Federcaccia San Miniato, la stoccata all’amministrazione: “Sulla consulta nessun obiettivo raggiunto, serve cambio di passo”

Sulla biodiversità: “Senza cacciatori il territorio è più povero. Danni causati da scarichi civili di nuclei abitativi che sversano i liquami nei torrenti”
La biodiversità e la tutela ambientale nei fatti e oltre i buoni propositi. Parte da qui la riflessione di Federcaccia San Miniato a poche settimane dalla giornata per la salvaguardia della biodiversità, lo scorso 22 maggio: l’occasione è ottima per fare il punto sul territorio di San Miniato e sulle principali criticità.
“La Federcaccia di San Miniato – ha detto il suo segretario Piero Taddeini -, nella sua vocazione propositiva di idee per la gestione e salvaguardia del territorio, ha coinvolto le istituzioni locali, ha avanzato la richiesta di costituzione di una Consulta tematica di cacciatori, tartufai e agricoltori. Purtroppo, ad oggi, nonostante siano già decorsi quasi due anni dal primo incontro con il sindaco (seguito da altri 3), non è stato raggiunto nessun obiettivo. Certamente il problema sulla conoscenza profonda del territorio, riteniamo debba essere, alla luce della giornata mondiale per la salvaguardia della biodiversità, tema di interesse primario per un Comune che trae enormi benefici mediatici per temi strettamente legati al territorio ed alle sue risorse quali tartufo, olivicoltura, vigneti e salubrità”. Una collaborazione tra le professionalità che conoscono il bosco spesso sollecitata in passato, ma che per adesso non sembra spiccare il volo.
“Un quadro esauriente – ha proseguito Taddeini – lo possiamo verificare nella relazione al Piano strutturale – relazione agroambientale, seppure un po’ datata ma ancor più apprezzabile visto il progressivo peggioramento della situazione, commissionato dal comune di San Miniato del 2003 Il territorio comunale è in grande sofferenza e come ogni ‘malato’ ha bisogno di cure o almeno di una diagnosi che solo chi lo vive giornalmente e ne conosce i dettagli può offrire. È indubbio che il territorio è lacerato da eventi al 99 percento causati dall’uomo: ne sono una testimonianza gli scarichi civili di alcuni nuclei abitativi, che sversano i liquami civili – varichine, saponi, acidi – direttamente in alcuni torrenti quali Egola, Orlo, Enzi, oppure interventi disastrosi generati dalla ripulitura dei fossi, che portano alla distruzione di un ecosistema e quindi alla perdita della biodiversità”.
“La Federcaccia di San Miniato da sempre cerca un rapporto collaborativo e di confronto con le amministrazioni locali e con i consorzi delegati alla sicurezza idraulica – dicono dall’associazione -. Ne è un esempio il noto Contratto di Fiume Egola, ora completamente abbandonato, usato esclusivamente per ottenere uno sterile riconoscimento in occasione di Expo 2015. È su tali e anche altri temi legati al territorio (discariche, smottamenti, frane), che ci vogliamo costruttivamente confrontare con gli amministratori locali, riportando l’attenzione su argomenti fondamentali per la salvaguardia del territorio, della biodiversità, dell’ambiente e quindi del nostro futuro. È nostra intenzione mettere a conoscenza non solo il mondo venatorio ma l’intera cittadinanza, delle importanti criticità che riscontriamo sul territorio comunale. Ci attendiamo a breve un forte e sentito cambio di passo da parte della nostra amministrazione affinché le ipotesi di lavoro si trasformino in fatti concreti.L’amministrazione forse non è consapevole del valore aggiunto che queste associazioni (cacciatori-tartufai-agricoltori) possono fornire per rendere questo territorio degno di quel sostantivo che viene soventemente sbandierato quale ‘eccellenza’”.
Poi una riflessione generale sulla biodiversità e sui veri fattori che la mettono a rischio: “Il termine biodiversità è ormai diventato di uso comune e ciò è sicuramente un bene per promuovere la tutela e la salvaguardia del nostro ambiente naturale – precisano da Federcaccia San Miniato -. Gestire attivamente il territorio e con esso le sue risorse è il cardine del nostro futuro. Per ogni ambiente naturale la biodiversità vuol dire maggiore stabilità nel tempo e maggiore ricchezza di risorse naturali e ambientali. Un ecosistema stabile infatti conserva il suolo, regima e tutela le acque, mitiga il clima, cattura anidride carbonica (Co2) in eccesso, disinquina, aiuta a preservare le specie, aumenta la rigenerazione di specie vegetali e animali.
Salvaguardare la biodiversità non vuol dire però escludere ogni attività antropica al suo interno. Solo alcuni rari lembi di territorio nazionale hanno ancora dei residui di naturalità primigenia che necessita di una tutela integrale. La stragrande maggioranza del nostro territorio naturale invece è fortemente modellato dall’attività dell’uomo (recente e passata) e necessità così di una costante gestione attiva da parte nostra proprio per la sua conservazione ed eventuale miglioramento in biodiversità. Gestire attivamente il territorio e con esso le sue risorse è pertanto un valore e il cardine per la tutela, la salvaguardia del nostro ambiente naturale.
In questa dimensione la caccia non è solo un’attività pienamente sostenibile e compatibile con la biodiversità, ma i cacciatori stessi hanno un ruolo decisivo nella conservazione del territorio, e quindi anche della biodiversità, in diversi contesti e situazioni. Sono un valido esempio i numerosi interventi di miglioramento ambientale effettuati e gestiti dai cacciatori, che creano habitat diversificati e offrono spazio a un ampio ventaglio di componenti faunistiche. Pensiamo ai miglioramenti ambientali in habitat quali le Zone di ripopolamento e cattura e le Zone di rispetto venatorio, (es. colture a perdere), al recupero e al mantenimento di aree umide. Senza tali interventi dei cacciatori, il territorio risulterebbe innegabilmente più povero in biodiversità. Ma determinante ed indispensabile è il ruolo fondamentale che la caccia svolge nel presidio stesso del territorio: un’azione che in molte situazioni di abbandono da parte di altre attività umane rimane spesso l’unica e reale presenza e vigilanza ambientale possibile per l’intera comunità.
A questo punto possiamo affermare che noi cacciatori siamo parte della soluzione. Un titolo che da un lato parla di speranza, ma che dall’altro ci richiama tutti ad una grande responsabilità: il destino della diversità biologica, dalla quale dipende anche il nostro futuro, è nelle mani di tutti noi.
La Federazione italiana della caccia di San Miniato, da sempre impegnata nella gestione del territorio, si sente pienamente in sintonia con questo tema, come proclamato nel 2013 con il Convegno nazionale da noi organizzato a San Miniato dal titolo ‘Il cacciatore una risorsa per il territorio’. Infatti, l’attività venatoria riveste un ruolo che non solo non è compreso fra le minacce della biodiversità (la caccia origina meno dell’1 percento della pressione esercitata sulla natura nel suo complesso) ma che anzi contribuisce a combattere il consumo di suolo. Inoltre, esercita solo un prelievo sostenibile e regolato, presidia il territorio dall’inquinamento e dall’incuria, controlla le specie aliene invasive.
La tutela della biodiversità è un dovere per tutti gli abitanti del pianeta. Per qualcuno, come i cacciatori, è una scelta naturale come recita la stessa Convenzione di Rio del 2002. Ma il ruolo dell’attività venatoria non si arresta qui, perché i cacciatori con il loro lavoro, volontario e senza alcuna spesa per la collettività, sono impegnati tutto l’anno in interventi di miglioramento ambientale e monitoraggio. Senza il presidio dei cacciatori il territorio risulterebbe innegabilmente più povero e meno ospitale per tutte le specie viventi. Ispirarsi al principio della tutela della biodiversità è il filo conduttore che può indicare la via maestra nella gestione delle grandi tematiche ambientali a livello globale così come nei nostri comportamenti di ogni giorno per costruire un futuro migliore per noi e i nostri figli. Un modello che i cacciatori seguono da sempre. Tema che sarà parte integrante nella nostra Carta Costituzionale grazie al disegno di legge sull’ambiente approvato in questi giorni dal Senato della Repubblica”.