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Creutzfeldt Jakob, l’associazione Codici chiede “Impegno e trasparenza”

23 gennaio 2020 | 21:04
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Creutzfeldt Jakob, l’associazione Codici chiede “Impegno e trasparenza”

“Il Ministero pubblichi i dati”

“Il caso sospetto registrato sul comprensorio del Cuoio con decesso all’ospedale di Empoli merita la massima attenzione da parte delle autorità”. È quanto sostiene l’associazione Codici, che denuncia il trattamento riservato in passato al morbo Bse, quello della Mucca pazza, “tenuto quasi sotto silenzio e affrontato senza la giusta attenzione. Il tutto a danno dei cittadini, che hanno il diritto di sapere, come in questa vicenda, in cui un uomo è morto nei giorni scorsi all’ospedale toscano San Giuseppe e c’è il sospetto che possa essere stato colpito da Creutzfeldt-Jakob”, una rara malattia degenerativa del sistema nervoso centrale ad esito fatale.

“Aspettiamo – dichiara l’avvocato Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici – i risultati dell’indagine epidemiologica avviata dall’Istituto Superiore della Sanità per capire le cause del decesso ma intanto non possiamo nascondere la forte preoccupazione. In passato ci siamo occupati di Bse, soprattutto per quanto riguarda il comportamento tenuto da Ministero della Salute ed Istituto Superiore di Sanità, a nostro avviso non corretto nei confronti dei consumatori, che hanno il diritto di essere informati in maniera chiara ed accurata. Questo non può avvenire se nel Registro nazionale della malattia di Creutzfeldt-Jakob e sindromi correlate dell’Iss vengono segnati soltanto i casi riconosciuti con accuratezza diagnostica superiore al 95%. In questo modo risulta difficile elencare quanti casi si sono verificati, perché ne vengono ignorati tantissimi.

Nel 2014 – ricorda l’avvocato Giacomelli – presentammo un esposto alla Procura di Caltanissetta e uno alla Procura di Reggio Emilia per chiedere che venisse fatta luce su due decessi sospetti. Dopo 6 anni, siamo di fronte ad un nuovo caso tutto da chiarire. Ci auguriamo un’azione diversa da parte delle istituzioni. Le persone devono sapere. Per questo chiediamo al Ministero di pubblicare i dati, stabilendo criteri più precisi per la diagnosi e per la catalogazione nel Registro”.