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Frane tra Cusignano e Collebrunacchi, studio di fattibilità da 650mila euro

27 febbraio 2021 | 11:24
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Frane tra Cusignano e Collebrunacchi, studio di fattibilità da 650mila euro
Frane tra Cusignano e Collebrunacchi, studio di fattibilità da 650mila euro
Frane tra Cusignano e Collebrunacchi, studio di fattibilità da 650mila euro
Frane tra Cusignano e Collebrunacchi, studio di fattibilità da 650mila euro

Per evitare la chiusura della strada, che non ha viabilità alternativa

Due frane non di poco conto che potrebbero costare molto alla Regione Toscana e al comune di San Miniato. In via Gello, la strada che collega Cusignano con Collebrunacchi, lo scivolamento del versante è iniziato anni fa, già nel 2013-2014 a causa delle piogge intense. I movimenti franosi di quegli anni sono diventati sempre più pericolosi con il passare del tempo e il versante sottostante risulta sempre più eroso. Per questo il comune di San Miniato ha approvato uno studio di fattibilità da oltre 650mila euro per la messa in sicurezza della strada per scongiurarne la completa chiusura al traffico.

È il primo passo di un iter che coinvolge anche la regione Toscana per quanto riguarda l’inserimento del progetto nel Documento operativo per la difesa del suolo. O almeno questi sono gli auspici del Comune, in modo tale da ottenere i finanziamenti necessari. Si tratta, infatti, di un intervento per la messa in sicurezza della viabilità comunale nei territori soggetti a criticità idrauliche e idrogeologiche, che sono finanziate in parte anche dalla Regione. È il secondo caso di frana che il Comune si trova a dover affrontare con questi strumenti, dopo quella di via Poggio a Pino a Ponte a Elsa la cui messa in sicurezza sfiora il milione di euro.

Le due frane in via Gello, uno a 180 metri dall’altra, hanno innescato un rapido scivolamento di alberi e arbusti. La prima si estende per 70 metri di lunghezza e 40 di larghetta per una superficie complessiva di 3mila metri quadri, mentre la seconda, più ridotta, è di circa 2mila metri quadri. Come prima cosa per la messa in sicurezza saranno necessari una serie di sopralluoghi, di campionamento e analisi in laboratorio del terreno. Servirà anche un’indagine sismica e un monitoraggio periodico del dissesto attraverso strumenti tecnici. Sulla base dei risultati raccolti i progettisti potranno elaborare un piano che sia efficace. Nel progetto ci saranno sicuramente una serie di opere di consolidamento: dall’installazione di una paratia di micropali, alla regimazione idraulica con la raccolta delle acque meteoriche, fino alle movimentazioni di terreno per una risagomatura che riduca le pendenze della scarpata.