A scuola da casa: didattica a distanza all’istituto Cattaneo di San Miniato






La sperimentazione è andata bene e da lunedì si comincia
Per un momento ci avevano sperato: a casa fino al 15 marzo. Gli studenti dell’istituto Cattaneo di San Miniato, però, ben presto hanno scoperto che la crisi coronavirus, per loro sarebbe stata opportunità. Anche di più, ce lo concederanno, per i loro docenti, specie quelli che sono meno pratici di rete e che, dal pomeriggio di ieri (6 marzo) hanno una ragione in più per colmare quel gap tecnologico che li divide dagli alunni.
Impossibile raggiungere un nativo digitale, perché è il modo di ragionare che è diverso prima che il linguaggio, ma di certo sarà meno evidente quella sensazione di venire da due pianeti diversi.
Da lunedì, in base all’orario scolastico, i ragazzi torneranno a scuola. Non certo in aula ma insieme, con tanto di registro elettronico, chat room che diventa una class room con il docente e video lezioni. Impossibile farlo per l’intero orario scolastico e non obbligatorio per i docenti, ma utile a mantenere un rapporto costante con l’ambiente scuola, con lo studio e con i compiti a casa. Che, in pratica, diventano “compiti a scuola“. Ogni docente dovrà segnalare nello spazio “planning” la classe virtuale o la video lezione in modo da equilibrare le attività fra i diversi docenti della classe.
“È stata buona la prima – racconta entusiasta il vicepreside Roberto Finocchi – Ieri mattina abbiamo sperimentato con i ragazzi, che hanno seguito l’ora di chimica che avrebbero affrontato oggi con il professor Sandro Jurinovich, quindi come se fossero venuti a scuola davvero. Abbiamo prima provato le connessioni, poi i metodi, usato fogli e penna come fosse su una lavagna e i ragazzi hanno preso appunti. Si sono comportati anche meglio di come fanno di solito in classe”.
D’altra parte davanti allo schermo, di un pc ma anche solo dello smartphone, i ragazzi di questo secolo si sentono più a loro agio che seduti tra i banchi.
“Non abbiamo avuto molto preavviso, quindi abbiamo dovuto un po’ improvvisare. Ci siamo accordati sulla chat di classe e stamattina i ragazzi erano tutti lì, si sono presentati all’ora stabilita. Quasi tutti: in due sono arrivati in ritardo di qualche minuto, ma lo fanno anche in classe, quindi niente di nuovo”. Di diverso, però, c’è tutto il resto: a partire dalla location ma magari anche all’abbigliamento più comodo o alla postura, perché una lezione così, si può seguire anche sdraiato sul tappeto con un tablet.
Per la videoconferenza, infatti, va bene un qualsiasi dispositivo e poi il sistema Hangout Meet di Google. La speranza è che le lezioni riprendano regolarmente come stabilito, ma quella che il Cattaneo ha voluto cogliere, è l’opportunità di sperimentare una scuola 4.0, che può essere sempre utile in caso di emergenza. E, in questo caso, specie agli studenti di V, che rischierebbero altrimenti di rimanere indietro in vista dell’esame di maturità.
La mattina, lo stress test al sistema ha retto più di 20 persone e il pomeriggio “abbiamo dato ai docenti la possibilità di partecipare e provare il sistema”. Guidati dal vicepreside a San Miniato e dal professor Jurinovich a Pisa in un compito che può sembrare banale a chi non conosce il mondo della scuola, affezionato a quel rapporto frontale che la Rete, per sua natura, scombina.
Da lunedì (9 marzo), al Cattaneo sarà attivato il registro on line utile a mandare compiti ed esercizi ai ragazzi, ma che non consente il feed e quindi, in pratica, si affida alla buona volontà dei ragazzi. I docenti non rileveranno assenze e presenze ma la partecipazione alle attività è vivamente consigliata. Anche perché i docenti potranno assegnare compiti e verifiche da svolgere durante il periodo di sospensione.
Poi ci sarà una class room per le interazione a distanza su documenti condivisi che sono quindi interattivi. Grazie alla sperimentazione di ieri, i docenti che vorranno potranno anche fare lezione, magari concentrandosi sulla spiegazione e affidando esercizi o approfondimenti ai ragazzi.