Ripopolamento, la denuncia di Libera caccia: “Basta con gli abusi di potere, devono partecipare tutti”

“Il presidente della Zrc Varramista deve essere imparziale”. L’associazione chiede più controlli: “Sono investimenti fatti con soldi pubblici”
Trasparenza. Questo è quello che chiede l’associazione Libera caccia, con sede a Montopoli in Valdarno. Soprattutto quando si tratta di soldi pubblici spesi per la salvaguardia della fauna e del territorio. L’associazione venatoria lo fa con una lettera, firmata dal presidente Cristiano Bertagni e indirizzata al presidente dell’Ambito territoriale di caccia (Atc) PisaGianluigi Ladurini, ad Agrofauna e alla polizia provinciale in quanto organo deputato ai controlli.
Una lettera-denuncia che riguarda “l’ennesimo caso” di quello che non esitano definire un “abuso di potere” dovuto al fatto che il “presidente della Zona ripopolamento e cattura si sente impunito in assenza di controlli”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è caduta domenica scorsa (18 luglio), giorno in cui “sarebbe avvenuta la cattura delle lepri che avevano già trascorso il
periodo di ambientamento nel recinto di Marti – spiega Bertagni -. Tali animali erano pronti per essere distribuiti alle associazioni comunali per essere immessi nel territorio a caccia programmata”.
La selvaggina, infatti, viene acquistata dall’Atc per poi essere immessa nelle zone di ripopolamento distribuendola alle associazioni del territorio. È il meccanismo e la logica redistributiva che non convince l’associazione Libera Caccia. “Mi sono adoperato per cercare una guardia venatoria volontaria e un collaboratore per lo svolgimento delle catture – continua nella sua ricostruzione Bertagni, che è il referente delle immissioni per l’associazione che rappresenta -. É stata mia premura comunicare con messaggi visualizzati e telefonate senza nessuna risposta al numero con cui Agrofauna invia le comunicazioni, per informarli della necessità di ceste di trasporto, senza avere nessun riscontro. La domenica ci siamo presentati nel punto di ritrovo e abbiamo atteso per circa un’ora e un quarto che arrivasse qualche responsabile. Alle 7 dopo numerose chiamate al numero Agrofauna senza nessuna risposta, siamo andati via. Telefonate e messaggi che sono risultati inevasi anche il giorno successivo lunedì 19 luglio”.
“Durante una telefonata con il presidente della Zrc Varramista – continua Bertagni – scopro solo per caso che le catture e i lanci erano avvenuti il giorno prima, sabato 17, senza che io fossi avvisato del cambio di programma”.
Da qui la rabbia di Bertagni: “Le lepri sono di tutti i cacciatori perché frutto di investimenti fatti con soldi pubblici, ed è quindi doveroso che tutte le associazioni presenti nel comune siano informate di ciò che accade e di come vengono gestiti gli animali che l’istituto pubblico Atc ci concede”.
“Com’è possibile – si chiede l’associazione Libera caccia – che Agrofauna e il presidente del ripopolamento abbiano il diritto di escluderci da tali attività per la salvaguardia del territorio, mettendo in discussione la trasparenza del loro operato. Questo è l’ennesimo caso in cui veniamo presi in giro da parte di un presidente della Zrc che evidentemente si sente impunito in assenza di controlli”. E poi le richieste: “Che venga rivista la figura del presidente Zrc Varramista e se necessario venga nominato un referente imparziale per tutte le associazioni”.
Un passo indietro per “evitare situazioni scomode che ricadono sull’armonia di tutti i cacciatori”. “È incomprensibile, infatti – continua Bertagni -, che al presidente venga assegnato un ruolo di tale rilevanza ed importanza nell’assunzione delle decisioni (su selvaggina acquistata con soldi pubblici), e venga legittimato a decidere in piena autonomia se e quando avvisare le associazioni dei cacciatori diverse da quella alla quale lo stesso appartiene sulla cattura e l’immissione della selvaggia sul territorio”. L’allusione qui, è riferita al fatto che il presidente della zona di ripopolamento Varramista, Fabio Costagli, faccia parte di un’altra associazione venatoria che partecipa alla redistribuzione della selvaggina.
“Tale abuso di potere del presidente – conclude Bertagni -, è frutto esclusivo della sua volontà la quale purtroppo non viene sorvegliata dagli organi preposti”.