Palio dei barchini, sottoscritto il giuramento per l’edizione 2021






Si prova a ripartire dopo lo stop di quest’anno per la pandemia
I barchini di Castelfranco provano a rimettersi in moto. Dopo lo stop del Palio 2020, e in attesa di capire cosa aspettarsi dal nuovo anno ormai alle porte, le quattro contrade sono arrivate questa mattina (8 dicembre), in sala del consiglio, per sottoscrivere il giuramento di partecipazione all’edizione del 2021, in programma per il prossimo 13 giugno.
“Una firma tecnica” l’ha definita il presidente dell’Associazione Palio Paolo Nuti, ben diversa dalla tradizionale cerimonia organizzata ogni anno in occasione dell’8 dicembre, quando le contrade arrivano in piazza Bertoncini con figuranti, tamburi e bandiere per lanciare il guanto di sfida verso il Palio che verrà. Stamani invece sono arrivati solo i quattro presidenti, chiamati a pronunciare e sottoscrivere la tradizionale formula di partecipazione.
“La firma di stamani – ha spiegato Paolo Nuti – serve soprattutto a livello organizzativo e di regolamento. Se sarà possibile, però, la cerimonia sarà recuperata in piazza Bertonicini in occasione del giuramento delle bandiere previsto per domenica 25 aprile, possibilmente arricchita anche da una cena medievale nel centro storico. Devo ringraziare i quattro presidenti che in questo momento stanno lottando a denti stretti per portare avanti le contrade e tenere uniti i gruppi nonostante lo stop delle attività”.
Seguendo l’ordine d’arrivo del 2019, i quattro presidenti hanno sottoscritto uno per uno la formula di giuramento: Silvia Valori per San Bartolomeo, Luca Petri per San Michele, Tiziano Salvadori per San Martino e Kety Toni per la contrada San Pietro a Vigesimo.
“La giornata di oggi vuol dare un messaggio, non tanto di normalità ma piuttosto di fiducia e di serenità – ha detto il sindaco di Castelfranco Gabriele Toti -, recuperando un modo di comportarsi che tenga conto della pandemia ma anche ma anche della voglia di tornare a confrontarsi e gareggiare. In quest’anno ci siamo resi conto di quanto siano più povere le nostre comunità senza questi momenti di socialità. Questo momento, però, può essere anche l’occasione per immaginare qualcosa di nuovo e di diverso”.