“Basta calpestare i diritti degli studenti”: la professoressa di Pontedera scrive al ministro Azzolina

L’appello di Laura Marconcini, presidente della sezione locale dell’Associazione italiana di cultura classica
Si avvicina il 7 gennaio e il mondo della scuola è in fermento per le modalità di riapertura. Laura Marconcini, presidente della Delegazione Associazione italiana di cultura classica e per molti anni docente al liceo classico di Pontedera, ha scritto una lettera alla ministra dell’istruzione Lucia Azzolina “perché – spiegano – la didattica a distanza non è una soluzione che possa essere prolungata a tempo indeterminato, senza creare danni enormi alla formazione culturale, civile, umana dei ragazzi che frequentano le scuole secondarie di secondo grado”. Una lettera che contiene un appello a tornare alla “scuola vera”, cioè quella in presenza, considerandola una priorità assoluta “evitando di continuare a calpestare i diritti essenziali delle nuove generazioni”. Di seguito il testo integrale della lettera.
“Buongiorno Ministro, mentre esprimiamo la piena consapevolezza delle difficoltà che il Suo ruolo istituzionale non da oggi le impone, vogliamo dichiararle che siamo assolutamente contrari alle recriminazioni, agli sterili mugugni. Siamo un gruppo di insegnanti della provincia di Pisa che fanno capo all’AICC – Associazione Italiana di Cultura Classica – Delegazione di Pontedera, alcuni dei quali a riposo ma molto partecipi del problema, alcuni soci di Italia Nostra. Nelle nostre frequenti “conversazioni” è emersa in primo luogo la volontà di un impegno concreto nell’elaborazione di un progetto che vorremmo non sembrasse anticipatamente utopistico. Da anni seguiamo la situazione di giovani laureati, seri, preparati, competenti, desiderosi di inserirsi nel mondo della scuola. A molti di loro, laureati in lettere, classiche o moderne, abbiamo offerto – a partire dall’anno scolastico 1983/84 – l’opportunità di un tirocinio didattico nei corsi propedeutici allo studio del latino e del greco che ogni anno organizziamo per gli alunni di terza media da ottobre a maggio: i nostri insegnanti, opportunamente guidati, seguono un programma scritto, riveduto e corretto negli anni, dimostrando dedizione e capacità. Proprio partendo da questa esperienza, abbiamo pensato ad un progetto per la ripresa delle lezioni in presenza. Dunque, questo il nostro umile suggerimento. Tutti gli alunni di una classe divisi in due gruppi: A e B. Il gruppo a) inizia regolarmente le lezioni al mattino con l’insegnante titolare delle varie materie, il gruppo b) inizia le lezioni nel pomeriggio nelle stesse aule con insegnanti supplenti della stessa materia, assunti, in qualità di supplenti, pro tempore. Con una rotazione settimanale: insegnante titolare/ supplente – mattina/pomeriggio – alunni del gruppo a) alunni del gruppo b), questi affidati di volta in volta al titolare e al supplente, potrebbero usufruire di un insegnamento continuato nelle loro sedi scolastiche, alla cui base dovrebbe ovviamente porsi l’elaborazione di un “programma” concordato da parte dei due docenti. Ostacoli da rimuovere: 1) lo stipendio ai numerosi insegnanti assunti: le casse dello Stato in questo periodo di emergenza sono costrette comunque a fare fronte alle spese che anche il mondo della scuola richiede, 2) sanificazione delle aule all’uscita del gruppo a) per accogliere il gruppo b) e all’uscita del gruppo b) per accogliere il gruppo a): altra spesa da affrontare per il lavoro rotatorio affidato a imprese di pulizia che potrebbero/ dovrebbero assumere personale in più, a vantaggio evidente di un’altra classe sociale in difficoltà, per esempio quella che usufruisce del reddito di cittadinanza. 3) mezzi di trasporto: divisi in due gruppi, gli studenti che se ne servono per raggiungere la sede scolastica, sarebbero ogni volta meno numerosi, anche a tutto vantaggio dello scorrimento del traffico mattutino nei grandi centri urbani.4) diritto al lavoro mattutino rivendicato dagli insegnanti titolari: l’emergenza impone qualche – momentaneo – cambiamento: coloro che credono nella loro funzione educativa, al di là di una trasmissione , sia pure di alto livello, del proprio sapere, lo affronteranno con il giusto spirito di servizio, sicuramente più gratificante del lavoro che ora sono costretti a svolgere nella DAD. Ci auguriamo che questo nostro progetto, non superbamente elaborato nella convinzione di risolvere i molti problemi, ma come probabile “aggiunta” ad altri suggerimenti che immaginiamo giungano da coloro che credono nell’urgenza della ripresa delle lezioni in presenza, possa essere esaminato come utile contributo meditato da gente che crede nella seria educazione scolastica, la quale comprende anche, forse in primo luogo, l’abitudine ai corretti rapporti sociali che gli incontri sui banchi di scuola sono in grado di impostare nella maniera più naturale”.