Squarcini: “Le finestre della scuola sono pericolose, mai chiesta una perizia”

Il sindaco Capecchi: “Non escludiamo azioni legali, ma prima valutiamo gli interventi necessari”
Contratti, lavori e collaudo, poi le lettere da parte dei tecnici del comune per sollevare i problemi. Sulla carta tutto sembra funzionare alla perfezione, nella realtà dei fatti, però, le finestre della scuola dell’infanzia di Capanne don Enzo Terreni, nel comune di Montopoli in Valdarno continuando ad avere qualche criticità. Ormai da molto tempo, da quando, nel 2009, i lavori furono ultimati. A sollevare la questione in consiglio comunale (di ieri, 6 novembre) è un’interrogazione dei consiglieri della Lega Silvia Squarcini, Lara Reali e Cristiano Bertagni.
“All’epoca dei fatti – hanno chiesto i consiglieri – Capecchi era assessore ai lavori pubblici. Perché non è mai stata intrapresa un’azione legale?”. Hanno ricostruito la vicenda sin dall’inizio grazie all’accesso agli atti: ultimata nel 2009, la scuola che è tra le più nuove di tutto il comune, ha ottenuto il suo collaudo solo nel 2012, con un forte ritardo dovuto ad alcune criticità che riguardano gli infissi.
A far presenti questi problemi è il geometra del comune che a più riprese, dal 2011 al 2015, attraverso riunioni, raccomandate e lettere ha messo in luce la situazione delle finestre: troppo pesanti per sorreggere l’apertura ad anta e posizionate troppo in basso. Talmente in basso da costituire un pericolo per i bambini durante l’orario di lezione. I problemi riguardavano le manovre di apertura e chiusura delle finestre così, dopo anche numerose segnalazioni del personale scolastico, si decise di trovare una soluzione provvisoria: mettere dei fermi alle finestre in modo tale che si possano aprire solo con una chiave.
“Si sono accontentati di un tamponamento – secondo Silvia Squarcini, capogruppo della Lega di Montopoli – invece di intraprendere un’azione legale per individuare i responsabili. Ad oggi le finestre possono essere aperte solo a vasistas perché altrimenti sono troppo pesanti. Il problema è noto da anni ma adesso diventa urgente perché le normative anti-Covid impongono di areare i luoghi chiusi, quindi le finestre vanno tenute aperte.Come mai non è stata richiesta una perizia tecnica che stabilisse se il progetto iniziale fosse sbagliato, visto che emerge spesso dai documenti che gli infissi erano troppo grandi per sostenere il peso di un’apertura ad anta e posizionati ad un’altezza pericolosa addirittura per i bambini. Ci sono notevoli discordanze tra quanto dichiarato nel collaudo finale e quanto invece riportato nelle lettere successive per la richiesta di risoluzione dei problemi”.
Eppure, la posizione del comune è quella di chi ha fatto il suo lavoro: sono numerose le segnalazioni e le richieste di interventi da parte del geometra dell’Ente. Oltre i solleciti, però, nessuno si è spinto: “Abbiamo ritenuto a suo tempo – ha spiegato il sindaco Giovanni Capecchi – troppo rischioso intraprendere un’azione legale. L’esito sarebbe stato incerto e il certificato di collaudo era stato redatto verificando tutti i documenti. Ora che i problemi sono continuati, però, capiremo quali interventi dovremo fare e non escludiamo un’azione legale. Le risorse messe in bilancio (circa 20mila euro) servivano perché se non le mettiamo a bilancio non possiamo fare niente, nemmeno affidare un incarico per capire l’entità dei lavori”.