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“Il Comune di Castelfranco ha scelto di non riaprire la piscina, siamo disoccupati”, la protesta e la replica della giunta

19 marzo 2020 | 20:19
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“Il Comune di Castelfranco ha scelto di non riaprire la piscina, siamo disoccupati”, la protesta e la replica della giunta

Grossi: “Accuse infondate, prima di ripartire servono investimenti strutturali. Ora la priorià sono le persone malate di covid19”

Il virus non c’entra niente: il comune esercita il potere e fa quello che vuole, però deve dire la verità”. Se la piscina comunale di Castelfranco di Sotto non riaprirà in estate (leggi qui) non è colpa del nuovo coronavirus, ma di una serie di scelte dell’amministrazione Toti, che non avrebbe preso in considerazione le soluzioni all’epoca prospettate”. A lanciare queste accuse sono gli ex collaboratori della piscina, che erano impiegati a vario titolo nella struttura: dagli istruttori, alla segreteria, fino al personale che si occupava della pulizia degli spazi, piscina gestiata dalla Uisp zona Cuoio per conto del Comune.

“Per quanto riguarda la piscina di Castelfranco di Sotto – ha detto Andrea, il referente del gruppo, un ex istruttore di nuovo -, sulla quale è intervenuta l’amministrazione comunale, preme rilevare che l’emergenza sanitaria per il coronavirus a settembre, ottobre, novembre e dicembre 2019 per fortuna non esisteva, ma il Comune comunque non ha preso in considerazione le soluzioni all’epoca prospettate, dalle quali emergeva l’interesse di privati allo sviluppo della piscina e la disponibilità ad investire, considerato che l’onere dell‘investimento sarebbe comunque gravato sul privato affidatario della futura gestione, non sul comune (leggi qui).  L’apertura della piscina ammodernata e ristrutturata a gennaio sarebbe stata possibile in base a quanto prospettato dal privato interessato, che si era anche fatto carico di individuare ed elencare al comune i lavori necessari all’impianto. Insomma, i privati interessati c’erano e sarebbero stati pronti anche ad investire nella piscina, ma è il comune a esercitare il potere e fa quello che vuole però deve dire la verità. Il virus non c’entra niente”.

“Infine – continuano dal gruppo facendo riferimento alle parole dell’assessore Federico Grossi -, l’infelice battuta ‘la piscina è l’ultima delle nostre preoccupazioni’ implica che al comune non interessa il destino delle persone che prestavano servizio nella piscina e che oggi sono disoccupate, essendo state private dell’opportunità di lavorare e un Comune che toglie le opportunità non è democratico”.

A confutare le accuse è ancora il vicesindaco Federico Grossi, nuovo assessore allo sport nella giunta di Gabriele Toti che a partire dalle elezioni dell’anno scorso ha preso in mano la situazione per individuare una soluzione.

Sono accuse infondate, di chi forse non conosce la situazione – esordisce così Grossi -. Loro (gli ex dipendenti) conoscono l’ambiente perché ci lavoravano ma non le problematiche strutturali, che comportavano costi enormi non supportabili né per chi gestiva la struttura né per il proprietario.

Il comune ha speso più di 50mila euro per sistemare il tendone e anche la Uisp ha dovuto sobbarcarsi di costi importanti. Il problema importante era l’assetto invernale: quel ‘pallone’ aveva costi energetici esorbitanti, le vasche hanno bisogno di interventi di carattere straordinario.

La Uisp, è vero, ha sempre manifestato la volontà di un investimento che noi abbiamo quantificato, per l’efficientamento energetico e tutte le altre necessità, in 350-400 mila euro. È, a mio avviso, semplicistico dire che c’erano i soldi: prima va fatto un bando e poi anche il comune si sarebbe dovuto impegnare per 10-15 anni con un canone. Capiamo la difficoltà delle persone che si trovano senza lavoro, ma da parte nostra non c’è menefreghismo. Anzi, io sono disponibile per un confronto con queste persone per spiegare loro quali sono i problemi e i motivi dei ritardi che ci sono stati”.

Poi, però, resta un punto fermo: “Anche qualora il Comune avesse fatto il bando – ha detto Grossi – non è detto che Uisp avrebbe ricevuto l’appalto, perché avrebbero potuto partecipare altri soggetti interessati. Per un appalto che prevede investimenti di quella cifra non si può procedere con un affidamento diretto. Da questo punto di vista credo che ci sia una mancanza di informazione”.

I ritardi, secondo Grossi, sono dovuti, in parte, anche al cambiamento di giunta che c’è stato a fine maggio 2019, ma non solo. “Prima della pubblicazione di un bando – ha detto l’assessore – dovevamo aggiornare il regolamento per gli usi degli impianti comunali. Abbiamo approvato il regolamento prima di Natale. È vero che non è uscito a gennaio come avevamo detto, ma siamo arrivati a febbraio con un atto di indirizzo su cui ci siamo confrontati con l’attuale presidente Uisp in maniera informale. A febbraio siamo arrivati con gli schemi di bando pronti, dopodiché da fine febbraio a inizio marzo per il coronavirus ci siamo fermati. La mia non è stata una battuta infelice. Anzi, lo ripeto: ci sono persone che si ammalano e sono ricoverate, adesso tutte le forze sono concentrate per contrastare la diffusione del Covid19. Detto questo, noi avevamo un punto programmatico durante la campagna elettorale dedicato alla piscina, che per noi è importante come tutto lo sport. Io, come assessore allo sport, mi sono messo a capire quali erano le problematiche strutturali dell’impianto e assicuro che questa piscina sarà riaperta il prima possibile”.