Geofor, costi lievitati per lo smaltimento dei rifiuti degli utenti positivi al Covid

Protezioni, sacchi monouso, turni separati e incenerimento: ecco perché il servizio è più caro
Mascherine, guanti, dispositivi di protezione individuale di ogni tipo, misura e colore sono diventati gli strumenti quotidiani per tutti adesso che siamo nel pieno della case 2. Purtroppo, già se ne vedono ai bordi delle strade e nei giardini e sono diventati dei rifiuti. Sul tema, tuttavia, la pandemia da Coronavirus ha aperto una questione che tutti i comuni devono affrontare: quella dello smaltimento dei rifiuti delle utenze di chi è risultato positivo al Covid-19. Questa operazione risulta essere un processo lungo e oneroso per una serie di motivi.
Innanzitutto, lo smaltimento costa perché sono considerati come rifiuti sanitari infetti, per cui richiedono una procedura e un’elaborazione non uguale a quella dei rifiuti indifferenziati. Deve essere abbattuta la carica virale di cui potrebbero essere portatori e per questo devono fare una sorta di quarantena. Vengono forniti dei kit con dei sacchi in polietilene e un contenitore monouso che a ogni raccolta viene sostituito.
Difficile fare un calcolo preciso dei costi, dato che esiste un tariffario che dipende dal numero dei casi positivi all’interno di ogni comune, ma soltanto per quelli che hanno trascorso la loro degenza a casa. Santa Maria a Monte, per esempio, con circa 30 positivi ha speso 11mila euro per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti Covid. Tuttavia, non tutti i casi positivi rientrano nel conteggio del prezzo del servizio: bisogna tener conto, infatti, di coloro che hanno trascorso la malattia in ospedale o il periodo di isolamento in un altro comune, che sarà quello che, in tal caso, si farà carico dei costi. Inoltre, nel conteggio delle abitazioni per cui è richiesto il servizio di smaltimento, finiscono anche quelle di chi è messo in quarantena per un possibile Covid positivo, ma non ancora accertato. Altro fattore importante, è il numero delle persone per ogni abitazione. Nel giro di raccolta che fa Geofor nelle case indicate dai comuni, possono abitare un numero molto variabile di persone e quindi può modificarsi sensibilmente anche la quantità di rifiuti prodotti da smaltire.
A far lievitare i costi sono anche le accortezze che il personale di Geofor deve tenere: protezioni a tutela della salute, ma anche turni separati, dedicati appositamente ai rifiuti Covid. Questi, infatti, non vengono raccolti insieme ai normali rifiuti indifferenziati per non mischiarli. Queste procedure dettagliate fanno aumentare i costi che Geofor sostiene e quindi, di conseguenza, quelli del servizio. Una volta finito il giro di raccolta, questi devono essere trasportati in sicurezza e inceneriti.
I comuni possono anche decidere di esternalizzare il servizio a ditte specializzate, ipotesi che era stata presa in considerazione quando, settimane fa, i dipendenti di Geofor si erano rifiutati di prestare questo servizio per i rischi che comportava e avevano scioperato.
Per quanto riguarda i comuni del comprensorio del cuoio, nonostante i costi elevati del servizio, si può dire che il pagamento incide tutto sommato relativamente poco sui bilanci, dato che, per fortuna, il numero dei contagi è rimasto piuttosto basso.