L’Opposizione entra nella scuola di Staffoli, Deidda non gradisce: discussione in consiglio comunale

Botta e risposta con il sindaco sulla legittimità e la correttezza istituzionale del sopralluogo

“Volete essere precisi e quindi divento puntigliosa anch’io: si cercano le leggi e domani farò un richiamo ufficiale al professor Moneta perché voi avete dichiarato che vi ha fatto entrare lui, non che voi glielo avete chiesto. La scuola questa cosa non la può fare perché dopo l’orario scolastico la responsabile sono io. Domani alla scuola arriverà un mio richiamo ufficiale perché voi in consiglio comunale avete dichiarato che il fiduciario vi ha invitato a entrare”. Sono state queste le parole del sindaco Giulia Deidda conclusive del consiglio comunale di Santa Croce sull’Arno di ieri, lunedì 10 febbraio.

Dopo due ore di seduta tutto sommato svoltesi cordialmente, la discussione è scaturita da un argomento che non era all’ordine del giorno, cioè il sopralluogo dei consiglieri d’opposizione nella scuola media di Staffoli e la legittimità del gesto compiuto il 14 dicembre 2019. Da una questione morale e di correttezza istituzionale ne è derivata una diatriba legale, che in un primo momento sembrava poter comportare conseguenze anche pesanti sulla scuola e su un dipendente. Ma a distanza di poche ore dal consiglio, gli animi si sono calmati e le intenzioni di procedere non sembrano esserci più.

“Non è nella mia agenda, non è in tema”. Interpellata questo pomeriggio (martedì 11 febbraio) sulla ricerca dei riferimenti legislativi che impediscano a dei consiglieri comunali di entrare nei plessi scolastici di proprietà del comune, ha risposto così Giulia Deidda. “Loro sono entrati nel tema che non era all’ordine del giorno mancando di rispetto, io ho da fare”. E invece il richiamo ufficiale alla scuola? “Non è detto che io ti debba dire quali sono i miei rapporti con la scuola” ha risposto la sindaca. Una non risposta che lascia intendere che con molta probabilità non darà seguito ai provvedimenti annunciati in consiglio. Forse anche perché nella diretta del consiglio comunale si vede chiaramente che anche il segretario comunale suggerisce alla sindaca che non esiste nessuna legge o sentenza che impedisca tale comportamento.

Una discussione nata per caso, scaturita dal dibattito sull’ultimo punto all’ordine del giorno in merito all’illuminazione di alcune strade di Santa Croce presentata dal consigliere Vicenzo Oliveri. Così, mentre il consigliere chiedeva lumi su chi fosse l’incaricato a controllare i punti luce, ha rimarcato il fatto che per i consiglieri del gruppo Per un’altra Santa Croce fossero state necessarie diverse mail per entrare nelle scuole. Una riflessione lanciata senza troppo peso, en passant, ma che ha avuto strascichi fino alla fine della seduta.

“Ci siete entrati scorrettamente a scuola”, l’inciso di Deidda che poi ha dato involontariamente il là alla discussione. Il sindaco Deidda aveva già annunciato la fine della seduta quando il consigliere Marco Rusconi ha chiesto la parola per una puntualizzazione. “Noi non è che siamo entrati come un commando di assalto – ha detto Rusconi –, abbiamo ricevuto segnalazioni che vi abbiamo inoltrato e riteniamo legittimo ciò che abbiamo fatto, anche sulla base di precedenti in altri comuni e di alcune sentenze del Tar, che di fatto non proibiscono l’ingresso ai consiglieri comunali negli uffici scolastici comunali. Lo abbiamo fatto nell’ottica di lavoro di controllo, in un orario extrascolastico per evitare entrate hollywoodiane e per non disturbare le lezioni. Chiediamo, però, se effettivamente noi non possiamo entrare nelle scuole comunali, che ci venga fornito un regolamento o una legge che dica ciò, per evitare un domani di commettere atti illeciti. Forniteci un documento scritto che dice che un consigliere comunale non possa entrare in un plesso scolastico comunale con il mero scopo di prendere atto di una situazione di criticità”.

A Rusconi ha fatto eco il suo capogruppo, Alessandro Lambertucci: “Ci ha invitato il fiduciario a entrare – ha detto -, non ci siamo andati scorrettamente. Avevamo fatto una richiesta e poi ci ha invitato lui a entrare”.

Nel botta e risposta degli ultimi minuti, il sindaco Deidda inizialmente non ne aveva fatto una questione giuridica, quanto di correttezza. “Voglio essere rispettata e vorrei meno arroganza – ha detto Deidda -. Avevate una mia mail del venerdì dove vi dicevo che avrei organizzato un incontro con un addetto del comune. Voi vi siete fregati della mail del sindaco che è responsabile di un edificio pubblico. Voi in quell’edificio pubblico senza qualcuno del Comune non potevate entrare. È stato un atto scorretto perché se succedeva qualcosa la responsabilità delle mura della scuola era mia: non del preside e nemmeno del professore che vi ha fatto entrare, che poi io ho una versione diversa dalla vostra quindi verificherò. Voi avete fatto una richiesta di sopralluogo urgente il giovedì sera per il venerdì alle 13,15: questa è arroganza oltre a mancanza di rispetto verso un sindaco”.

“Ora però il consiglio lo concludo io – ha continuato il sindaco durante il consiglio -. Io non me lo sono nemmeno posto il problema, non sono andata a cercare una legge se potevate farlo o meno. Voi avete tradito una proposta del sindaco. Io non posso permettere a nessuno di entrare in un luogo pubblico da soli, se non chi ci lavora. Poi – ha aggiunto Deidda sul merito della segnalazione – quelli sono lavori previsti da un anno e mezzo insieme al rifacimento della facciata. Sono problemi di cui siamo a conoscenza. Se la paura era che io facessi fare i lavori nel fine settimana, magari. Purtroppo, non si risolvono i problemi così in due giorni. Mi pare sia stato un intervento hollywoodiano, eccome”.

Poi, in maniera scherzosa e informale, Deidda prova i nuovi strumenti di streaming e taglia l’audio al consigliere Oliveri per l’ultima risposta. “Una nota di colore” come la sindaca aveva definito il pulsante rosso all’inizio del consiglio mentre illustrava il nuovo impianto. “Non lo userò” ha assicurato e quello degli ultimi minuti, tra i sorrisi del sindaco, non voleva essere un atto di censura.

Tant’è che poi ha preso la parola Lambertucci, per rompere la polemica: “Noi – ha detto il capogruppo – abbiamo mandato un’altra mail dicendo che avremmo provato ad andare il giorno dopo. I poteri di sindacato ispettivo ci danno la possibilità di fare quello che abbiamo fatto, sempre previa comunicazione per correttezza istituzionale, ma non è che dobbiamo attendere il via da parte del sindaco. Nessuno ha detto che altrimenti avreste fatto i lavori nel fine settimana. Per evitare discussioni in futuro, diteci se c’è una legge”.

Quest’ultimo intervento che in realtà doveva essere distensivo ha gettato benzina sul fuoco. Forse per un fraintendimento tra le intenzioni degli interlocutori, è a questo punto che Deidda ha annunciato il richiamo formale e la seduta si è sciolta. Ma a quanto pare è bastata qualche ora per ritirare quanto dichiarato, e meglio così. In questo modo, anche se non siamo tenuti a sapere quali sono i rapporti tra il sindaco e la scuola, possiamo pensare che siano distesi e che quel dipendente che ha solo aperto la porta, non riceverà un richiamo ufficiale per alcune dichiarazioni fatte in consiglio comunale nella dialettica politica.

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