
Dopo la scomparsa del genitore decide di riprendere gli studi: “Assisterlo nell’ultimo periodo mi ha aperto gli occhi”
“La molla mi è scattata con la morte di mio padre”. Un evento traumatico, uno dei passaggi obbligati della vita, che nella storia di Emiliano Cetti, 47 anni di Montopoli Valdarno, ha però dato inizio ad un’avventura, il superamento di un altra tappa importante lasciata in sospeso anni fa: l’esame di maturità.
Avventura che si è conclusa egregiamente alcuni giorni fa con un esito ambito, un bel 100, celebrato con altri studenti giovedì scorso a Golena d’Era, in occasione della consegna degli attestati ai centisti delle scuole di Pontedera.
Lui, il corso, lo ha fatto serale: indirizzo sociosanitario dell’Ipsia Pacinotti di Pontedera, insieme ad altri 14. “Dover seguire mio padre nel suo ultimo periodo mi ha convinto a chiudere un ciclo lasciato in sospeso da ragazzo – racconta – assisterlo nell’ultimo periodo sarebbe stato diverso se avessi avuto più conoscenze nell’ambito sanitario. Le superiori le avevo lasciate anni fa, dopo essere arrivato al terzo anno. Me ne mancavano due”. Di qui l’idea di mettersi in gioco con i corsi serali, che da sempre l’Ipsia mette a disposizione per i suoi corsi: sociosanitario appunto, ma anche corso per manutentori e commerciale.
“Quando ho interrotto gli studi anni fa venivo da due bocciature – continua – adesso mi ci ero messo con uno spirito diverso. Mi sono impegnato molto in questi due anni. Sapevo di avere un buon numero di crediti e che raggiungere il massimo era fra le possibilità, quando sono arrivato all’esame. Non pensavo però di raggiungere le tre cifre. E’ stata di sicuro una bella sopresa”.
Un esito felice che invece è arrivato, per lui e non solo. Quest’anno, infatti, sono stati in sei i centisti dei corsi serali, organizzati dalla scuola. Con Emiliano anche una ragazza di Castelfranco, Kezzar Fadoua, ed altri residenti in Valdera. “Quest’anno abbiamo superato un piccolo record, è arrivata la prima lode della storia del corso serale. Ma i cento sono ormai un orgoglio dell’Ipsia che si ripete spesso – racconta la professoressa Silvia Quinzani, una delle coordinatrici. – Quest’anno sono stati in 6″. Un percorso, il serale, che ha finito per essere di supporto logistico ai corsi della mattina, in occasione dell’emergenza sanitaria. “Siamo abituati a gestire corsi non in presenza, avendo a che fare con persone che lavorano e fanno i turni – continua Quinzani –. Quando la didattica a distanza è diventata la norma, con il lockdown, l’esperienza del corso serale è stata preziosa per tutta la scuola. L’emergenza, semmai, ci ha fatto toccare con mano le difficoltà dei tanti nostri studenti che lavorano: persone che hanno perso il lavoro o che hanno dovuto affrontare le difficoltà di avere figli a casa la mattina. Come tutti, d’altronde. Anche per questo vedere i nostri studenti concludere bene il loro percorso quest’anno è stata una doppia soddisfazione”.