Sarà un’altra Pasqua in famiglia: le indicazioni dei vescovi dalle benedizioni alla Veglia

Bottigliette d’acqua santa e benedizioni all’aperto tra le soluzioni. Le celebrazioni restano in presenza ma con alcune accortezze
Stiamo tutti vivendo un po’ alla giornata. E la Chiesa non fa eccezione: sogna come se il coronavirus non ci fosse ma poi progetta tenendo conto che c’è, eccome. Con un po’ di esperienza in più rispetto allo scorso anno, visto che quella 2021 sarà la seconda Pasqua in epoca di pandemia. Questa, per ora, è con regole meno stringenti ma la curva del contagio in continua salita fa temere un’altra Festa in lockdown. I vescovi della Toscana hanno già escluso la tradizionale benedizione alle famiglie in Quaresima da fare casa per casa, importante soprattutto per quelle comunità che negli ultimi 12 mesi si sono ritrovate con un nuovo parroco, come avvenuto in molte del comprensorio del Cuoio.
Ma quello delle benedizioni pasquali, per eccellenza, è il periodo dell’anno in cui “la montagna va a Maometto” e di certo i parroci si inventeranno qualcosa per raggiungere i fedeli, anche quelli un po’ meno fedeli alla messa della domenica o alla parrocchia in generale. Con iniziative, extrema ratio, anche da programmare per l’estate o comunque per dopo Pasqua (che quest’anno è il 4 aprile), quando le temperature più alte consentiranno maggior creatività nelle attività all’aperto.
Per ora, però, il Decreto detta le regole fino al 6 aprile, quindi cosa succederà dopo, resta un mistero. Tanto che, per esempio, il vescovo di San Miniato Andrea Migliavacca ha deciso di rinviare a dopo Pasqua la valutazione sull’opportunità delle benedizioni pasquali a casa, anche in base alla situazione sanitaria. Intanto, però, sulla base di queste linee generali, i parroci potranno organizzare maniere alternative per incontrare le famiglie e la comunità. Iniziative comunque pubbliche e comunitarie, che non possono sostituire quelle intime vissute in famiglia e nelle case. Già lo scorso anno, d’altra parte, abbiamo visto benedizioni a bordo di Ape o pick up, così come preghiere all’aperto e con il megafono, con i fedeli divisi per aree e in piccoli gruppi. Premesso che frequentare la propria parrocchia è il modo più sicuro per restare aggiornati sulle singole iniziative, qualche idea ci può già essere.
Ormai da anni, poi, molti parroci usano preparare bottigliette d’acqua santa da usare a casa per aspergere la tavola di Pasqua e i commensali o anche, per esempio, per benedire le uova. O, ancora, il rametto d’ulivo della domenica delle palme, grande assente in chiesa lo scorso anno come, probabilmente, sarà necessario fare quest’anno, visto che alle Palme manca poco e il nuovo Decreto per il contenimento del covid 19, il primo dell’era Draghi, è già in vigore. Rami d’olivo in chiesa ce ne saranno di certo, ma non certo da passarsi di mano in mano.
Al momento, le celebrazioni restano in presenza, con le accortezze che abbiamo imparato: niente scambio della pace né acqua benedetta nelle acquasantiere, distanziamento, prenotazione ove richiesta, mascherina e gel disinfettante prima di entrare. In una chiesa da scegliere in base al colore attribuito alla regione, ma in generale quella più vicina a casa. Consapevoli che le celebrazioni si possono seguire anche attraverso i mezzi di comunicazione di massa in caso di necessità, con il suggerimento di “rispettare la gerarchia”, privilegiando le celebrazioni del Papa e dei vescovi cioè, così da lasciare integro quel segno di unità che è la “faccia bella” della Chiesa, unita mai come a Pasqua sotto la stessa croce e davanti allo stesso sepolcro vuoto.
Causa covid, secondo le indicazioni Cei, potrà essere spostata anche la messa crismale in un altro momento del periodo di Pasqua, qualora fosse impedita “una significativa rappresentanza di pastori, ministri e fedeli”. Nel giovedì santo cambia anche la messa In coena domini, nella quale mancherà la lavanda dei piedi.
Nelle celebrazioni del Venerdì Santo, l’invito è a introdurre nella preghiera universale un’intenzione “per chi si trova in situazione di smarrimento, i malati, i defunti”. La Veglia pasquale poi potrà essere celebrata in tutte le sue parti come previsto dal rito, ma in orario compatibile con l’eventuale coprifuoco delle 22, come accaduto per quella di Natale.
Indicazioni generali, per ora, quelle fornite dalla Cei, che poi ogni vescovo personalizzerà, come faranno anche i singoli parroci e parrocchie.