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Primo giorno di scuola a San Genesio, la viceministro Ascani tra i banchi di San Miniato

5 settembre 2020 | 18:40
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Primo giorno di scuola a San Genesio, la viceministro Ascani tra i banchi di San Miniato

Presentata l’inedita fusione tra scuola e museo. Giglioli: “Ripartiamo da qui, questo è stato il primo vero centro storico di San Miniato”

Una prima simulazione è stata fatta subito, con i bambini chiamati al banco e perfino alla lavagna come in un normale giorno di scuola. In realtà tutto si è svolto in un museo, per la precisione nella struttura espositiva a fianco degli scavi archeologici di San Genesio.

È qui che la classe seconda della primaria Collodi di Ponte a Elsa trascorrerà il prossimo anno scolastico (qui). Una scelta detratta dalle normative anti covid sul distanziamento fisico, ma pensata anche come forma di sperimentazione per un’inedita fusione tra scuola e museo.

“Una sorta di osmosi, che vogliamo portare avanti anche in futuro una volta superata l’emergenza”, ha detto il sindaco di San Miniato Simone Giglioli illustrando il progetto alla presenza della viceministro all’istruzione Anna Ascani, arrivata oggi 5 settembre a San Genesio. “I ragazzi – ha detto Giglioli – sono forse la categoria che ha subito i maggiori effetti durante il lockdown. È fondamentale farli tornare a scuola ma farlo in sicurezza. Da qui è nato questo progetto, per reperire uno spazio in più ma che fosse congeniale alla didattica. Ringrazio la giunta e gli uffici comunali che da un mese e mezzo lavorano per far tornare a scuola i nostri figli, anche trovando soluzioni straordinarie perché la pandemia non era sui nostri manuali”.

Fin dalle prime valutazioni, del resto, era stata proprio la scuola primaria di Ponte a Elsa a sollevare le maggiori preoccupazioni: “Perché è una scuola datata e piccola – ha ricordato l’assessore ai lavori pubblici Marzia Fattori – dove già in condizioni normali lo spazio è risicato. Non a caso siamo in graduatoria per ricevere i finanziamenti ministeriali necessari per iniziare i lavori del nuovo edificio scolastico”.

“Alla fine dello scorso anno – ha aggiunto il direttore scolastico del comprensivo Sacchetti Andrea Fubini – ci siamo subito detti che avremmo avuto bisogno di spazi aperti, di portare le classi fuori dalla scuola. Ne abbiamo parlato con l’amministrazione comunale e questo è diventato un progetto di comunità. Dal punto di vista didattico la parte importante è l’accordo con l’Università di Pisa, attraverso i dipartimenti di Archeologia e di Scienze della formazione, che prevede dei percorsi didattici multidisciplinari che coinvolgeranno in questo luogo tutto l’istituto”.

L’obiettivo, in pratica, è quello di sfruttare l’emergenza per lanciare e sperimentare un approccio innovativo, sviluppando nei ragazzi un atteggiamento di curiosità e quindi un’interazione con il proprio territorio e con le testimonianze del passato. “Di fatto ci sarà una didattica curricolare integrata – ha spiegato il direttore dei Musei civici di San Miniato Lorenzo Fatticcioni – perché le materie vengono ‘piegate’ alla dimensione storica di questo posto. I ragazzi lavoreranno poi sui temi della musealizzazione attraverso momenti di condivisione. Questo progetto potrà poi essere replicato anche in futuro con una turnazione delle classi, ognuna delle quali potrà stare al museo per un mese e lavorare su un determinato argomento”. “Del resto, quando abbiamo progettato questa struttura – ha ricordato Federico Cantini, docente dell’Università di Pisa e direttore degli scavi – avevamo in mente uno spazio che fosse modificabile. Con questo progetto i ragazzi saranno a contatto con le testimonianze del passato e saranno portati anche a farsi delle domande. Potrebbe quindi diventare anche un modello per altre realtà”.

Anche per il viceministro Ascani, infatti, l’idea di San Miniato potrebbe aprire la strada verso il percorso che attende la scuola italiana nel prossimo futuro. “Quando ci siamo confrontati con l’emergenza – ha concluso l’onorevole Ascani – abbiamo capito subito la necessità di accrescere gli spazi scolastici. In questo modo è stato acceso un faro su un problema antico, perché l’Italia ha molti plessi datati o non conformi alla didattica. Avere una scuola museo o una scuola che diventa museo significa capire davvero questo tipo di esigenza, anche perché la scuola deve svolgere un ruolo diverso rispetto al passato. La scuola è stata fondamentale in questo Paese per permettere a tutti di accedere allo studio e fare un salto in avanti. L’investimento che è stato fatto qui deve andare ancora in questa direzione. Dal 14 settembre torniamo a garantire il diritto all’istruzione, ma allo stesso tempo tutti abbiamo imparato quanto è importante investire sulla scuola”.