi carico delle domande sociali e privati della loro capacità organizzativa. In questo contesto a San Miniato nel 2019 è emersa una nuova forza politica, civica ed eterogenea: il Comitato CambiaMenti.
La serata di ieri è stata dedicata proprio al racconto della genesi di CambiaMenti e a come è composta al suo interno. Al di là dei numeri delle elezioni – che pure sono significativi – il tentativo è stato quello di comprendere come si inserisse questa nuova offerta politica in un territorio storicamente a subcultura rossa. Per di più che CambiaMenti prende le mosse da alcuni esponenti che hanno avuto una storia di partito anche molto marcata.

La struttura, infatti, come hanno spiegato Faraoni e Guazzini, è quella di un partito: con cariche, ruoli e compiti diversi. L’organizzazione non è da meno: “non c’è nessuna decisione che arriva in consiglio comunale che prima non passi dal Comitato”, ha detto Guazzini. La peculiarità è quella di aver saputo dosare gli elementi organizzativi e strutturali tipici dei partiti tradizionali con un’impronta prettamente civica. Inoltre, il Comitato che è permanente – e non si attiva, quindi, solo in fase elettorale – permette un controllo dei consiglieri eletti e garantisce il bilanciamento dei poteri attraverso dei documenti scritti, come lo statuto e il manifesto.

La capacità di attrarre i più giovani, la prima campagna elettorale, i documenti del Comitato sono tutti temi toccati dalla tesi di Zagaria grazie a cinque interviste a personalità che occupano o hanno occupato diverse posizioni. Una tesi triennale che certamente non basta a sviscerare a fondo l’argomento e che, infatti, rilancia la ricerca con alcuni interrogativi sul futuro. Per CambiaMenti molto dipende dalla sua capacità di durare nel tempo e, per adesso, nessuno sembra intenzionato a fermarsi. Lo sguardo del Comitato è già puntato verso il 2024, quando ci saranno le amministrative: “Qualcuno stavolta dovrà mettere in conto CambiaMenti”, ha concluso Guazzini. Per chi volesse recuperare l’incontro, è disponibile in video sulla pagina Facebook del Comitato.