Ambulatorio a Ponte a Egola: scenari, rischi e soluzioni possibili
Il punto della situazione in un incontro con il sindaco Simone Giglioli e il referente dell’Asl Toscana Centro
Un incontro al quale hanno partecipato Comune di San Miniato e Ausl per fare chiarezza, per sgomberare il campo dalle dicerie di paese e capire cosa si può fare davvero. C’erano più di centro persone all’iniziativa del Partito democratico a Ponte a Egola sul centro medico in via Giordano Bruno, quello che nelle settimane scorse sembrava a rischio chiusura dopo l’annunciato o avvenuto pensionamento di due medici. Quel centro che ha risvegliato le coscienze dei cittadini, che si sono organizzati per fare rumore con una raccolta firme. Quei cittadini che ieri sera (martedì 11) sono venuti nella saletta del Kangaroo con i fogli degli orari dei medici per denunciare il fatto che alcuni di essi hanno soltanto due o tre ore a settimana a Ponte a Egola. A mettere sul tavolo le possibili soluzioni sono il sindaco di San MiniatoSimone Giglioli e Loredana Lazzara dell’Asl Toscana Centro, insieme agli assessori Giulia Profeti ed Elisa Montanelli.
“La Asl ha monitorato la situazione – ha detto Lazzara -. Entro marzo andremo in pubblicazione con la copertura dei medici che andranno in pensione da qui a fine anno. Pubblicheremo i posti necessari per sostituire i pensionamenti, sia della dottoressa Taddei che degli altri medici che andranno in pensione. Sono bandi che trasmettiamo in Regione per essere espletati. Poi ci sarà la presentazione delle domande dei medici, la pubblicazione delle graduatorie e la scelta dei posti. Quello che possiamo fare noi è indirizzare il medico nella frazione ma non possiamo dirgli dove aprire ambulatorio, quella è una libera scelta. Non è un dipendente Asl, ma è un libero professionista convenzionato.
Nel periodo di attesa tra il pensionamento di un medico e l’arrivo di quello nuovo l’Asl dislocherà dei sostituti. Quindi nessuno rimarrà senza medico. Il territorio avrà la copertura sanitaria necessaria”.
Una questione spinosa non soltanto per le conseguenze sul territorio, ma proprio perché nessuno effettivamente ha le prerogative per effettuare un intervento incisivo e risolutivo. Molto spetta al libero arbitrio dei professionisti che hanno il diritto di decidere dove esercitare anche perché la scelta va a influire sulle disponibilità economiche di ciascuno.
“Possono anche fare gruppo e associarsi con altri medici – ha detto Lazzara – Nel caso di associazione medica i vantaggi sono quelli di non lavorare solo e di dividersi il carico di lavoro. È un vantaggio anche per l’assistito che ha una copertura maggiore, in assenza del suo medico ci sono gli associati. Si crea un ambiente diverso rispetto al singolo, ma questo sta sempre nell’ambito della libertà del medico. Noi favoriamo l’aggregazione ma ciascuno decide se aggregarsi o no”.
Nel dibattito è intervenuto anche Francesco Faraoni, coordinatore della consulta di Ponte a Egola, Stibbio e San Romano. “È vero che ci sono sei medici a Ponte a Egola, ma so che tre non hanno come destinazione principale la frazione. E l’ambulatorio in destinazione secondaria ha meno ore. Poi c’è l’indotto: l’affluenza al centro medico non viene sono da Ponte a Egola, ma anche tutte le frazioni intorno. I medici che arriveranno avranno una copertura piena? Avranno come destinazione primaria Ponte a Egola?”.
“Ambulatorio principale o secondario dipende dalla costituzione di un gruppo o no – ha risposto la dottoressa Lazzara -. Se si associano allora sono un ambulatorio primario. Poi il medico da quella sede può decidere di aprirne altre che saranno secondarie. E ovviamente nella sede principale avranno più ore di ambulatorio perché lì ci sono più assistiti. Anche questo però lo decide il medico non lo può imporre l’Asl”.
Un sunto del problema lo ha fatto Simone Giglioli, che poi ha spiegato qual è la via maestra da seguire, cioè rimpiazzare i medici che andranno in pensione. È la soluzione principale, ma non sono state escluse dal piatto altre ipotesi che tirano in ballo la Croce Rossa e anche il proprietario dell’immobile in via Giordano Bruno e tutti i medici per un “ingresso dolce”.
“La questione era stata posta come se nella frazione non ci fosse un medico – ha detto Giglioli -. In realtà un report dell’Asl dice che nel comune di San Miniato ci sono 800 posti liberi in rapporto ai pazienti. Ci sono 14 medici di cui sei a Ponte a Egola, che hanno ambulatorio tre nel centro medico di via giordano Bruno e tre nei locali della Croce Rossa in via Savonarola. La problematica è nata dopo che la dottoressa Taddei andrà in pensione ad agosto per raggiunti limiti d’età e il dottor Ciampini per esigenze personali ha scelto di andare in pensione, anche se a oggi non ha ancora presentato domanda di pensionamento. Questi due pensionamenti mettono a rischio il centro, che ricordiamolo, è privato e il comune non può dire a un medico dove andare. Il dottor Saadé non ce la fa da solo a mandare avanti il centro. Sono momenti particolari, c’è una generazione di medici che sta arrivando all’età pensionabile.
La Croce Rossa ha l’altra metà dei medici di Ponte a Egola, quindi è un altro dei polmoni di sfogo degli ambulatori e non ha nessun interesse a chiudere e a non fare andare avanti un altro centro medico. Se un medico non volesse andare in via Giordano Bruno è probabile che si rivolga alla Croce Rossa quindi averla al nostro fianco è fondamentale. Se i due medici vengono rimpiazzati il problema non si pone e questa è la via principale da perseguire, molte altre strade non ci sono, ma stiamo parlando con tutti gli interlocutori, anche con il proprietario del fondo.
Abbiamo pensato anche a un ‘ingresso dolce’ per i nuovi medici che avranno un costo che aumenterà mano a mano all’aumentare dei mutuati, delle visite e dello stipendio nell’ottica di ricostruire quell’associazione medica già esistente e non disperderla. Chiaramente poi sono loro che gestiscono la cosa con i medici uscenti e il proprietario.
Tutto questo, poi, esula dalla casa della salute che è già finanziata e sorgerà in piazza Marco Biagi. A marzo sarà pubblicata la gara dell’Asl per affidamento lavori. Con la casa della salute questo ragionamento prende un’altra piega, sarà quello il punto di riferimento di Ponte a Egola, ma festeggerò solo quando di poserà la prima pietra”.