Fucecchio, il sindaco Spinelli dopo l’anno più difficile: “Avanti con i lavori pubblici e i progetti per le frazioni”






Il primo cittadino: “Per l’emergenza economica e il settore conciario servono interventi strutturali”
“Non ci siamo mai fermati, finiamo l’anno e lo ricominciamo stando al pezzo”. Quattro chiacchiere con il primo cittadino fucecchiese sono una dose di ottimismo, per un bilancio dell’anno più difficile, il 2020, che per Fucecchio ha però voluto dire anche tanti progetti e lavori pubblici ed uno sguardo ai tanti nodi dello sviluppo della città, dalle infrastrutture viarie a quelle destinate al turismo. “La macchina comunale non si è mai fermata, basti pensare che l’ultima riunione di giunta è stata il 27 dicembre – spiega Alessio Spinelli -: per il resto passare le feste in famiglia, con meno impegni pubblici e tanto lavoro da casa con la zona rossa, ha voluto dire anche ritrovare qualcosa che sembrava smarrito”.
Fine anno è tempo di bilanci: cosa lascerebbe nel 2020 e cosa si porterebbe nel 2021?
Non vorrei portarmi dietro il Covid, ovviamente. Ma credo che da qualsiasi esperienza si possa e si debba trovare sempre qualcosa da non buttare. Tutto genera conoscenza ed esperienza: strumenti utili ad affrontare con lucidità il futuro. In molti momenti di questo anno noi amministratori avremmo tanto voluto conoscere qualcuno in grado di darci un consiglio. Qualche vecchietto che ci dicesse “dai retta, fai così…”. Ma purtroppo ci siamo trovati ad affrontare qualcosa di assolutamente inedito, cercando di fare del nostro meglio assumendoci le nostre responsabilità. Ciò che mi vorrei portare nel nuovo anno, di quello appena finito, è la sinergia fra sindaci che abbiamo riscoperto in questi mesi. Abbiamo sempre preso decisioni collegiali, creato chat fra gli amministratori e condiviso passo passo tutto, nella Città Metropolitana come anche nel Comprensorio, con la Regione, con l’Anci e la provincia di Pistoia. Diceva Don Milani che di fronte ad un problema “sortirne insieme è politica, sortirne da soli è l’avarizia”. Ecco, credo che questo i sindaci del comprensorio e della Metrocittà l’abbiano fatto egregiamente, dando anche il loro contributo fondamentale ai gradi più altri dell’amministrazione regionale e nazionale, che in questo frangente ci ha riconosciuto l’essere uomini e donne di trincea. Siamo i primi, noi nei comuni, a sapere quali problemi dovrà affrontare il governo, che piega prenderà l’emergenza, quali nuovi bisogni emergono giorno giorno.
Il Covid ha chiuso molti cantieri: lavori pubblici tra obiettivi raggiunti e cose da fare.
Gennaio si apre con una serie di atti già pronti per dare il via ai cantieri e alle gare nei primi mesi dell’anno: la pista ciclabile in viale Colombo, fra Fucecchio e Ponte a Cappiano, con messa finalmente in sicurezza di una strada stretta e che rappresenta la porta di ingresso della città. Fra qualche giorno, poi partiranno i lavori della copertura del palazzetto dello sport, con messa in sicurezza dalle infiltrazioni. Vi saranno poi tante opere di manutenzioni ordinarie ed un grande investimento nell’efficientamento energetico, con 130mila euro per l’illuminazione in tante frazioni. Quest’anno sarà inoltre decisivo per alcune grandi opere attese o già annuciate, come l’ampliamento della strada da San Pierino a San Miniato, tristemente nota per vari incidenti anche mortali. Su quell’asse viario si riverserà un investimento da 2,2 milioni di euro. Il primo stralcio da un milione e mezzo è già approvato in giunta, dopo l’accordo con San Miniato e la Regione Toscana che ci riconoscono capofila del progetto. Senza dimenticare i 600mila euro di ampliamenti e messe in sicurezza nelle scuole, tutte già avviate.
Il comprensorio è un distretto mono-produttivo. La Cina ha già ripreso a muoversi nel settore della pelle ma il mondo occidentale è sempre molto rallentato dal Covid. Cosa ti aspetti in termini occupazionali?
Io mi auguro per il 2021 un bel po’ di ammortizzatori sociali. Molte delle proposte fatte nei mesi scorsi da noi amministratori toscani al viceministro all’economia Antonio Misiani sono sempre validissime: spalmare e ammortizzare i prestiti non in 5 ma in 10 anni, erogare nuovi finanziamenti con restituzione a lunga scadenza, nuovi fondi per chi non licenzia, altra cassa integrazione. Credo che questo sia il momento di tenere semplicemente botta, si tratta di reggere a questa crisi nel suo momento più nero mettendo al riparo il personale e non chiudere le saracinesche. Se è ripartita la Cina dopo il Covid e prima di noi, significa che passata l’emergenza anche l’economia in occidente dovrà avere il suo rimbalzo. Il nostro problema è che ancora non siamo usciti dall’emergenza sanitaria. Tutto sta ad esserci ancora nel “dopo”. Quindi aiuti e ammortizzatori devono essere studiati nell’ottica di fare da ponte per arrivare a quel momento. Penso poi che questa crisi ci debba insegnare quanto sono fondamentali gli investimenti in infrastrutture ad alta tecnologia. Ma anche in formazione. L’ampliamento di Po.Te.Co. va esattamente in quella direzione. Dopodiché continuo a pensare che noi del distretto della moda si debba ricominciare a pensare in grande: perché continuare a guardare solo a Roma e Milano? Non siamo davvero in grado di immaginare una pre-selezione di tutto ciò che farà tendenza nell’anno successivo, a livello mondiale, qui in Toscana, prima di Lineapelle? Credo si debba pensarci, sfruttando le meraviglie che il territorio e la storia della nostra regione hanno da offrire ogni anno. Questo che viene è l’anno di Dante, ad esempio.
Dopo una prima fase del Covid che l’ha vista fortemente impegnato per gestire e indirizzare i cittadini, anche con qualche cicchetto e tirata d’orecchi in diretta, non abbiamo più visto blitz del sindaco, come mai?
Perché la gente, con il tempo, ha cominciato a stancarsi dei furbi, protagonisti della primissima ora. Io ricordo bene le prime settimane di lockdown, mentre noi sindaci eravamo inondati di domande su chi, come, dove, quando e perché si poteva o non poteva uscire. Mi ricordo i tanti che cercavano di forzare le regole al supermercato. Poi però, dopo qualche tempo, ogni cittadino aveveva qualche amico in ospedale. In ogni famiglia l’ombra del Covid è diventata improvvisamente familiare. Ognuno di noi ha conosciuto o conosce qualcuno che ci è passato. E subito è stato chiaro che con questa cosa non si scherza. Prima molti non comprendevano la gravità del problema. Dopo si, e la maggiorparte delle persone ha cominciato ad usare la testa. Lo dimostra il fatto che Fucecchio non ha conosciuto fortunatamente grandi picchi nell’epidemia anche dopo l’estate.
Un altro nodo su cui l’attenzione di tutti si è concentrata è la sanità. Fucecchio ha un ospedale che proprio per l’emergenza è stato riadattato in corsa. Cosa ci dice questo?
Abbiamo capito che la sanità pubblica di cui disponiamo è un sistema capace di reggere enormi stress. Ne abbiamo bisogno e funziona, ma va organizzata meglio. Alcune decisioni si sono rivelate lungimiranti, si pensi alle tre grandi macro Asl. Immaginiamo per un attimo se avessimo avuto, all’arrivo dell’emergenza, ancora le vecchie 15 piccole Asl disseminate sul territorio. Ogni spostamento da un Asl all’altra, ogni trasferimento, sarebbe stato immensamente più complesso, corredato di una burocrazia invalidante. Sull’altro fronte però, la medicina territoriale necessita di un ulteriore efficientamento. Il pronto soccorso di ogni ospedale deve essere sgomberato dalle pratiche che non gli competono o che lo ingolfano. Dove possibile si deve delegare al territorio. L’ospedale di Fucecchio ha rappresentato proprio questo per Empoli, nei momenti più duri. Noi ce l’abbiamo fatta subito a riconvertirci, San Miniato sulle prime no. Credo che questi piccoli ospedali satelliti meritino maggiore attenzione e più soldi. Su si loro e sulle case della salute.
Che farà per la sicurezza nelle frazioni? A che punto è la tenenza dei carabinieri?
La tenenza è in dirittura d’arrivo. Abbiamo già finito il secondo stralcio dei lavori e dobbiamo finanziare il terzo. Quello è uno dei progetti che ha subito lo stop a causa del Covid. La ditta che se ne sta occupando è di fuori regione, questo ha comportato numerosi problemi in tempi di lockdown, di zone rosse e di quarantene obbligatorie con gli spostamenti fra regioni. La parte strutturale, portante, dell’edificio è però completata. Adesso servono gli ultimi 500mila euro di lavori e per quelli abbiamo intenzione di bussare anche alla porta del Ministero. Avevamo già messo da parte dei fondi precisamente per questo, ma l’emergenza ed i lavori che si sono resi necessari sulle scuole per adeguarle alle nuove direttive per la riapertura in sicurezza ci hanno costretto ad usarli. Questa caserma darà lustro all’Arma e stiamo facendo tutto senza pensare ad un euro di affitto. E’ giusto che in questa fase vi sia un loro contributo. Sulla sicurezza poi posso andare a testa alta, ed il ungo lavoro negli anni nell’Unione dei Comuni adesso porta i primi frutti proprio su quel fronte, con nuovi mezzi e soprattutto nuove assunzioni nella Polizia Municipale. Purtroppo anche il crimine cambia. Negli anni passati c’era il boom dei furti in casa, oggi c’è lo spaccio: un fenomeno certo non circoscritto alle nostre sole zone. C’è sempre più gente che compra la droga. Questo ci fa pensare che la sola repressione non basta, serve lavorare su campagne di sensibilizzazione, come si è fatto per il fumo nei locali. Dopodiché il lavoro di contrasto va avanti con nuove pianificazioni di azioni sulle Cerbaie e mappatura dei siti di spaccio. Stiamo comprando la cartellonistica e abbiamo messo 50mila euro per l’installazione di nuove telecamere per la lettura e riconoscimento targhe. Dopodiché verranno i divieti assoluti di sosta in quelli che sono considerati i siti più sensibili. E quando parlo di divieti di sosta non mi riferisco al codice della strada e alle multe, parlo di Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, codice di procedura penale, articolo 650.
Nella campagna elettorale di Giani si parlava per lei di un incarico regionale, arriverà?
Mi fa piacere che alcuni lo abbiano pensato. Segno che è stato notato il mio impegno anche in campagna elettorale, ma io non ho mai chiesto niente. Non ho mai parlato con Giani di questo e sono contento così. Devo fare ancora tre anni e mezzo da sindaco e sono felice di farlo al fianco di un uomo che stimo ed è alla guida della mia regione. Al momento decisivo ho dato una mano e mi sono sbilanciato con piacere al suo fianco. L’ho fatto da persona libera, non certo ortodossa o ligia alla dottrina di partito.
Parco Corsini, a che punto siamo?
Anche i lavori alla torre hanno subito uno stop a causa del Covid, più di molti altri. Ma ormai siamo agli sgoccioli: la scala sarà pronta in un mese. Proprio in questi giorni stiamo discutendo i termini di un bando dedicato alle associazioni per la gestione di quello che sarà il più alto punto panoramico della città. Quel parco e la sua nuova torre sono un volano per far ripartire il turismo, serve qualcuno che se ne occupi a tempo pieno in un’ottica di messa a disposizione di quell’area ai turisti, ai pellegrini, ai visitatori del museo.
Sarà possibile il Palio quest’anno?
A maggio no, questa decisione è già stata presa. Ma abbiamo già preparato due opzioni per la prima metà di luglio o la seconda metà di settembre. E’ tutto pronto a partire al momento opportuno, ma dobbiamo vedere come saranno le condizioni dell’emergenza.