Niente turisti da settembre e senza il Tartufo il Miravalle resterà chiuso

Perfino l’Hotel San Miniato potrebbe chiudere i battenti entro 2 settimane. Slitta anche il ristorante in piazza Duomo
Il Miravalle alla fine non riaprirà, almeno per quest’anno, e perfino l’Hotel San Miniato potrebbe presto chiudere i battenti, da qui a due settimane, lasciando la città della Rocca ‘sguarnita’ dei suoi due alberghi.
L’impennata dei contagi, la sensazione crescente di un nuovo lockdown e la cancellazione della Mostra mercato del tartufo, hanno già quasi azzerato il mercato ricettivo sanminiatese, scompaginando i piani messi a punto dalla San Martino Srl (la società a cui fanno capo i due alberghi) per tentare quanto prima un possibile ritorno alla normalità. “Ad oggi c’è poco lavoro per un solo albergo, figurarsi per due”, dice Daniele Nannetti, che proprio in questi giorni avrebbe voluto riaprire anche l’albergo di piazza Duomo, con il nuovo ristorante ‘targato’ Gilberto Rossi, per accogliere visitatori e turisti della 50esima Mostra mercato del tartufo bianco (qui).
Invece niente da fare: “Il Miravalle resterà chiuso – spiega Nannetti – anche se nel frattempo andrà avanti la prima tranche dei lavori alla struttura, in modo da essere pronti per gennaio 2021 compatibilmente con l’andamento del virus”.
Fino alla fine dell’anno, quindi, l’hotel Miravalle sarà interessato dai lavori di restauro che riguarderanno la copertura dell’edificio, l’impianto idraulico e l’ala del ristorante, ma tutto avverrà con l’albergo chiuso al pubblico. Nelle ultime settimane, del resto, l’emergenza Covid ha fatto crollare la domanda di pernottamenti nella città della Rocca. “Con il mese di settembre si erano esauriti i pochi turisti di quest’anno, legati in gran parte alla Via Francigena – riprende Nannetti – e da allora lavoravamo esclusivamente con la clientela business. Da un paio di settimane, con i viaggi fortemente sconsiglianti e la prospettiva di un nuovo lockdown in alcune regioni, le persone che si muovono per lavoro si sono ridotte drasticamente, tanto che da qui a due settimane la prospettiva è quella di dover chiudere anche l’Hotel San Miniato”.
Una situazione che del resto ha rallentato anche il progetto della Villa Petriolo, la grande tenuta agricola fra Cerreto Guidi e Fucecchio che i Nannetti hanno acquistato nel 2018, insieme a un altro socio, per farne un resort e una fattoria biologica (qui).
In attesa di completare i lavori e poter inaugurare anche la parte ricettiva, la priorità è stata data alla riattivazione dell’azienda agricola e all’apertura di due ristoranti ospitati nella villa cinquecentesca al centro della tenuta: l’osteria Golpaja e il ristorante Ps dello chef Stefano Pinciaroli, inaugurati entrambi lo scorso luglio. “Dopo il Dpcm che impone la chiusura alle 18 – spiega Nannetti – abbiamo deciso di reagire nell’unico modo possibile, cercando di sfruttare al massimo gli strumenti che abbiamo a disposizione per continuare a lavorare”.
Per questo sono stati incrementati i servizi di take away e di delivery, con la messa a punto di due linee distinte di piatti che è possibile ritirare in struttura o farsi consegnare a domicilio: una per il ristorante Ps, con i suoi piatti ricercati ed elaborati, l’altra per l’osteria Golpaja caratterizzata da ricette della tradizionale. “Entrambe le linee sono legate ai prodotti che realizziamo nella nostra azienda – spiega Nannetti – e per ciascuna forniamo confezioni sottovuoto e monoporzione con tutte le istruzioni per completare a casa propria la preparazione del piatto”. A questi servizi, attivi ogni giorno fino alle 23, si affiancano tutti i sabato e le domeniche 3 fasce orarie differenziate per mangiare nei due ristoranti: si comincia alle 10,30 con la cosiddetta colazione contadina (“Una sorta di brunch alla toscana” lo definisce Nannetti), poi il classico pranzo e infine la merenda a partire dalle 16, “con gli affettati e gli ortaggi della nostra azienda – aggiunge l’imprenditore – e sempre con la possibilità di mangiare in struttura oppure di ritirare il cestino da pic-nic”. Il tutto, ovviamente, con l’obiettivo di sfruttare al massimo tutto il tempo concesso dal Dpcm prima dell’orario fatidico delle 18. “Non è facile – conclude Nannetti – ma al di là della frustrazione pensiamo sia giusto provarci. È una scommessa che vogliamo giocare, almeno per le prossime due settimane, in attesa di sapere cosa succederà con il nuovo Dpcm del 9 novembre”.