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Addio Franca: è morta l’ultima testimone dell’azienda Vindobona

2 ottobre 2020 | 20:14
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Addio Franca: è morta l’ultima testimone dell’azienda Vindobona
Addio Franca: è morta l’ultima testimone dell’azienda Vindobona
Addio Franca: è morta l’ultima testimone dell’azienda Vindobona
Addio Franca: è morta l’ultima testimone dell’azienda Vindobona
Addio Franca: è morta l’ultima testimone dell’azienda Vindobona

Lucidissima fino a 96 anni, ha permesso a Pacini di salvare un pezzo di memoria di Fucecchio

In quella foto di gruppo datata 1938, lei era l’ultima rimasta. Seduta a terra, sorridente, proprio al centro dell’immagine, Leda Menichetti (per tutti “Franca”) è stata l’ultima testimone vivente della storica azienda Vindobona, la fabbrica di Fucecchio che fra anni ‘30 e ’40 ha venduto mazzi di carte in giro per l’Italia e per il mondo. Una storia riscoperta poco meno di un anno fa dal fucecchiese Alessio Pacini, appassionato di storia locale, con la pubblicazione di un libro che deve molto ai ricordi e alla testimonianza di Menichetti.

Rimasta lucida fino a un mese fa, la donna si è spenta ieri 1 ottobre all’età di 96 anni nella propria abitazione in via della Nardella a Fucecchio, non lontano dall’azienda di arredamenti Design 80 fondata proprio dal marito di Leda, Graziello Mariotti. Alla vigilia del secondo conflitto mondiale, quando era ancora una ragazzina, Leda (o meglio “Franca” come la chiamavo tutti) aveva lavorato per tre anni nella fabbrica di carte che all’epoca aveva sede in via Cavour.

“La manodopera era tutta femminile, perché ci voleva precisione per eseguire il taglio delle carte e poi impacchettarle nelle scatole”, ricorda Pacini, che negli ultimi anni ha ricostruito quasi dal niente una storia che a Fucecchio ricordavano in pochi. Fondata nel 1927 in via Battisti dal sanminiatese Paride Giomi, poi rilevata negli anni ’30 da Vasco Spinelli, la Vindobona realizzò per più di 25 anni mazzi di carte di grandi qualità, spaziando dalle Toscane grandi o fiorentine alle Toscane classiche, alle Piemontesi, Liguri, Lombarde e alle Inglesi vendute anche all’estero, fino a quando i bombardamenti del ’44 danneggiarono la fabbrica che non fu più riaperta al termine del conflitto.

Oggi le carte Vindobona sono ricercatissime dai collezionisti, tanto che lo stesso Pacini è dovuto partire proprio da loro per ricostruire la storia dell’azienda, rintracciando e acquistando su internet circa 50 mazzi in due anni. “Inizialmente ero riuscito a rintracciare la figlia del litografo dell’azienda, Clara Pernice – ricorda Pacini –. Anche se all’epoca aveva solo 5 anni, mi dette le prime informazioni per rintracciare i discendenti del proprietario Vasco Spinelli e del fondatore Giomi, nonno dello psicologo Maurizio Cianetti di San Miniato. Poi fu Giovanna Mariotti a indicarmi Leda Menichetti come ex operaia della Vindobona. Così sono stato a casa sua più volte nell’arco di due o tre settimane. Nonostante l’età è stata utilissima nell’aiutarmi a ricostruire la storia dell’azienda, soprattutto indicandomi i nomi delle lavoratrici che si vedevano nelle foto”.

Lo scorso novembre, la donna aveva partecipato anche alla presentazione del libro ospitata al Palazzo della Volta, ricordando di essere “l’ultima ancora viva” di quel gruppo di ragazze immortalate in bianco e nero.