Quasi mezzo milione di euro per le scuole del comprensorio del Cuoio

Cifre, progetti e insegnanti: ecco come sarà il prossimo anno scolastico. Resta il nodo docenti e personale Ata
Scuole del Cuoio: anno zero. Ammontano a poco più di 460mila euro i soldi che il governo destinerà per le scuole del Comprensorio tramite il decreto per la ripartenza a settembre. Una piccola fetta degli oltre 2,3 milioni di euro che cascheranno nei prossimi giorni “a pioggia” su tutte le scuole dei 6 comuni.
Un “tesoretto” spartito in 11 parti fra istituti d’istruzione superiore ed istituti comprensivi, con una media di 40mila euro ad istituto. Soldi ai quali ne potrebbero seguire altri in vista dell’anno prossimo, ma che intanto saranno vincolati a specifici lavori di riadattamento delle strutture.
Le cifre
Scuole elementari, dell’infanzia, medie di I e II grado fanno capo, nei comuni della Zona Cuoio “allargata” a 6, ad 11 direzioni didattiche, titolari ognuna di una cifra differente, calcolata dal Miur a partire dal numero degli iscritti, ma anche da altri indici che prendono in considerazione il grado di “disagio” in cui versa ogni singola struttura. All’Istituto “G.Carducci” di Santa Maria a Monte, che racchiude tutte le scuole pubbliche del comune, spetteranno 42750 euro. Per il “Leonardo Da Vinci” di Castelfranco Di Sotto, invece, saranno 44064 euro. A Montopoli, per il “Galilei”, 38932 euro. Per le scuole di Santa Croce, invece, 49728 euro. San Miniato e Fucecchio, in questo caso, fanno ovviamente la parte del leone ospitando sul loro territorio anche istituti superiori. Per San Miniato saranno distribuiti 41028 euro per il “Buonarroti” di Ponte a Egola e 47732 per il “Sacchetti; mentre il liceo “Marconi” ed il “Cattaneo” potranno utilizzare rispettivamente 24512 e 47768 euro. Quasi 130mila euro per le scuole di Fucecchio, fra “Montanelli-Petrarca” con 37793 euro, circolo didattico con 38656 euro e istituto “Checchi” con 50420.
Finalità
Fra le voci di spesa più attese vi sono quelle dell’adattamento degli spazi interni ed esterni e la loro dotazione allo svolgimento dell’attività didattica in condizioni di sicurezza, inclusi interventi di piccola manutenzione, ritinteggiatura e decoro della scuola e di miglioramento degli spazi verdi, di pulizia straordinaria e sanificazione, nonché interventi di realizzazione, adeguamento e manutenzione dei laboratori didattici, delle palestre, di ambienti didattici innovativi, di sistemi di sorveglianza e dell’infrastruttura informatica. Si parla però anche di acquisto di servizi professionali, formazione e di assistenza tecnica per la sicurezza sui luoghi di lavoro, didattica a distanza, assistenza medico – sanitaria e psicologica, servizi di lavanderia, rimozione e smaltimento di rifiuti, acquisto di dispositivi di protezione e di materiali per l’igiene individuale e degli ambienti, acquisto dispositivi digitali e interventi in favore della didattica degli studenti con disabilità, disturbi specifici di apprendimento ed altri bisogni educativi speciali. Tutti interventi che, fra l’incredulità di numerosi dirigenti scolastici, sono da farsi entro il 30 settembre. “Martedì apriremo finalmente un tavolo regionale con tutti i rappresentanti del mondo della scuola, ma subiamo una discussione che in questi mesi è stata troppo fluida, con troppi annunci e pochi fatti – spiega Pasquale Cuomo, segretario generale della Flc-Cgil Toscana -. La prima cosa che salta agli occhi di questi soldi è il fattore tempo. Si pensi a scuole che per garantire il distanziamento, in presenza di classi-pollaio con 25 o 30 ragazzi, debbano fare alcuni interventi di muratura. Ammesso che i soldi siano sufficienti, come faranno a far tutto in due mesi? Servirebbe una generale sburocratizzazione delle procedure, ma soprattutto una vera pianificazione”.

Docenti e Ata
L’indomani dell’annuncio di un secondo miliardo per la scuola, mentre si parla di 50mila nuove assunzioni, resta appesa alle trattative la gestione degli organici, che quasi in tutta Italia, a seguito della formazione delle classi effettuata con i criteri ordinari, come se la pandemia in pratica non ci fosse stata, ha visto subire invece una sforbiciata alle cattedre. “Ci sono stati ovunque accorpamenti di classi – continua Cuomo. – Si stima che saranno circa 118 le cattedre perse in toscana”. Stesse logiche per il personale non docente. “Di fronte alla prospettiva dello sdoppiamento delle classi e della continua sanificazione degli ambienti occorre ipotizzare un potenziamento del personale Ata. Si pensi all’ingresso alternato degli alunni, con i tempi che si allungano: servono un’organizzazione e una coordinazione precise ed efficaci, affinché nulla sia lasciato al caso – dicono dalla Uil Pontedera. – Se poi la Ministra pensa di affidare ai docenti un orario più lungo di lezione chiederemo da subito di riaprire il contratto”.
Il nodo trasporti
“Praticamente niente si legge, invece, del trasporto scolastico”. Questa la denuncia di Giuseppe Niosi, coordinatore provinciale di Cobas Scuola. “La scuola, a cominciare dalla primaria e dalla secondaria di I grado, vive sulla mobilità dei comuni. Proprio le amministrazioni, almeno da ciò che emerge in maniera frammentaria dalle tante dichiarazioni, sono le grandi assenti del dibattito – continua -. Se le scuole dovranno garantire orari differenziati, come saranno in grado di gestire un carico del genere? Il Ctt, poi, ha le forze per organizzare un lavoro doppio se non triplo, moltiplicando le corse? Servirebbero interventi strutturali: oggi promettono 2 miliardi, ma alla scuola dalla riforma Gelmini ad oggi ne sono stati strappati via 9”.