Frana in via Poggio a Pino, un progetto per scongiurare la chiusura totale



Il dissesto si è allargato e non c’è viabilità alternativa: pronto lo studio di fattibilità da 950mila euro
Sono passati ormai 6-7 anni dalla frana di via Poggio a Pino e ogni stagione che passa il dissesto appare sempre più grave. Le reti arancioni che delimitano l’area della frana non sono più una garanzia di sicurezza per gli abitanti della frazione di Ponte a Elsa che ogni giorno percorrono quel tratto che collega a Empoli e Castelfiorentino. Per questo l’ufficio tecnico del comune di San Miniato ha elaborato uno studio di fattibilità per risanare la viabilità della zona e ha richiesto alla Regione l’inserimento del progetto nel documento operativo per la difesa del suolo, che comporterebbe anche un contributo finanziario dell’ente regionale ai lavori che sono stimati in 950mila euro.
L’origine del dissesto risale alle piogge degli inverni 2013 e 2014, quando si aprì una frana lunga circa 80 metri. Da allora le condizioni del manto stradale si sono aggravate e negli anni la strada è diventata sempre più pericolosa: oggi la carreggiata sul lato della frana si è abbassata, a seconda dei tratti, tra i 20 e i 60 centimetri con fessure che si sono aperte. Andando avanti così non è da escludere una chiusura totale del passaggio alle auto, che sarebbe un disastro per la frazione per la mancanza di strade alternative
Ecco allora che i tecnici hanno individuato a grandi linee le prime impellenti necessità per mettere in sicurezza la strada e scongiurare la chiusura. Tra queste, il consolidamento del margine stradale e della valle sottostante, la rimozione della parte di asfalto che si è distaccata e poi gli interventi di risagomatura per ridurre le pendenze attuali della collina con movimentazioni di terreno. Saranno poi stesi dei connettori metallici o dei tessuti in fibra naturale per mantenere saldo il terreno evitando i piccoli smottamenti.
Per la sicurezza degli automobilisti è prevista una paratia lungo tutto il tratto della frana e una palificata di cento metri. Un intervento costoso, ma necessario e non più rimandabile. La regione Toscana ha recepito la richiesta del comune di inserimento del progetto nel documento operativo per la difesa del suolo e sarà, quindi avviato l’iter per la stesura di un progetto esecutivo.