Coronavirus, l’italiano rimasto in Cina può rientrare. A coordinare le operazioni il dottore che è passato anche da San Miniato



Zhou Jinfeng lo scorso marzo era ospite del forum di Greenaccord
È passato da San Miniato il dottore cinese Zhou Jinfeng, l’attivista di GreenAccord e presidente della China Biodiversity Conservation and Green Development Foundation che ha avuto un ruolo centrale nell’operazione per riportare a casa l’italiano che era rimasto bloccato in Cina perché aveva una temperatura corporea con un lieve rialzo, ma che comunque non era infetto da coronavirus.
Era stato a San Miniato nel marzo 2019, in occasione del forum annuale di GreenAccord, l’associazione ambientalista internazionale. Niccolò, studente 17enne di Grado, era rimasto a Wuhan, città dove è scoppiato il virus, quando il volo dell’aeronautica militare ha riportato in patria i 56 italiani lo scorso 3 febbraio. La sua partenza era stata rimandata anche una seconda volta per motivi logistici, quando a rientrare erano stati altri 8 connazionali. Oggi (giovedì 13) la Cina ha rilasciato l’autorizzazione per far tornare Niccolò e a fare da perno è stato il dottor Jinfeng (in foto in piazza Bonaparte a San Miniato e durante il suo intervento dello scorso marzo).
Un’organizzazione precisa, puntale nei minimi dettagli e che è stata resa possibile dai giusti agganci del dottor Jinfeng. Si è attivato in piena notte, dietro la segnalazione di una professoressa bresciana che da anni lavora in Cina e si è subito messo in contatto con il 17enne per rassicurarlo. Niccolò si trovava bloccato all’aeroporto e Zhou Jinfeng nel giro di poche ora fa arrivare un’ambulanza che lo porta nell’ospedale universitario Tongji, dove sono stati effettuati i test per verificare che non sia stato infettato dal nuovo coronavirus covid-19. Ma serve un giorno per ottenere i risultati.
A questo punto il dottor Jinfeng continua a dirigere le operazioni da Pechino e grazie a molte telefonate riesce a trovare un uomo che all’uscita dell’ospedale si prenda cura del ragazzo e soprattutto che trovi una stanza sicura, dove passare la notte e il giorno seguente. Non è facile trovare persone disposte a dedicare tempo e risorse a una persona quando è un’intera area a essere in piena emergenza, ma Jinfeng ci riesce e il suo contatto passa la notte in una stanza vicina a quella dell’italiano.
La mattina dopo, appurato che Niccolò non è stato colpito dal virus, ma che era febbre semplice, l’ospedale rilascia il referto medico che sarà il lascia passare da presentare alle autorità cinesi. A questo punto la palla passa alla Farnesina e all’ambasciata italiana a Pechino che hanno continuato a lavorare per organizzare il rimpatrio e nelle prossime ore i genitori di Niccolò potranno riabbracciare il ragazzo che era partito per un viaggio studio.