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“Avevo la visita prenotata da luglio ma quando sono arrivata ho trovato gli ambulatori chiusi. Bastava una telefonata”

29 dicembre 2020 | 11:58
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“Avevo la visita prenotata da luglio ma quando sono arrivata ho trovato gli ambulatori chiusi. Bastava una telefonata”

La signora, arrivata con la madre in ambulanza all’ospedale di San Miniato, è dovuta tornare indietro. “E ora?”

“Avevo la visita prenotata da luglio. Ieri mattina 28 dicembre sono arrivata alla Rsa Del Campana Guazzesi a San Miniato, ho atteso che uscisse mia madre inferma portata dagli operatori della Croce rossa, li ho seguiti fino all’ospedale degli Infermi dove mia madre avrebbe dovuto essere visitata dal geriatra. Avrebbe, perché la dottoressa non c’era. E solo dopo un po’ mi hanno detto che gli ambulatori sono chiusi da settimane. Ma qualcuno non avrebbe dovuto avvisarci?”.

Se lo chiede F., una signora di 65 anni che, causa covid e inserimento in struttura, da marzo non abbraccia la mamma di 95 anni, ospite della casa di riposo di San Miniato (che con la vicenda non c’entra niente, lo precisiamo). “Mia mamma ha bisogno di quella visita, perché tra l’altro questo periodo di isolamento non l’ha aiutata. Facciamo le video chiamate, ma stare insieme è altra cosa e lei ne risente. E’ sempre stata una donna forte e combattiva, ora ha momenti in cui si arrabbia e si abbatte, vorrei che la vedesse un medico per capire se c’è qualcosa da fare. Adesso stanno predisponendo la stanza degli abbracci: speriamo vada meglio con quella. Al di là di questo, però, io la visita l’avevo prenotata a luglio e il coronavirus c’era già”.

“Quando – prosegue amareggiata la signora – non mi presento a una visita devo pagare e ora che io c’ero e la dottoressa no, chi paga? Tra l’altro in una giornata ‘da lupi’, con il freddo e la pioggia. Ho provato a capire se qualcuno mi aveva avvisata e ho scoperto che sulla richiesta c’era il numero fisso di casa che non uso più, ma c’era vicino anche il cellulare, quindi bastava riprovare. A settembre avevo portato mamma a fare il controllo all’ospedale di Fucecchio per il pacemaker, perché ha anche quello e siamo riusciti a farlo, nonostante il covid ci fosse anche in quel periodo. Bastava farmi una telefonata…”.

Una brutta mattinata, insomma, che non è l’unica conseguenza del disguido. “Mi dispiace da morire per i ragazzi della Croce rossa che sono venuti per niente e in più quella visita va riprenotata, ma io non posso aspettare altri 5 mesi o magari di più, quindi forse sarò costretta a prenotare in libera professione, a pagamento, un medico che vada lui in Rsa. Lo avevo già fatto prima di questa, ma poi avevamo trovato posto con la mutua, non è possibile dover fare tutto e sempre a pagamento, come non è possibile trovarsi a scene del genere, anche perché fosse stata per me la visita, avrei solo perso tempo, ma muovere una donna anziana e invalida è diverso”.