Sul 5G servono “scelte consapevoli. Ma non abbiamo risposte a San Miniato e Montopoli Valdarno”
La consigliera Vanni raccoglie le istanze dei comitati e presenta un’interrogazione
“Vogliamo capire qual è la posizione dei nostri sindaci su un tema che riteniamo fondamentale. Riteniamo che la voce dei cittadini vada ascoltata sempre, al di là delle posizioni individuali ed è grave che non ci abbiano degnato nemmeno di una risposta”. Sono queste le istanze raccolte da Maria Vanni, consigliera comunale a Montopoli Valdarno per la lista Progetto insieme sulla tecnologia 5G. A presentarle alla consigliera d’opposizione sono alcuni cittadini di Montopoli ma anche di San Miniato che hanno fatto rete e ieri martedì 4 luglio hanno convocato un incontro congiunto per chiedere chiarezza sulla posizione e sulle intenzioni delle due amministrazioni.
Da una parte, a Montopoli, c’è una lettera firmata da una 15ina di persone, inviata al sindaco i primi di giugno, ma che non ha mai ricevuto una risposta. Nella lettera si chiedeva di “vietare l’implementazione di antenne 5G sul territorio, applicando il principio di precauzione”. Dall’altra, a San Miniato, si è costituito un vero e proprio comitato cittadino, Consapevoli in azione, che ha chiesto un incontro al sindaco Simone Giglioli, ma “dopo averci assicurato una data entro una settimana – dicono – non si è fatto sentire più nessuno e non risponde più alle chiamate”.
“C’è mancanza di ascolto da parte dei sindaci – secondo Adamo Antonacci, portavoce di Consapevoli in azione –. Probabilmente in vista delle elezioni regionali il sindaco non vuole esporsi, ma non può non ricevere i cittadini su un tema che merita attenzione”.
Contrariamente a quanto si possa pensare, sia i firmatari della lettera indirizzata a Giovanni Capecchi sia coloro che hanno chiesto un incontro con Giglioli, non sono contrari a prescindere alla tecnologia 5G: quello che chiedono “è fare scelte con consapevolezza, aspettando le evidenza scientifiche e tenendo in considerazione tutti gli eventuali effetti collaterali”.
I dubbi, infatti, sono molti e su più fronti. A partire dalla presenza di studi scientifici contraddittori, fino all’aspetto paesaggistico. Consapevoli del carattere tecnico della questione, nessuno dei cittadini si è addentrato nei dettagli del funzionamento, ma non per questo rinunciano a chiedere che ci sia una discussione pubblica sul tema.
“Innanzitutto – hanno detto – vogliamo capire se c’è un rischio per la salute delle persone. Per questo ci siamo rivolti ai sindaci in quanto responsabili della salute pubblica. Poi vengono le preoccupazioni per l’ambiente e per la fauna. Ma qualora non ci fossero questi rischi, ben venga il 5G”. Dopo le preoccupazioni sulla salute delle persone e dell’ambiente, a cascata, i punti interrogativi si spostano sull’aspetto etico e paesaggistico: “Il 5G – continua Adamo Antonacci – riguarda la cosiddetta internet delle cose. A tal proposito le preoccupazioni di natura etica sulla privacy delle persone viaggiano in parallelo a quelle sulla salute”.
“Il 5G – hanno detto i presenti – viaggia su onde più corte, dette millimetriche, per cui sarà necessario installare antenne a distanze più ravvicinate. Questo ci preoccupa anche da un punto di vista paesaggistico”. Insomma, le sfaccettature sollevate sono molte, ma aleggia insoddisfazione riguardo alle risposte finore ricevute. A Montopoli queste istanze sono state raccolte dalla consigliera Vanni che ha presentato un’interrogazione in merito che sarà discussa in consiglio comunale a settembre.
Nel frattempo il dibattito si alimenta, anche grazie alle notizie che rimbalzano a livello nazionale, e i gruppi si organizzano. “Siamo in contatto – hanno spiegato – con i comitati di Lucca e Pistoia, dove queste domande sono state poste da tempo”. Nel comprensorio del cuoio le cose hanno iniziato a muoversi non da molto: “Sono stata contattata – ha spiegato Vanni – circa tre mesi fa da Sandra Sani che è un po’ la coordinatrice del gruppo di Montopoli. C’erano delle persone che chiedevano di affrontare la questione del 5G in consiglio comunale. Noi crediamo che una risposta i cittadini la meritino sempre. In molti comuni i sindaci hanno emesso ordinanze per vietare la sperimentazione di questa tecnologia, noi vogliamo capire qual è la posizione del sindaco e se ci sono ipotesi di sperimentazione: per questo ho presentato un’interrogazione”.