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“Era innamorato della sua terra. E ha saputo restituire quest’amore con i fatti”, l’addio di Castelfranco di Sotto a Manfredini

16 gennaio 2021 | 12:29
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“Era innamorato della sua terra. E ha saputo restituire quest’amore con i fatti”, l’addio di Castelfranco di Sotto a Manfredini
“Era innamorato della sua terra. E ha saputo restituire quest’amore con i fatti”, l’addio di Castelfranco di Sotto a Manfredini
“Era innamorato della sua terra. E ha saputo restituire quest’amore con i fatti”, l’addio di Castelfranco di Sotto a Manfredini
“Era innamorato della sua terra. E ha saputo restituire quest’amore con i fatti”, l’addio di Castelfranco di Sotto a Manfredini
“Era innamorato della sua terra. E ha saputo restituire quest’amore con i fatti”, l’addio di Castelfranco di Sotto a Manfredini
“Era innamorato della sua terra. E ha saputo restituire quest’amore con i fatti”, l’addio di Castelfranco di Sotto a Manfredini

In una Collegiata colorata di giallo e nero e piena di contradaioli

“Era un paesano innamorato della sua terra. E ha saputo restituire quest’amore con i fatti”. Il parroco di Castelfranco di Sotto don Ernesto Testi ha iniziato così, questa mattina 16 gennaio, l’omelia di saluto per Gabriele Manfredini. Storico locale, scrittore, all’occorrenza archeologo e archivista, attivissimo da sempre nel Palio dei barchini e in tante attività culturali del paese: impossibile riassumere in poche parole la miriade di interessi e attività che hanno dato tanto all’identità e alla vitalità di Castelfranco.

Ucciso da un malore lo scorso giovedì all’età di 67 anni (qui), Manfredini aveva fatto parte di quel gruppo di pionieri che nel 1987 dette vita al Palio dei barchini, di cui per alcuni fu anche presidente del Comitato. Ma sono stati soprattutto i colori giallo e nero di San Michele a segnare da sempre la sua attività nel Palio.

Lo stesso giallo e nero che stamani ha colorato la Collegiata, attraverso i contradaioli arrivati con i foulard al collo e lo stendardo di contrada, affiancato da quello dell’Associazione Palio. “Gabriele era un uomo d’azione – ha detto don Testi dall’altare – perché aveva un sacco di interessi che non ha tenuto per sé, ma che ha voluto mettere a disposizione della sua comunità. Era un profondo conoscitore della storia paesana e un punto di riferimento sicuro per tutti noi. Era stato lui non a caso a riordinare il nostro archivio parrocchiale, che conosceva alla perfezione. Aveva un carattere schivo e di poche parole, ma chi lo conosceva bene sa che era capace di rapporti umani veri”.