Festa della donna, don Cristiani: “Circostanze surreali, ma c’è un’opportunità”

La proposta: “Sostituire cene e feste con le adozioni a distanza”
“Un 8 marzo all’insegna dell’ansia, che ci auguriamo possa essere unico nella storia dell’umanità, dovuto al fatto che oggi in tempo reale tutto si sa. Le circostanze un po’ surreali, con questa ‘clausura consigliata’ per prevenire il contagio da coronavirus, induce a sospendere gli eventi sociali, culturali, conviviali programmati come di consueto per la festa della donna”. Sono le parole di don Andrea Cristiani, fondatore del Movimento Shalom, che in occasione della festa della donna lancia un pensiero, uno spunto di riflessione.
“Non sprechiamo – ha detto – l’opportunità che ci viene offerta per poter riflettere in tranquillità (se ci riusciamo) spengendo la tv, interrompendo la connessione internet, semplicemente per pensare e dare un’occhiata ad ampio raggio alla condizione della donna sul pianeta terra. Uno sguardo che deve intensificare l’impegno di ognuno affinché siano affermati senza tentennamenti i diritti della donna e il suo insostituibile contributo per la vita a prezzo talvolta di sofferenze e umiliazioni. Una gratitudine ammirata che oggi più che mai deve estendersi a tutti i luoghi e attraverso tutti i tempi, per l’oceano d’amore con il quale le donne hanno sommerso la terra”.
“Discriminate in famiglia ancora prima della nascita – continua don Cristiani -. In Cina, in India e non solo molte famiglie preferiscono i maschi alle femmine e quando l’ecografia rivela l’arrivo di una bambina, ecco l’aborto. In altri paesi le donne sono totalmente sottomesse per legge ai mariti: poligamia, matrimoni forzati, infibulazione, spose bambine. Vendute, comprate, picchiate, talvolta uccise per futili motivi.
Discriminate nell’istruzione: in molte parti del modo le famiglie fanno studiare i maschi e a ogni livello scolastico le differenze sono molto forti. Discriminate sul lavoro: le donne che lavorano sono quasi sempre retribuite meno degli uomini nella maggior parte del mondo. Spesso sono recluse in casa per occuparsi dei numerosi figli. Discriminate dal punto di vista sociale: milioni di donne escono di casa il meno possibile, alcune si nascondono il corpo e il volto. Il maschilismo sostenuto da ancestrali credenze, fa si che la condizione della donna sia inferiore all’uomo.
Il quadro globale come possiamo rendersi conto è disarmante, ma per questo non possiamo demordere. Shalom è uno strumento propulsivo per la tutela dei diritti delle donne. Rivolge l’invito a tutti coloro che in questo momento sono limitati negli incontri sociali, a sostituire cene e feste con le adozioni a distanza delle bambine, contribuendo alla lotta all’infibulazione e ai matrimoni forzati, incrementando la Banca delle donne per dare la possibilità, con il lavoro, di una vita più dignitosa. Un grazie di nuovo infinito a tutte le donne, in particolare a quelle di Shalom, anche a quelle che i nostri occhi non vedono più, ma sono con noi e hanno dilatato il senso della maternità al mondo, donando vita e speranza. Un grazie infinito a tutte le donne che abbiamo incontrato e hanno reso sicuri, fecondi, felici e dolci i nostri giorni”.