La nostra Giornata della Memoria, riflessioni dal comprensorio del Cuoio

Il senso della giornata nelle parole di vescovo, Anpi e rappresentanti nei consigli comunali

Quando le truppe sovietiche varcarono i cancelli di Auschwitz, tutto diventò vero: gli scheletri con la paura negli occhi dei sopravvissuti e le montagne di cadaveri erano lì. In un momento, tutto fu reale e quelle anime diventate numero tornarono a essere persone.

Il 27 gennaio di ogni anno dal 2005, i Paesi delle Nazioni unite e tutta l’umanità varcano idealmente quei cancelli, per ricordare che questo è stato. E per capire come non farlo essere mai più. In un tempo in cui odio e indifferenza sono più facili di amore e comprensione, abbiamo chiesto al comprensorio del Cuoio cos’è il Giorno della Memoria. Lo abbiamo fatto attraverso i suoi rappresentanti. Di seguito tutti gli interventi a noi pervenuti.

A partire da quello del vescovo Andrea Migliavacca.

 

La giornata della memoria è un’occasione importante, necessaria. Anzi, di questi tempi ancora più necessaria, per non dimenticare, per imparare dalla storia, dai drammi e dagli errori della storia. È importante la giornata della memoria perché assume oggi un compito e un ruolo educativo, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni, dei ragazzi. Ma la giornata della memoria è anche una occasione di sguardo al presente perché è un invito ad aprire gli occhi sull’oggi, ad accorgerci delle ingiustizie, delle discriminazioni, della mancanza di rispetto dei diritti di ciascuno nell’oggi del nostro tempo, della nostra storia, talvolta anche vicino a noi. Allora giornata della memoria per ricordare, per educare e per aprire gli occhi sull’oggi.

Per il presidente dell’Anpi di Santa Croce sull’Arno Osvaldo Ciaponi

 

Il giorno della memoria non deve essere solo una celebrazione rituale di orribili gesta umane ma deve essere “un giorno per sempre” di approfondimento storico e culturale, di presa di coscienza sempre più diffusa, di lotta contro l’indifferenza dilagante, contro le colpevoli sottovalutazioni, contro la semplificazione opportunistica, contro i tentativi antistorici di riscrivere la storia rivalutando fascismo e nazismo. Quella follia umana, così come avvenne 75 anni fa anche per il silenzio e l’indifferenza di tanti, può ritornare. Dobbiamo allora forgiare anticorpi e antidoti forti ed efficaci a tutto questo. La creazione di una memoria solida, diffusa, culturalmente convinta, fondata su verità storiche è il più valido vaccino contro il ripetersi di altri indicibili delitti contro l’umanità. Al contrario ci assumeremo tutti la gravissima responsabilità di essere complici e colpevoli.

Il sindaco di San Miniato Simone Giglioli lo spiega con un esempio.

E’ come uno zaino pieno dei ricordi più importanti della nostra vita: è giusto camminare guardando sempre avanti e anche con passo veloce, ma con lo zaino sulle spalle. E ogni tanto è bene fermarsi un po’, aprirlo e capire se stiamo andando nella direzione giusta.

Per Michele Altini, capogruppo di Forza Italia,

 

Il giorno della memoria, 75 anni dopo la liberazione del campo di Auschwitz, non ha l’intento di essere una celebrazione, ma vuol riportare alla coscienza un passato che non si può redimere. Ciò che ci è imprescindibile è invece guardare indietro per imparare dai nostri errori, agire – con gli strumenti dell’educazione, della sensibilizzazione delle giovani generazioni – per combattere le nuove propaggini dell’antisemitismo.

Per la capogruppo di CambiaMenti Manola Guazzini

 

La Shoah non è stata opera di “mostri”, ma è stato il limite estremo a cui sono potute arrivare in passato, e potrebbero tornare ad arrivare in futuro, tendenze insite anche nei più normali tra noi.
Se negli anni ’40 qualcuno si chiudeva gli occhi o si voltava dall’altra parte per non vedere cosa succedeva nei campi di sterminio in Austria, in Germania e nella Polonia occupata, oggi quanti diffidano ancora degli ebrei, o, se non degli ebrei, di qualche altra diversità? Quanti fanno finta di non vedere cosa succede nel Mediterraneo, nei campi libici, al confine tra la Palestina e Israele? Quanti condividono che nelle campagne elettorali si usino toni da odio e da incitamento al linciaggio? Quanti non se ne indignano? O non se ne indignano abbastanza?
Se non impareremo a rispettare chi è diverso, a indignarci di fronte alle discriminazioni e alle ingiustizie, a non voltarci dall’altra parte quando non ne siamo vittime noi, ma ne è vittima qualche altro essere umano, prima o poi qualcuno ci griderà Wstawac! (Alzati!) O qualche altra cosa del genere.

Per il capogruppo della Lega Roberto Ferraro

 

Ricordare e condannare atti di disumanità e di violenza è importante. E sarà fondamentale se ciò avverrà sempre, chiunque compia tali atti, perché non passi il messaggio che la violenza e la disumanità può avere una qualche giustificazione.

  Passando a Santa Croce sull’Arno, la riflessione della sindaco Giulia Deidda.

Etimologicamente, ‘attuale’ è una parola che ci rimanda agli atti, alle azioni. E il significato, in questo senso, attuale della giornata della memoria è un significato che vuole impedire che un atto si ripeta. E questo atto è la persecuzione e la cancellazione inumana, fisica, sistematica di esistenze, di vite, che avevano il diritto di essere godute nella loro pienezza.
Se ‘attuale’ è invece un riferimento al tempo presente, il significato di questa giornata è talmente ampio che penso di poterlo riassumere solo con una domanda: che segno sarebbe, se non ci fosse più la giornata della memoria?

“Un significato particolare nelle nostre vite”, gli attribuisce il capogruppo di Per un’altra Santa Croce Alessandro Lambertucci.

 

E’ quella sirena di allarme che si rivolge al nostro io più recondito e lo invita a non riprodurre mai più il vilipendio della vita umana. Per molti ragazzi di oggi il giorno della Memoria, così come lo è quello del Ricordo delle Foibe o degli altri tragici effetti di ogni totalitarismo, è un’enorme “opportunità” per non dimenticare uno dei periodi più bui dell’Umanità e per instillare in loro quella consapevolezza in grado di renderli un domani uomini migliori, pensanti e liberi”.

A Santa Maria a Monte, la sindaco Ilaria Parrella sottolinea come

 

“Ricordare per non dimenticare” non è solo uno slogan è una necessità. Coltivare la memoria per tutti noi e in particolare per le nuove generazioni è un bisogno che le istituzioni hanno l’obbligo di provare a colmare promuovendo incontri, momenti di riflessione, iniziative per le scuole e per tutti. Solo “ricordando” si può stimolare la riflessione su quello che l’uomo è stato capace di fare per non ripetere gli stessi errori. Questo il senso del giorno della memoria.

Per Sergio Coppola, capogruppo della lista Santa Maria a Monte di Tutti,

 

Oggi la Giornata della Memoria non è solo una celebrazione di ciò che e avvenuto 75 anni fa. Significa riaffermare che l’odio e la paura del diverso, il razzismo, portano allo sterminio, esattamente come fascisti e nazisti hanno fatto 75 anni fa nei confronti di ebrei, zingari, disabili, omosessuali e di tutti gli oppositori politici, cattolici, socialisti e comunisti in primis. Oggi chi non comprende che l’odio è sempre il brodo di cultura dello sterminio, ma anzi non si oppone alla politica dell’odio o la sfrutta cinicamente per raggranellare facili consensi. O definendola come “una strumentalizzazione della sinistra”, come avvenuto in consiglio comunale a Santa Maria a Monte, dove fra momenti tristi e grotteschi da parte di alcuni esponenti della maggioranza di destra si è arrivati a paragonare la Shoa alle Foibe e dove si è baciato il crocifisso in nome di Cristo, come ad evocare quel “Gott mit uns” (Dio con noi) ben visibile sulle fibbie degli ufficiali nazisti, non compreso i pericoli di questa politica e prepara per tutti noi un fosco futuro.

A Castelfranco di Sotto, per il sindaco Gabriele Toti,

 

Ricordare e onorare la memoria è prima di tutto un dovere per una amministrazione: lo abbiamo preso come riferimento nella nostra azione. È un dovere verso le vittime della follia omicida. È un dovere verso i più giovani per far conoscere e non dimenticare. Per questo ogni anno promuoviamo con convinzione, in collaborazione con l’Aned il pellegrinaggio ai campo di sterminio per i ragazzi delle terze medie, come momento formativo nel loro percorso scolastico e di vita. È un dovere mantenere viva questa memoria, quando troppo spesso avvertiamo la tendenza a voler dimenticare quella pagina tragica ed efferata di barbarie. La memoria è un dovere che vogliamo avanti ogni giorno perché solo alimentandola ogni giorno possiamo davvero celebrare questa giornata consapevoli di dare il nostro contributo per non disperdere la Memoria. Perché il ricordo venga alimentato, perché la luce sulla nostra storia non si spenga.

Per il Centrodestra per Castelfranco e i consiglieri comunali Monica Ghiribelli, Alba Colombini, Nicola Sgueo

 

Il Giorno della Memoria impone a tutti, senza distinzione alcuna, il dovere di riflettere seriamente e profondamente sulle atrocità che si sono compiute nel secolo scorso. Sarebbe un errore strumentalizzare questa giornata per distinguere tra chi è “buono” e “cattivo” oggi. Fare ciò significherebbe non aver compreso veramente la portata di quegli eventi e non aver imparato nulla da quelle tragedie.
Per questo siamo chiamati tutti a una seria riflessione, senza veli ideologici, su quello che è stato perché non si ripeta mai più

 

Per Luca Trassinelli, consigliere comunale del Movimento 5 stelle,

 

Il significato oggi del Giorno della memoria sta nel mantenerne lo spirito fondante. Questa giornata è importante per mantenere la verità storica di ciò che è accaduto e per stimolare riflessioni importanti sul presente ed su ciò che accade intorno a noi.
Ai ragazzi che affrontano questo argomento e ai quali ho sentito fare delle bellissime riflessioni al riguardo, chiedo di mantenere vivi questi pensieri nella loro vita, come un insegnamento duraturo e di non relegarlo tra i ricordi dei giorni di scuola.

 

Per Simone Testai, capogruppo Forza Italia a Fucecchio,

 

Il giorno della memoria serve a muovere la coscienza dell’uomo affinché certe sopraffazioni efferate non si verifichino più, quindi oggi più di ieri diventa imperativo non solo il ricordo e la conoscenza della shoah ma di tutti i milioni di morti che i regimi totalitari hanno fatto nel ‘900, tra i quali oltre al nazifascismo, i regimi comunisti come Unione sovietica – Corea del nord, Cina, Cuba, Vietnam, Cambogia. Per citare Primo Levi “se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”.

Ecco Gianmarco Porciani, capogruppo della Lega Fucecchio

 

Come ogni anno, il giorno della memoria rappresenta con il suo enorme significato, lo squillo necessario alle nostre coscienze affinché i crimini commessi dagli uomini verso altri uomini non cadano nell’oblio ma restino, in maniera indelebile, nelle nostre menti, nei nostri cuori.
Ricordo necessario, testimonianza fondamentale, per far sì che quello che è accaduto mai più si ripeta.

Passando a Montopoli Valdarno, per il sindaco Giovanni Capecchi,

 

“Il Giorno della Memoria è ricordo e impegno. La commemorazione delle vittime dell’Olocausto, perpetrato dai regimi nazifascisti d’Europa, dev’essere monito per noi tutti: una società inclusiva, tollerante e pacifica si costruisce quotidianamente con impegno. Quanto successo a Mondovì, nei giorni scorsi, non può essere derubricato a semplice episodio isolato. Come scritto da Primo Levi, dobbiamo meditare sul fatto che tutto ciò è accaduto davvero e che l’indifferenza è ciò di cui si nutrono queste tragedie della storia. Spetta a noi impegnarci con perseveranza affinché ciò non si ripeta mai più.
In questo senso, il nostro impegno come amministrazione è stato e sarà sempre costante. Proprio per questo, accompagnerò con piacere i ragazzi e le ragazze di Montopoli nel viaggio del Viaggio della Memoria organizzato da Aned”.

 La capogruppo di Progetto Insieme Maria Vanni ricorda

 

I Gusti delle Nazioni cittadini non ebrei, persone comuni, che durante gli anni della Shoah hanno aiutato e salvato a rischio della vita e senza nessun interesse i cittadini ebrei perseguitati; nel mondo, all’1 gennaio dello scorso anno, sono più di 27mila. Molti di questi sono anche in Italia e in Toscana, uno dei più famosi: Gino Bartali. Il Ginettaccio nazionale che chissà cosa direbbe oggi in questo quadro storico politico fatto di oltranzismo e odio, lui che fece del suo sport – il ciclismo – e del suo mezzo – la bicicletta – i suoi veicoli della Resistenza. Non a caso parliamo di Cittadini ebrei e di Cittadini non ebrei, appellandoli come meritano perché è da qui che si riparte anche oggi: dall’essere Cittadini, avendo cura di quell’alto senso civico da sempre professato e perpetrato in questa terra di Toscana ed i questo Paese come uno degli elementi fondanti dell’essere uomini e donne.
Che faremo quindi con i cittadini immigrati nel nostro Paese e con i loro figli nati in Italia ed in Toscana – che lavorano al nostro fianco, che vanno a scuola con i nostri figli, che badano ai nostri vecchi? Dovremo aspettarci un ulteriore Giorno della Memoria anche per questi?
La Memoria è parte della Storia, è parte del nostro sentire e del nostro continuare ed è giusto celebrare per non dimenticare.

Per Silvia Squarcini, capogruppo di Montopoli del Cambiamento,

 

Il giorno della memoria, al giorno d’oggi, è forse più sentito rispetto che a qualche anno fa… Oggi che viviamo in una società sempre più multirazziale con le problematiche di integrazione che questo comporta, è sempre più importante non dimenticare ciò che il razzismo ha portato l’uomo a fare e distruggere. La diversità non deve far paura, in nessuna delle sue sfaccettature ma è importante, affinché ci sia sempre armonia e quieto vivere tra le persone, che si rispettino le leggi e le tradizioni, poiché ognuno ha diritto di portare con sé le proprie radici e ognuno ha diritto di mantenere le proprie nel paese in cui è nato, senza dover sconvolgere il proprio vissuto nell’accogliere chi è diverso e uguale allo stesso tempo. Siamo tutti uomini e mai più nessuno dovrà essere sterminato, torturato, ucciso, umiliato solo perché diverso o scomodo. Per questo il giorno della memoria dovrà avere sempre peso nel cuore di ogni singolo essere umano, di qualsiasi tempo e luogo.

  Per il capogruppo per Montopoli Massimo Tesi

Con il passare dei decenni dall’ Olocausto e l’estrema radicalizzazione, specialmente tra le varie forze politiche italiane ed europee, è doveroso il Giorno della Memoria perché proprio i più giovani sappiano cosa veramente è accaduto in quei tempi bui della nostra storia e facciano da argine al ripetersi di simili misfatti verso l’umanità.

 

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