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L’ordinanza del 2019 e i terreni incolti: il pasticcio dietro al crollo del tetto di Casteldelbosco

23 gennaio 2021 | 09:28
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L’ordinanza del 2019 e i terreni incolti: il pasticcio dietro al crollo del tetto di Casteldelbosco

Si poteva evitare. Ora il comune batte i pugni con un nuovo provvedimento: va abbattuta

Quel crollo si poteva evitare. Così come tutto ciò che ne è conseguito: il rischio per una famiglia con due figli minorenni, l’evacuazione di quattro persone, i danni strutturali alla loro abitazione. Il crollo di una porzione del tetto di un’abitazione a Casteldelbosco (qui la notizia) si poteva evitare: questo emerge dai documenti del comune di Montopoli, che già nel 2019 aveva adocchiato l’edificio con un’apposita ordinanza del sindaco Capecchi che ordinava di ripristinare le condizioni di sicurezza dell’abitazione a garanzia dell’incolumità pubblica e privata.

A rischio, infatti, era anche l’incolumità dei pedoni che avrebbero potuto trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. La casa affaccia su pubblica strada attraverso un marciapiede anche piuttosto transitato: è solo per fortuna che le cose non sono andate diversamente.

Archiviato il comprensibile spavento, non resta che cercare i responsabili, che per una volta sono facilmente individuabili. Il sindaco Capecchi ha emesso una nuova ordinanza a carico della proprietaria dell’immobile sulla Tosco-romagnola dove si legge che “la caduta è dovuta allo stato di abbandono a fronte di interventi di messa in sicurezza non eseguiti con responsabilità diretta della proprietaria”. Come aggravante, l’ordinanza del 2019 non rispettata. Ma non solo quella.

L’ordinanza emessa pochi giorni fa impone alla proprietaria di provvedere alla messa in sicurezza, anche con la completa demolizione dell’immobile, entro sette giorni. La signora dovrà, inoltre, provvedere a sistemare i danni causati alla casa dei vicini, che, senza alcuna colpa, si vedono costretti a non poter utilizzare alcune stanze e che per un po’ saranno ospiti di parenti. La crepa aperta sulle pareti dovrà essere subito coperta viste anche le condizioni meteo che rischiano di amplificare i danni.

Un autentico pasticcio, visto che lo scenario che si è profilato davanti ai vigili del fuoco, al sindaco Capecchi e all’assessore alla sicurezza Roberta Salvadori, era stato ampiamente previsto. Già nel 2019 i vigili del fuoco e i tecnici del comune parlavano di un “possibile aggravio della situazione”. Per questo, dopo la caduta di alcuni calcinacci che erano finiti nel resede dei vicini, il sindaco Capecchi con apposita ordinanza chiedeva di mettere in sicurezza l’edificio, magari con un rafforzamento del muro esterno che già stava perdendo pezzi quasi due anni fa. Un atto formale che a leggerlo oggi sembra quasi una profezia: si precisava anche che, nell’eventualità di danni causati dalla mancata osservanza degli obblighi, la proprietaria sarebbe stata ritenuta responsabile.

E così è, visto che ad oggi nessun documento di lavori eseguiti è pervenuto al comune. Tanto da far concludere che, alla luce di quanto successo, i lavori non siano stati eseguiti o, a voler essere ottimisti, eseguiti in maniera inadeguata. Intanto, dal giorno successivo al crollo si è messa in moto la macchina amministrativa per avviare il complesso iter: una risposta veloce da parte del responsabile e degli addetti degli uffici del settore tecnico e ambiente. Ma quella sulla sicurezza dell’edificio non è l’unica ordinanza che è rimasta inascoltata nel 2019. Sempre Capecchi ordinava alla signora proprietaria dell’immobile di Casteldelbosco di pulire dei terreni di sua proprietà nella stessa frazione.

Topi, rettili, insetti pericolosi e rischio incendio erano le ragioni. La vegetazione incontrollata invadeva la strada pubblica, il fogliame intasava le fognature e l’incuria rappresentava un concreto rischio di incendio. Così è scattata l’ordinanza per la pulizia e la messa in sicurezza, ma anche in quel caso nessun documento è stato mai trasmesso all’ente per certificare i lavori eseguiti. Tanto che, alla fine, il comune è dovuto intervenire in quell’estate per ripulire e mettere in sicurezza tutto, avviando il complesso iter previsto in questi casi, rimmettendo ovviamente le spese alla proprietà.